Esistono giochi che non esistono. Ma esistono anche giochi che non dovrebbero esistere. Skull Island: Rise of Kong, la nuova fatica di IguanaBee (già il nome è tutto un programma), è l’esempio lampante di una produzione confusa, una comunicazione assurda e un risultato finale che fa accapponare la pelle. Voci sostengono che Ultron, nel secondo film della saga Avengers, abbia deciso di sterminare l’umanità proprio dopo aver visto il primo gameplay di questo gioco. Ma andiamo per gradi.
Tranquilli, non sarà una recensione molto lunga. Non solo non ne sentiamo il bisogno, ma vogliamo anche al più presto dimenticare questo abominevole videogioco che in poche ore è riuscito a eclissare completamente il disastro chiamato The Lord of the Rings: Gollum di Deadalic e si candida per il gradino più alto del podio di gioco più brutto dell’anno. Tutto questo perché, semplicemente, Rise of Kong è un gioco completamente sbagliato in tutte le sue componenti.
Kong, kosa ciera in quella banana?
A partire dalla storia, che vede Kong vendicare i suoi genitori dopo che un altro predatore alpha di nome Gaw li ha uccisi, non c’è assolutamente nulla di riuscito nell’avventura del Re di Skull Island, il quale sin dal primo istante fa capire le aspettative per l’intera produzione: basse, bassissime, quasi infinitesimali. Tutti gli ambienti della mitica isola abitata da mostri, una location teoricamente molto evocativa e caratteristica, sono caratterizzati da una povertà artistica e poligonale impressionante: non si erra nel pensare che Rise of Kong avrebbe potuto tranquillamente girare su PS2, console sulla quale, comunque, sarebbe stato ancora una volta un prodotto pessimo.
Vero, i famosissimi IguanaBee probabilmente non avevano tra le mani fondi illimitati, ma gli escamotage potevano essere vari. Eppure, nessuno di questi è stato usato: i modelli di Kong e dei nemici sono arretratissimi, le animazioni quasi preistoriche (no, non è un omaggio a Skull Island e ai suoi ancestrali mostri), l’illuminazione è semplicemente devastante tra un utilizzo assurdo della foschia per coprire i difetti maggiori (che comunque si vedono) e una gestione delle ombre sulla quale fatichiamo a trovare altri aggettivi. Le ambientazioni non sono mai interessanti, e anzi si ha l’impressione, avanzando nel gioco, che gli sviluppatori neanche sapessero all’inizio della produzione quale sarebbe stato il focus del gioco.
Ma questo è nulla di fronte alla componente ludica vera e propria, il disastro finale di questo minestrone di fuffa digitale venduta all’esorbitante prezzo di 50 euro – proposto però con un imperdibile sconto del 25% se siete abbonati a PS Plus, il che vi porterà a buttare nel gabinetto soltanto 37,49 euro. Comandare Kong è estenuante, il personaggio è lento e non si ha mai davvero l’impressione di capire dove sta andando, o anche solo di fargli percepire il senso del movimento. Il combat system, poi, non esiste: basta spammare ripetutamente un singolo tasto in una qualsiasi direzione (tanto poi fa tutto il gioco), e nulla, ma proprio nulla, offre un qualsivoglia senso di progressione arrivati al termine di questo scempio. Senza dubbio, l’esperienza più terribile mai affrontata da molti anni a questa parte, di cui non si salva nulla ad eccezione forse dell’artwork di copertina. Fine.
Sapete qual è la cosa divertente, in chiusura? Skull Island: Rise of Kong ha superato i parametri di test di PlayStation Store, mentre XDefiant, lo sparatutto free to play di Ubisoft, no. Quanto è bizzarra la vita, a volte…
Review Overview
Riassunto
Skull Island: Rise of Kong è un titolo sbagliato, l'oscena esaltazione di uno dei più celebri mostri del cinema, un videogioco semplicemente inaccettabile sotto tutti i punti di vista. Non compratelo, a meno che non vogliate fare un dispetto a voi stessi o a qualche vostro nemico.
Pro
NULLAContro
TUTTO- Concept & Trama4
- Gameplay3.5
- Comparto Artistico2
- Comparto Tecnico2
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