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[RECENSIONE] Persona 5 Strikers

L’unione Atlus-Omega Force ha finalmente dato i suoi frutti: annunciato nei primi mesi del 2019, Persona 5 Strikers ha raggiunto gli scaffali d’occidente dopo il ritardo causato dall’emergenza sanitaria. Il titolo ci era stato presentato come un musou nel quale rivestire di nuovo i panni dei nostri cari Phanthom Thieves of Hearts. In realtà Persona 5 Strikers è al cento percento il sequel di Persona 5 (e non di Persona 5 Royal, badate bene), ma ha un’identità molto più simile all’action RPG che al musou.

Indossiamo nuovamente le maschere e scopriamo insieme se il seguito dell’avventura di Joker e compagni ha senso di esistere: di seguito la nostra recensione, priva di spoiler riguardanti gli snodi principali della trama.

Versione provata: PC

Delle vacanze estive a dir poco movimentate

Come già accennato, Persona 5 Strikers è di fatto il diretto seguito di Persona 5: pur non comprendendo i personaggi e le vicende esclusive della versione Royal, il titolo riprende i protagonisti dell’originale per proseguirne la storia, introducendo a sua volta nuovi compagni di avventura senza abbandonare il classico party al quale siamo affezionati. Ritroviamo il carismatico Joker, quello scavezzacollo di Ryuji, l’intelligente gatto parlante Morgana, la timida hacker Futaba, la bellisisma Ann e tutto il resto della compagnia. Persona 5 Strikers presuppone che il giocatore sia già al corrente delle vicende narrate nell’originale Persona 5, che conosca già i personaggi e i luoghi che andremo nuovamente a visitare. Questo è un aspetto importante da sottolineare subito: se per i Ladri rubacuori più navigati sarà soltanto un piacere e un’immensa soddisfazione tornare a Tokyo e dintorni, per i neofiti Persona 5 Strikers potrebbe non essere un titolo adatto. Seguire la trama e gli scambi di battute (davvero prolissi) dei personaggi potrebbe infatti risultare noioso e confuso, se non si conoscono le vicende pregresse.

Fatta questa doverosa premessa, parliamo brevemente della contestualizzazione del titolo: Joker e Morgana tornano a Yongen Jaya in occasione delle vacanze estive. Come promesso ai suoi compagni infatti, l’intenzione è quella di trascorrere insieme i mesi più caldi per godersi un allegro viaggio verso le mete più suggestive del Giappone. Il nostro protagonista tornaa Tokyo al termine della scuola e subito si incontra con gli altri nel vecchio ritrovo, accolti dal burbero Sojiro. Non fanno in tempo ad accordarsi riguardo la prima meta estiva da visitare che una nuova minaccia si prospetta all’orizzonte e i Phanthom Thieves sono richiamati all’azione.

Nei sei mesi di calma apparente appena trascorsi, un pericolo invisibile ha iniziato a serpeggiare tra la popolazione nipponica, cibandosi come di consueto delle paure e dei desideri più nascosti delle persone. L’intricata vicenda sarà ancora una volta basata su una non troppo velata critica sociale, andando a delineare una cospirazione che interessa tematiche come il bullismo, la corruzione, l’influenza degli idol in un mondo sempre più digitalizzato e basato sulle apparenze.

I Fantomatici Ladri di cuori si ritrovano catapultati nel Metaverso. Joker dovrà di nuovo lottare per riprendere le fila del proprio destino, rivisitando la Velvet Room e indagando, supportato dai propri fedeli amici, riguardo le delicate problematiche sociali che hanno portato alla nascita della corruzione. I Palazzi sono qui sostituiti dalle Prigioni, aree vastissime che rappresentano i luoghi più iconici di Tokyo, Kyoto e Sapporo nelle quali dilaga la nuova minaccia e le persone restano intrappolate, prive di libero arbitrio e del tutto soggiogate alle loro ossessioni. Il compito dei Phanthom Thieves è balzare agilmente tra mondo reale e Metaverso alla ricerca di indizi fondamentali per identificare i Monarca, i boss della zona che hanno perduto la loro umanità a causa del loro difficile passato.

Questa volta però la minaccia è duplice, in quanto i nostri cari Ladri sono le vittime di un complotto che sta infamando la loro reputazione: l’ispettore di polizia Zenkichi Hasegawa infatti, spiega ai ragazzi che tutti gli indizi porterebbero a pensare che la causa dei recenti incidenti siano proprio i Phanthom Thieves. L’obiettivo quindi è riportare l’ordine e ripulire la propria immagine ormai compromessa.

Si rispolverano maschere e travestimenti e, accompagnati da una nuova simpatica amica, l’intelligenza artificiale Sophia, ci si rituffa nell’azione: letteralmente, dato il mare di nemici che bisognerà affrontare.

Tra musou, action RPG e visual novel

La grande novità di Persona 5 Strikers è il sistema di combattimento. Nonostante ci sia stato annunciato come tale, il titolo ha molto poco a che fare con il classico musou: l’unico elemento decisamente proprio del genere sono infatti le orde di nemici che attaccano i protagonisti in gruppo o in ondate. Se un giocatore puntasse solo ed esclusivamente ai combattimenti frenetici e serrati, Persona 5 Strikers sarebbe di sicuro una delusione: il titolo infatti presenta dei combattimenti molto più simili all’action RPG che al musou, nei quali la strategia, la scelta della squadra e delle Personae sono fondamentali per avere la meglio. Inoltre è importantissimo sottolineare come il combattimento sia solo una delle tante componenti che vanno a costituire le circa 40 ore di gameplay (che possono arrivare fino a 50-60 se si contano anche le missioni secondarie). Persona 5 Strikers è infatti molto più simile al suo predecessore di quanto non ci potessimo immaginare: la narrativa rimane preponderante e si snoda attraverso dialoghi accattivanti e vivaci, come la serie Persona ci ha sempre abituati. Non va dimenticato che questi ultimi arrivano a durare anche una buona mezz’ora (si sa, ai ragazzini piace chiacchierare), in perfetto stile “visual novel”. Per i giocatori più dediti all’azione e allo scontro queste sezioni potrebbero risultare eccessivamente tediose nonostante la possibilità di mandare avanti velocemente i dialoghi (mossa comunque non saggia se si vuole capire qualcosa di cosa diavolo stia succedendo).

L’esplorazione del mondo reale è ridotta all’osso e alleggerita di tutte quelle piccole distrazioni e attività extra che si poteva scegliere di affrontare nel titolo originale, passeggiando tra vicoli e negozietti di Tokyo. L’ambientazione risulta molto più spoglia e meno viva di quanto non fosse nel classico Persona 5. Il Metaverso invece rimane un luogo intricatissimo, da poter esplorare con più libertà fino a dirigersi al classico punto esclamativo rosso che indica l’obiettivo da raggiungere. Spesso e volentieri, per passare da un’area all’altra, sarà necessario sbloccare cancelli, attivare dispositivi e trovare vie alternative per superare qualche ostacolo che ci sbarra la strada. Per giungere al cuore di una Prigione servono diverse ore e altrettanti andirivieni tra Metaverso e mondo reale: per fortuna i checkpoint sono abbastanza da consentirci di tornare a Yongen Jaya e ripristinare HP, SP e risorse quando siamo allo stremo, nonché salvare la partita. Utilizzare i checkpoint non ha alcun risvolto negativo, sarà anzi fondamentale per non farsi sopraffare.

Continuando ad analizzare similarità e differenze con l’originale, bisogna notare che in questo seguito non è possibile aumentare il proprio livello di intesa e di socialità con i vari personaggi, che si considerano già legati al protagonista in maniera indissolubile. È però presente una speciale barra “Legame” che si riempie vincendo gli scontri e completando alcune sezioni di trama: i punti ottenuti servono per acquisire potenziamenti e abilità.

In Persona 5 Strikers il tempo scorre col proseguire della narrazione: il calendario non è gestibile dal giocatore, che non può scegliere come affrontare la propria giornata, ma si limita ad essere un vezzo per orientarsi nella più inusuale delle estati giapponesi.

Ma veniamo al combat system: i combattimenti di Persona 5 Strikers sono divertenti e caotici, ma meno casuali di quanto ci si potrebbe aspettare. I comandi da padroneggiare sono tanti, come sono moltissime le possibili soluzioni che il giocatore può scegliere di adottare per farsi strada tra le orde di nemici. Ogni personaggio ha caratteristiche e abilità proprie, ma in generale tutti possiedono un attacco standard, un assalto speciale, un’arma da fuoco (le cui munizioni si ricaricano ad ogni scontro) e, ovviamente, le skill delle rispettive Personae. Ancora una volta Joker può servirsi di più Personae, mentre gli altri personaggi avranno un unico compagno di battaglia sul quale fare affidamento.

Anche in Persona 5 Strikers tornano le debolezze e resistenze elementali sia per le Ombre che per i nostri cari Phanthom Thieves. È in questo quadro che si inserisce l’elemento strategico, davvero importante per non perire. Il titolo infatti è afflitto da un bilanciamento non proprio brillante, che rende certi boss e miniboss piuttosto ostici se non ci si prepara a dovere. Il titolo presenta comunque tre livelli di difficoltà, che possono essere cambiati anche durante l’avventura, nel caso questa risultasse troppo frustrante. Non è raro incappare in una fase particolarmente soverchiante, nella quale i nostri personaggi verranno annientati in pochissimo tempo, per poi invece incontrare nemici decisamente debolucci.

Muoversi nello scenario è fondamentale per non venire letteralmente inghiottiti dalle orde nemiche: schivare e portarsi fuori dal raggio d’azione dei boss è importante, ma Persona 5 ci offre in questo senso un giocoso divertimento in più. È possibile infatti sfruttare le ambientazioni per portarsi in salvo e sferrare colpi speciali che aiutano a pulire l’area e stordire i nemici: premendo B infatti, Joker salterà sui lampioni o altri elementi sospesi, guizzerà su una macchina o su uno skateboard per sfruttarne le potenzialità in combattimento. Gli stessi elementi dello scenario possono essere sfruttati anche fuori dalla battaglia, per assaltare le Ombre senza farsi vedere e guadagnare così l’enorme vantaggio dell’effetto sorpresa.

Le mosse speciali da poter eseguire in battaglia sono davvero moltissime. Dal teatralissimo Showtime alla Staffetta, i combattimenti risulteranno sempre piuttosto vari e ricchi di… colpi di scena.

Menzione speciale va al personaggio della simpatica Futaba, che acquisisce un’utilità speciale in questo seguito: l’hackeraggio diventa infatti fondamentale per superare alcune barriere, che la ragazza riuscirà prontamente ad abbattere nel giro di qualche minuto. Nel frattempo gli altri Ladri saranno impegnati a difenderla da diverse ondate di nemici.

A completare il già ricchissimo quadro ci sono le sopramenzionate Personae, fondamentali per sfruttare le debolezze dei nemici. Raccogliendo le maschere che vengono talvolta lasciate cadere dai nemici durante gli scontri, sarà possibile evocare nuovi companion per il nostro Joker attraverso la Velvet Room. Nella misteriosa stanza è possibile inoltre aumentare il livello delle Personae o fonderle per creare entità sempre più potenti.

Ladri di stile

Si sa, nella serie Persona lo stile è tutto. Persona 5 Strikers segue ottimamente le orme dei suoi predecessori e si riconferma un gioco divertentissimo, dinamico, dal design in stile anime ricco di colori e animazioni ben curate. Non abbiamo riscontrato particolari miglioramenti rispetto a Persona 5, ma l’effetto generale è comunque decisamente piacevole, non tanto per quanto riguarda gli ambienti (a volte un po’ spogli) ma per tutto ciò che concerne menu e correlate animazioni: il nuovo “negozio” ad esempio, accessibile direttamente dallo smartphone di Joker e gestito dall’adorabile Sophia, ha un design irresistibile.

Le texture e i modelli poligonali dei personaggi avrebbero invece bisogno di una svecchiata, anche se contribuiscono a ricreare un certo effetto nostalgia per chi ha speso in passato centinaia di ore sull’indimenticabile Persona 5.

Non possiamo non concludere la nostra recensione menzionando Shoji Meguro, il compositore che continua a rendere la colonna sonora della serie Persona tra i fiori all’occhiello dell’esperienza e, in generale, del mondo videoudico. I brani cantati da Lyn Inaizumi accompagnano i combattimenti dando quello sprint e quella adrenalina in più che rendono il tutto più frenetico e divertente. Difficile non mettersi a canticchiare.

Il doppiaggio giapponese è di sicuro gustosissimo, anche se un po’ scomodo dato che è impossibile e macchinoso dover per forza leggere tutti i testi che compaiono a schermo. Il doppiaggio inglese è ottimo, mentre i testi in italiano non sono sempre accurati, in particolare in alcune missioni secondarie.

PUNTI DI FORZA

  • L’avventura dei Phanthom Thieves continua!
  • I combattimenti sono frenetici e divertenti al punto giusto
  • Tanto tanto stile, dalle musiche ai dialoghi fino al design dei personaggi

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Bilanciamento della difficoltà non proprio riuscito
  • Nessuna sostanziale innovazione grafica rispetto all’originale
  • Sconsigliato a chi non conosce Persona 5

Persona 5 Strikers è in tutto e per tutto il seguito di Persona 5. In un titolo che mischia meccaniche musou, action RPG, strategia e tanta narrazione, lo stile frenetico e accattivante che caratterizza il franchise non si perde ma anzi, ritorna in un capitolo divertente e tutto da scoprire. L’estate dei Phantom Thieves of Hearts è ricca di avventure, colpi di scena e siparietti esilaranti, tra orde di nemici da affrontare nel Metaverso e deliziose abbuffate di dolciumi a Sendai. La critica sociale si mischia allo stile frizzante di Persona 5 Strikers e dei suoi protagonisti, che seguiamo in un interessante e a tratti istruttivo viaggio alla scoperta di alcuni luoghi caratteristici del Giappone. Per i neofiti il titolo potrebbe risultare incomprensibile, in quanto dà per scontato che si conoscano già gli avvenimenti dell’originale Persona 5. Per i veterani invece… bentornati, lasciarsi rubare il cuore ancora una volta da Joker & co. sarà un vero spasso!

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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