Chi è Faith? Quali tragiche vicende l’hanno accompagnata fino ad ora? Perché agisce in questo modo? Sono alcuni dei numerosi interrogativi che spontaneamente ci passano per la testa al primo approccio con Mirror’s Edge Catalyst, il nuovo capitolo di DICE ed Electronic Arts, e che troveranno risposta solamente proseguendo nel gioco. Come potrete capire attraverso questa recensione, infatti, non sono soltanto lo stile di gioco e la grafica a trascinarci all’interno degli episodi della campagna singleplayer, ma anche la trama gioca un ruolo fondamentale.
Nota – Versione provata: PlayStation 4
FUORI DI PRIGIONE
La prima parte del gioco ci ha permesso di ripassare ciò che avevamo già appreso grazie alla beta di qualche settimana fa, con la nostra Faith che finalmente può uscire di prigione e incontrare di nuovo la “famiglia” di Runners, ossia i corrieri di informazioni che vivono e si muovono esclusivamente sui tetti della città di Glass, ormai sottomessa al regime spietato del Conglomerato e pattugliata dalle guardie della Kruger-Sec. Ma la versione di prova era un semplice assaggio della vera potenzialità di Mirror’s Edge Catalyst, soprattutto in termini di trama: i numerosi flashback, diluiti attraverso le varie missioni principali e uniti agli episodi del presente, ci catapultano all’interno delle vicende che hanno segnato la vita della protagonista, permettendoci così di eliminare quella patina che offusca alcuni aspetti della vita di Faith.[inline_related_posts]
Attraverso l’intera città, infatti, troviamo fin da subito numerosi personaggi che, al nostro passaggio, ci parlano citando personaggi conosciuti da Faith ma non da noi giocatori: un esempio che subito mi salta alla mente è la frase “Dogen aspetta che gli saldi il debito, Faith” pronunciata da una sconosciuta donna appena fuori dal nostro rifugio sui tetti. Ma sul momento non sappiamo chi sia Dogen, e tutto verrà chiarito solo più avanti (o leggendo il fumetto “Mirror’s Edge Exordium”, come ci consiglia il gioco). In ogni caso, la trama viene pian piano ricomposta, e tutte le parti del puzzle vengono avvicinate e fatte combaciare in modo da farci comprendere la vita della ragazza protagonista.
MODI ALTERNATIVI PER MUOVERSI IN CITTÀ
Un ulteriore aspetto già anticipato nell’anteprima ma consolidato poi nella versione finale del gioco riguarda la città di Glass. Se nella beta ci sembrava già abbastanza estesa, ci sbagliavamo di grosso: in Mirror’s Edge Catalyst possiamo muoverci sui tetti di una città veramente enorme fino a spaziare nei sotterranei, a mio avviso più intriganti in quanto ricchi di marchingegni movibili che dovranno essere utilizzati necessariamente per spostarsi da una parte all’altra.
Il sistema di movimento attraverso l’intera mappa è ora completamente accessibile: oltre al classico stile “parkour”, potremo sbloccare alcuni strumenti indispensabili per esplorare determinate zone della città e per ottenere certi collezionabili, altrimenti irraggiungibili. In primis, tra questi, troviamo un rampino che ci permetterà sia di dondolarci nel vuoto aggrappati a dei saldi appigli (o almeno si spera!) sia di elevarci a piani superiori della mappa utilizzando la corda come ascensore. Inoltre, è presente una funzione di “viaggio rapido” che, vedrete, tornerà davvero utile proseguendo la storia ed esplorando nuove parti della città: invece di saltare e correre per cinque minuti al fine di arrivare dall’altro capo della mappa, potremo selezionare il rifugio più vicino al punto da raggiungere e teletrasportarci lì in pochi secondi.
Esplorare l’intera città in ogni suo angolo è però utile se si vogliono raccogliere i vari collezionabili, tra cui registrazioni, parti meccaniche e molto altro ancora. In totale sono svariate centinaia, quindi non preoccupatevi: quando finirete le 15 missioni principali e le numerose secondarie, potrete dedicarvi alla ricerca degli oggetti sparsi qua e là per la città di Glass.
Attenzione però alle guardie della Kruger-Sec, che situate a gruppi ostacoleranno la vostra “tranquilla” passeggiata sui tetti (si fa per dire, dato che tra muri da oltrepassare e salti nel vuoto non c’è mai pausa). Faith non potrà utilizzare alcun tipo di arma, essendo queste legate biometricamente ad ogni guardia: lo svantaggio nei combattimenti non si nota nelle prime missioni, ma col tempo gli scontri diventeranno sempre più difficili, e per questo risulteranno indispensabili i potenziamenti delle abilità. Certamente è presente una grande varietà di modalità di attacco, ma spesso e volentieri queste risultano inapplicabili e vanno quindi a rendere i combattimenti un po’ monotoni, quasi basati solamente sulla pressione dei tasti “quadrato” e “triangolo”.
8 ANNI DOPO…
Ma arriviamo finalmente al punto critico di un titolo di tale spessore: la grafica. Mirror’s Edge Catalyst ci porta nella “città di specchi”, e risulta quindi fondamentale una grafica adeguata. Il problema è che, nonostante il motore grafico Frostbite 3, emerge una disattenzione per certi dettagli tale che, a mio avviso, avrebbero contribuito a trasformare l’impressione data dal gioco. Fin dall’inizio notiamo la grande diversità tra gli interni e gli esterni: mentre i primi appaiono molto più curati, i secondi lasciano trasparire un qualcosa di “vecchio”, quasi di old-gen.
L’atteso grande passo in avanti rispetto al primo capitolo non si è mostrato tale da trasformare un buon titolo in un ottimo titolo.
I contorni degli edifici in lontananza appaiono non ben definiti e molto poco dettagliati, e i riflessi del nostro personaggio su superfici lucide mostrano qualche difetto che poteva essere evitato.
Rispetto alla beta provata (sempre su PS4) i cali di frame sono sicuramente diminuiti, e certe parti della città che prima erano inesplorabili proprio per questo problema, ora sono tranquillamente visitabili. Purtroppo, però, durante alcuni combattimenti e azioni frenetiche ho notato ancora qualche leggero calo di frame rate, comunque non così grave come evidenziato nell’anteprima. Siamo fiduciosi in DICE e attendiamo il rilascio una patch risolutiva, così da gustare appieno anche i momenti più intensi nella campagna.
PUNTI DI FORZA
- Trama coinvolgente
- Mappa enorme con tantissimi collezionabili e missioni secondarie
- Sistema di movimento vario e praticamente perfetto
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Grafica non all’altezza della next-gen
- Combattimenti spesso monotoni
- Leggeri e rari cali di frame
Grandi passi in avanti in determinati aspetti, che però non vengono accompagnati da una grafica all’altezza del titolo e delle nuove tecnologie: insomma, dopo 8 anni dal primo capitolo ci aspettavamo di più, sia in campo grafico ma anche per quanto riguarda i combattimenti. Le numerosissime missioni secondarie, i collezionabili e la trama risollevano sicuramente la giocabilità di Mirror’s Edge Catalyst, anche se in certi momenti si ha l’impressione di rimanere disorientati, e in questo aiutano molto le varie cutscene. La modalità multigiocatore, come analizzato approfonditamente nella beta, è sicuramente una grande aggiunta che permette di aumentare la longevità del titolo, vista anche la perfetta implementazione che non presenta particolari difetti.
Un titolo che si configura sicuramente come un “must” per gli amanti del genere ma comunque un gioco da provare anche per chi ci si approccia per la prima volta.
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