Home Videogiochi Recensioni [Recensione] Mortal Shell – Un Soulslike dalle grandi ambizioni

[Recensione] Mortal Shell – Un Soulslike dalle grandi ambizioni

Non sono molte le software house a cui viene dato il merito di aver creato un genere videoludico. Tra queste troviamo senza dubbio From Software, azienda che con Demon’s Souls prima e con Dark Souls, Bloodborne e Sekiro: Shadows Die Twice poi, ha dato vita al genere dei Soulslike. Come avviene in gran parte dei settori industriali, anche in quello videoludico dopo ogni innovazione si ha un periodo di imitazioni. Negli ultimi anni abbiamo assistito infatti a molte imitazioni dei giochi From Software (vedi Lords of the Fallen, The Surge, Ashen o Hellpoint). L’ultimo arrivato è Mortal Shell, titolo sviluppato da Cold Symmetry e pubblicato da Playstack. Dopo la beta dello scorso luglio, il gioco ha suscitato molto interesse, attirando l’attenzione di molti videogiocatori. Cold Symmetry sarà riuscita a creare un titolo degno dei capolavori From Software? Bè scopritelo con noi continuando a leggere la recensione dedicata a Mortal Shell; vi auguriamo una buona lettura.

Note: La versione provata è quella PS4

Non una semplice copia

Nonostante un team composto da appena quindici persone, Cold Symmetry è riuscita a creare un gioco con una propria identità, senza limitarsi ad un “semplice” copia e incolla dei titoli From Software. Mortal Shell riesce infatti ad innovare e rinnovare molte delle meccaniche dei Soulsike, mantenendo e mixando le solide basi del genere. In Mortal Shell troviamo infatti Tar e Visioni, l’equivalente delle anime di Dark Souls, ed un gameplay più “Bloodbordiano“. Gli sviluppatori si sono ispirati anche al più recente Sekiro, riprendendo la meccanica della doppia morte. Questo perchè il protagonista di Mortal Shell è un’anima che potrà prendere il controllo di corpi esanimi, denominati “involucri”. Una volta morti, il gioco ci permetterà di rientrare nel corpo utilizzato ed avere una seconda chance. Per quanto riguarda la storyline di fondo, in Mortal Shell torna il concetto di “lore“. Non troverete infatti scene esplicative ma solo le descrizione di involucri e oggetti. Oggetti che, in Mortal Shell sono caratterizzati dalla familiarità. Ciò significa che solo utilizzando un determinato equipaggiamento potremo scoprire (o migliorare) il suo effetto. Si tratta di una meccanica decisamente interessante che invoglia il giocatore a consultare il proprio inventario. Tra l’altro anche la Cura viene gestita diversamente. Niente Fiale di Sangue o Fiaschette Estus: per curarvi dovrete affidarvi ai funghi, oggetti consumabili che si trovano in punti specifici della mappa. Ovviamente, per bilanciare il tutto, gli sviluppatori hanno previsto un tempo di cooldown tra una raccolta e l’altra. Purtroppo il sistema non ci ha convinto a pieno, considerando che i punti di spawn non sono distribuiti in maniera omogenea nella mappa. In alternativa potrete comunque acquistare le cure dal mercante o esplorare la mappa in cerca di altri oggetti curativi.. In ogni caso, il vero punto di forza di Mortal Shell è rappresentato dal gameplay e, in particolare dalla pietrificazione, meccanica di cui parleremo più approfonditamente nel prossimo pagrafo.

Il miglior attacco è la difesa

Il combattimento di Mortal Shell si basa sulla meccanica della pietrificazione. Tramite la pressione del tasto R2 (PS4) è infatti possibile pietrificare il nostro involucro, rendendolo invulnerabile dagli attacchi nemici per un breve periodo di tempo. La mossa può essere anche legata agli attacchi, pesanti o leggeri che siano. Ciò rende il gameplay interessante e piuttosto tecnico, permettendo un approccio più aggressivo. In questo senso Mortal Shell si avvicina maggiormente al combattimento di Bloodborne, invitando il giocatore ad attaccare. Ovviamente, per evitare di abusare della pietrificazione, Cold Symmetry ha inserito un tempo di cooldown tra un utilizzo e l’altro. Oltre alla classica schivata/rotolata, in Mortal Shell troviamo anche il parry. Ciò grazie al “Sigillo Ossidato“, un particolare talismano con cui parare i colpi nemici ed eseguire un’esecuzione. Esecuzione che, tra le altre cose, permetterà al nostro alter-ego di recuperare diversi punti vita. Insieme alle meccaniche difensive troviamo anche quelle di attacco che, fondamentalmente, si compongono di attacco leggero (L1), attacco pesante (L2) e attacco in salto. A fronte di quanto scritto, Mortal Shell si rivela meno punitivo di Dark Souls. Nonostante ciò la morte rimarrà sempre dietro l’angolo. Questo perchè durante l’avventura avrete a che fare con gruppi di nemici, particolarmente difficili da gestire considerando i loro attacchi simultanei. Si tratta di una chiara scelta di design, utile a nascondere i pattern d’attacco nemici, piuttosto prevedibili in uno scontro 1 vs 1. Ovviamente, trattandosi di un Soulslike, troveremo delle boss fight da affrontare. Sebbene gli scontri con i boss non siano al pari di quelli From Software, dobbiamo ammettere di averli apprezzati, sia a livello di gameplay che di design.

Scegli il tuo involucro

Altra differenza sostanziale rispetto ai titoli From Software riguarda la progressione del personaggio. In Mortal Shell, infatti, non si hanno statistiche da livellare per potenziare il personaggio. Tutto ruota intorno a delle classi predeterminate che, di fatto, sono rappresentate dagli involucri (quattro in totale). Ogni involucro si differenzia dall’altro per Robustezza, Resistenza e Determinazione, parametri che incidono su Vita, Stamina e Determinazione, quest’ultima fondamentale per utilizzare le mosse speciali delle armi (ne parleremo a breve). In ogni caso tali build non sono potenziabili, almeno per quanto riguarda i parametri descritti poco sopra. Ciò non significa che Mortal Shell non abbia un sistema di progressione. Ogni involucro è infatti dotato di determinate abilità, sbloccabili tramite Tar e Visioni, i punti esperienza del gioco. Se alcune abilità sono comuni a tutte le classi, altre sono specifiche e uniche. La cosa interessante è che in Mortal Shell potremo switchare continuamente le classi, scegliendo ogni volta quella più consona al tipo di nemico da affrontare. Tuttavia, per poter cambiare involucro dovremo necessariamente possedere delle “Effigi” o, in alternativa, recarsi presso l’hub centrale. Accanto alla progressione degli involucri troviamo quella delle armi. In particolare il gioco ci offre un totale di 5 armi: la Lama del Martire, la Spada Consacrata, il Martello, Martello e Scalpello (doppia mano) e la Lancia. A queste si aggiunge la balestra, utile per eseguire attacchi dalla distanza. Ogni arma è potenziabile presso l’hub centrale o presso le incudini sparse per la mappa. Il tutto a patto di avere acidi tempranti, l’equivalente dei frammenti di titanite. Oltre ad aumentare il livello dell’arma potremo aggiungere nuovi accessori, utili a sbloccare abilità speciali attivabili consumando la barra della Determinazione. Come per gli involucri, anche per le armi lo switch è possibile usando oggetti consumabili, accedendo all’hub o presso i checkpoint in cui avrete ottenuto ogni singola arma.

mortal shell guida

Disorientamento ambientale

La forza dei Soulslike From Software deriva in gran parte dal level-design delle mappe. Ogni area è infatti unita all’altra tramite un profondo sistema di collegamenti e shortcuts. Con Mortal Shell Cold Symmetry ha provato a ricreare un mondo altrettanto ispirato, senza raggiungere tuttavia l’obiettivo desiderato. Questo perchè le mappe risultato dispersive e troppo confusionarie, disorientando il giocatore. Ciò risulta chiaro fin dalla prima area di gioco Fallgrim. La mappa, oltre a contenere l’hub centrale, è composta da diversi percorsi da esplorare. Percorsi che risultano difficili da memorizzare e che spesso rendono l’esplorazione un vero labirinto. Per facilitare la progressione troverete cunicoli e shortcuts. Purtroppo, il risultato non è quello sperato, lasciando inalterato il senso di smarrimento e disorientamento. Tra l’altro, lo spostamento da un’area all’altra è separata da caricamenti, spegnendo un po’ l’interconnessione della mappa. In ogni caso Mortal Shell prevede un sistema di checkpoint, in cui troveremo Sorella Genessa, NPC presso cui sbloccare nuove abilità. Tuttavia i checkpoint non sono provvisti di un sistema di fast travel, almeno in senso stretto. Questo perchè l’unico modo per spostarsi da una zona all’altra è quella di comprare le “Maschere Ornate”, consumabili che potremo acquistare alla modica cifra di 30 Visioni. Ciò significa che non potrete spostarvi a vostro piacimento, costringendovi a fasi di backtracking piuttosto estenuanti. Quanto detto non significa che l’atmosfera di Mortal Shell sia poco ispirata. A livello artistico, infatti, gli sviluppatori hanno svolto un ottimo lavoro, ricreando ambientazioni suggestive, oscure e oniriche, ricordando molto quelle viste nei giochi From Software. A livello tecnico troviamo qualche incertezza, come si evince dalle animazioni dei nemici o dal movimento della telecamera, un po’ ballerina in alcuni frangenti. Graficamente il gioco si difende discretamente, anche se alcune texture risultano poco definitive. Buona la traduzione in italiano, sia per quanto riguarda i sottotitoli dei dialoghi che la descrizione degli oggetti e del menù di gioco.

[Guida] Mortal Shell – Consigli per sopravvivere

Punti di Forza

  • Il gameplay ha dei buoni spunti;
  • La familiarità degli oggetti è una buona trovata;
  • Sistema di involucri interessante.

Punti di Debolezza

  • Backtracking troppo invadente;
  • Level design non sempre ispirato;
  • Qualche problema tecnico.

Con Mortal Shell Cold Symmetry si è ispirato ai capovalori targati From Software. Ciò nonostante il titolo non è un mero copia e incolla di Dark Souls e compagni. Questo perchè gli sviluppatori hanno voluto innovare e rinnovare il genere inserendo meccaniche molto interessanti. La pietrificazione e la presenza degli involucri rappresentano i punti più riusciti della produzione rendendo Mortal Shell un titolo con una propria identità. Rimangono tuttavia alcune magagne tecniche e un’ambientazione che, seppur artisticamente ispirata, non regge il confronto con Dark Souls e compagni. In ogni caso Mortal Shell rimane un piccolo miracolo, considerando che l’intero progetto è stato portato avanti da un team di appena quindici persone. Se siete in cerca di un Soulslike che si differenzi dagli altri titoli del genere, Mortal Shell fa sicuramente al caso vostro.

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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