Riportare in auge una serie come Pro Evolution Soccer, dopo il disastro con PS3, generazione in cui PES arrivava da vincitore rispetto alla concorrenza non era cosa facile. Tuttavia Konami ha deciso di rimboccarsi le maniche e di lavorare sodo per tornare su PS4 (Xbox One e PC) più agguerrita che mai. Il vero salto di qualità si è visto con PES 2017, sia a livello visivo che tecnico. Con PES 2018 l’azienda nipponica aveva l’obbligo di continuare migliorando quanto presente nel precedente capitolo. Sarà riuscita nel proprio compito? Bè scopritelo continuando a leggere la recensione di PES 2018.
Nota: la versione testata è quella PS4.
AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO
Pad alla mano ci siamo immediatamente cimentati nella modalità esibizione per testare a fondo il gameplay. Il feeling con i giocatori è stato ottimo fin da subito, soprattutto grazie all’implementazione del Real Touch +, upgrade del Real Touch di PES 2017. Questa nuova feature permette un controllo più realistico dei giocatori che ora riusciremo a comandare a 360° e in modo fluido. Importante sottolineare che il Real Touch + è calibrato in base alle statistiche di ogni giocatore; ciò significa che un giocatore “massiccio” sarà più lento a girarsi ma avrà una potenza e una forza che gli consentiranno di resistere ai contrasti avversari. Anche in PES 2018 quindi gli sviluppatori hanno puntato tantissimo sul realismo. Quanto detto è confermato dal fatto che durante le partite ogni giocatore della nostra squadra si trova al posto giusto nel momento giusto: questo per dire che la squadra risponde perfettamente alle nostre esigenze. Ad esempio, nel caso in cui trovassimo difficoltà ad avanzare nella trequarti avversaria l’attaccante ci verrà incontro per darci appoggio.
Abbiamo notato inoltre un netto miglioramento della difesa che adesso manterrà la posizione (sono finiti fortunatamente i tempi in cui i centrali di difesa si alzavano fino a centrocampo per poi prendere goal su contropiede avversario). Insomma, come avrete avuto modo di capire, in PES 2018 tutto funziona a dovere e ciò ci permette di costruire azioni avvincenti grazie all’aiuto dei compagni che difficilmente sbaglieranno a muoversi. Anche la fisica della palla ha subìto un restyling: in PES 2018 infatti la palla reagisce perfettamente al modo in cui viene colpita la palla prendendo direzioni finalmente realistiche (molto bello l’effetto della palla nei filtranti) anche se permane troppa potenza nei tiri dalla distanza, anche quando il giocatore tira da fermo. Notevolmente migliorati anche i portieri, ora più reattivi sia dalla breve che dalla lunga distanza anche se le animazioni ancora non sono ottimizzate al massimo, soprattutto durante i tuffi.
Ovviamente torna in grande stile anche il Fox Engine, motore grafico utilizzato da Konami che riesce a dare a questo titolo un valore aggiunto non indifferente. I calciatori (almeno i più famosi) sono realizzati in maniera impeccabile, così come gli stadi e l’atmosfera generale di gioco, trasmettendo al giocatore sensazioni uniche. Inoltre il motore grafico sia stato finalmente ottimizzato considerando che i cali di frame-rate durante le esultanze dei giocatori non sono più così evidenti e fastidiosi come in passato.
NUOVE E VECCHIE MODALITA’
Dopo aver testato approfonditamente il gameplay abbiamo dato un’occhiata alle modalità presenti in PES 2018. Molte di queste sono modalità storiche della serie. Oltre alla possibilità di giocare le varie coppe licenziate (Champions League, Europa League e la AFC), ritroviamo la Master League e Diventa un Mito, rimaste pressoché invariate rispetto a quanto visto su PES 2017. Sinceramente ci saremmo aspettati qualche passo in avanti per quanto riguarda le modalità in avanti che invece tendono a rimanere ancora troppo ancorate al passato. Tuttavia bisogna segnalare la presenza della modalità “Partita selezione casuale” che permette di giocare match con squadre i cui giocatori sono stati mischiati prima del calcio d’inizio. Prima di scendere in campo potremo decidere, tramite un’apposita schermata, quale giocatore casuale scambiare e quale bloccare così che il giocatore avversario non possa sceglierlo. Passando invece alle modalità online torna in grande spolvero MyClub, modalità che ci permette di creare la nostra squadra dei sogni comprando i nostri giocatori preferiti . Ovviamente potreste pensare che MyClub sia la copia spiccicata di Fifa Ultimate Team ma, in realtà, le cose non stanno propriamente così, considerando che MyClub ha delle interessanti feature che la differenziano da FUT. Innanzitutto, in MyClub l’acquisto dei giocatori avviene tramite degli osservatori, ognuno dei quali avrà determinati parametri di ricerca. Ovviamente, utilizzando più osservatori contemporaneamente potremo arrivare a definire un giocatore che possiede tutte le caratteristiche che cerchiamo per completare la nostra squadra. In secondo luogo, ad ogni partita, i nostri calciatori aumenteranno le proprie statistiche.
Come avrete capito quindi, in MyClub, oltre a migliorare l’intesa della squadra, aumenteranno anche i parametri di ogni singolo giocatori. Ciò vi permetterà quindi di decidere se comprare subito giocatori più forti o se investire sui vostri calciatori, così da farli crescere. Tra i vari giocatori che potremo ingaggiare troveremo inoltre nuove leggende, tra cui i giocatori di Inter, Liverpool e Barcellona , oltre alla possibilità di poter avere in squadra un certo Usain Bolt. Sempre per quanto riguarda la componente online bisogna sottolineare l’aggiunta della cooperativa online, che vi permetterà finalmente di giocare con i propri amici fino ad un massimo di 3 Vs 3. Importante parlare anche del netcode che, dopo un’attenta prova, possiamo definire sufficientemente stabile. Unica pecca riguarda il matchmaking, che risulta ancora molto macchinoso rispetto alla concorrenza, considerando i lunghi tempi di attesa e considerando che, nella maggior parte dei casi, ci siamo ritrovati a dover scontrarci con squadre molto più forti della nostra.
SI MA….LE LICENZE?
E’ cosa risaputa che le tradizioni non si cambiano. Anche in questa recensione dedicata al nuovo capitolo di Pro Evolution Soccer siamo infatti arrivati a parlarvi delle licenze, punto debole che ha reso negativamente celebre la serie. Anche in PES 2018 continua ad essere drammatica la situazione delle squadre e dei campionati licenziati. Ancora una volta ci ritroviamo con una PM Black White (Juventus) in Serie a, un London FC (Chelsea) in Premier League e un MD White (Real Madrid) in Liga. E queste sono solo alcune delle squadre più blasonate senza licenza in PES 2018. Da segnalare l’assenza della Bundesliga, eccezion fatta per il Borussia Dortmund, unica squadra tedesca presente. Purtroppo quindi, anche per quest’anno dovremo fare a meno di squadre e campionati importanti, nonostante la presenza di Champions ed Europa League che però non riescono a rimpiazzare le mancanze sopra citate (anche perché molte delle squadre non licenziate o non presenti all’interno del gioco si ritrovano all’interno dei gironi delle due coppe).
Nonostante ciò segnaliamo la presenza di una bella soundtrack che vi terrà compagnia durante le vostre sessioni di gioco e la presenza di aggiornamenti finalmente rapidi, soprattutto per i trasferimenti dei giocatori.
PUNTI DI FORZA
- Gameplay ragionato e realistico;
- Finalmente la cooperativa online…;
- Il Fox Engine è una garanzia.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Assenza di Licenze importanti;
- Modalità offline poco innovative;
- …ma il matchmaking lascia a desiderare.
Abbiamo iniziato questa recensione chiedendoci se Konami sia o meno riuscita a migliorare quanto visto in PES 2017. Bè la risposta è senza ombra di dubbio sì: in PES 2018 possiamo notare un gameplay molto più fluido grazie all’implementazione del Real Touch Plus. Purtroppo però, alcune delle debolezze che hanno contraddistinto la serie sono rimaste tali anche in PES 2018, prima su tutte la mancanza delle licenze, di cui un gioco sportivo non può più fare a meno di questi tempi (nonostante l’editing permetta di inserire maglie e loghi di squadre e campionati).
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