Visore in testa, pad alla mano e si inizia. Starblood è un nuovo sparatutto di Sony San Diego e Whitemoon Dreams che ho potuto provare con più calma dopo la prima prova avuta al VR Experience, evento al quale abbiamo partecipato e che ci ha permesso di toccare con mano le prossime uscite previste per il visore di realtà virtuale del colosso giapponese.
Ad un primo sguardo mi aveva ricordato uno dei primi giochi usciti per questo dispositivo, parlo di Rigs ma dopo averlo giocato questa sensazione è subito scomparsa. Si parte subito con il tutorial, abbastanza lento nella sua spiegazione a mio avviso, che ci darà il quadro generale dei comandi di movimento e della selezione dei vari tipi di arma a disposizione nella nostra navicella. Una volta finito il tutorial si inizia a giocare. Starblood Arena entra finalmente nel vivo.
ARENAAAAA
Ci troviamo infatti in uno shooter che sembra abbastanza classico, ma dove la cura nella creazione delle varie mappe supera quella vista in molti altri titoli. Quest’ultime sono di media dimensione ma ben fatte, nulla è lasciato al caso, e tra le varie arena disponibili abbondano piccole grotte con costruzioni di metallo al suo interno che appaiono però molto più spaziose di quanto non sembra. Proprio la possibilità di spostarsi in più livelli, sopra e sotto oltre che i classici 360°, trasmette quella sensazione di una mappa più grande con il problema di doversi continuamente guardare alle spalle per la paura dell’arrivo di un nemico.
Veniamo al punto dolente, le sensazioni che si trasmettono anche sul nostro corpo. Una delle prime cose che ho provato è il maledettissimo motion sickness. Purtroppo come è stato per Rigs e per EVE Vakyrie appena ho avuto la possibilità di “galleggiare” nel vuoto e potermi quindi spostare in alto in basso ma sopratutto roteare su me stesso, la sensazione di nausea mi ha assalito. Ricordo che questa è una sensazione personale che non tutti provano con certezza ma se vi capita vi assicuro che giocare a questa tipologia di gioco è praticamente impossibile.
A stomaco saldo ho voluto provare con curiosità le varie modalità che principalmente sono quattro: Carneficina, Carneficina a Sq., Gridiron, Invasori.
Le prime due sono il classico deathmatch che tutti conosciamo, Gridiron è una modalità nella quale dobbiamo conquistare una palla e segnare nella porta nemica e infine la modalità Invasori ci permette di giocare fino a 4 giocatori ad un survival mode a ondate.Proprio quest’ultima modalità è quella che ho preferito, ogni ondata aggiunge un pizzico di difficoltà e ti permette di sfidarsi per la conquista di un nuovo record.
PILOTI PRONTI ALL’AZIONE
I personaggi che si possono utilizzare son ben 9 ed ognuno di loro ha la sua astronave con armi a lungo o medio raggio in base alla loro abilità. La scelta del personaggio è cruciale per il nostro stile di gioco: insieme all’aspetto durante la scelta comparirà a schermo anche un grafico nella quale potremo vedere la velocità, la potenza di attacco, la difesa e la difficoltà di uso. Con il passare delle partite guadagneremo dell’esperienza con la quale potremo anche potenziare i nostri personaggi, non solo nelle abilità ma anche a livello estetico creando dei veri e propri mostri di stile.
In sostanza è un gioco che restituisce una buona dose di adrenalina e nel quale bisogna avere mille occhi per non farsi prendere alla sprovvista, ma una volta conquistato il controllo totale del nostro mezzo, sfruttando l’altezza e la profondità della mappa al meglio, il feeling di gioco è mozzafiato, potremo letteralmente volare in pochi secondi da una parte all’altra della mappa senza farci vedere, creando imboscate o finendo noi stessi in una imboscata. Il design e la composizione delle mappe dimostra una ricerca e uno studio ben curato sull’esigenza del giocatore proprio per potergli offrire quella sensazione di controllo e sicurezza fin dalle prime partite.
MULTIPLAYER
Nel comparto online il gioco da il meglio e il peggio di se. Le modalità che troviamo sono le stesse della modalità singleplayer, ovviamente con l’eccezione che i nostri sfidanti non saranno dei bot ma veri e propri giocatori. La varietà offerta nella playlist è molto ben strutturata e ci troveremo a provare quasi sempre modalità differenti da quella precedente. Un piccolo problema però che ho riscontrato è lo spawn dei giocatori avversari, non sempre è ben posizionato nella mappa e in molte situazioni ci ritroveremo accerchiati proprio per la nascita dei nemici in maniera casuale ma sempre troppo vicino al nostro personaggio. Questo va ad influire in maniera negativa sul divertimento di gioco, causando noia dal fatto che moriremo diverse volte per questo motivo, e non per una nostra disattenzione.
La mia paura è che questo gioco possa seguire il fallimento del titolo citato all’inizio dell’articolo, proprio Rigs. Questi giochi ad arena sono molto popolari tanto da creare una saturazione sul mercato portando così i clienti a non voler nemmeno più provare titoli di questo genere. A mio avviso Starblood ha le carte in regola, se supportato bene, di essere un buon gioco passatempo, magari implementando più avanti nuove modalità o nuovi personaggi.
Grazie a Sony PlayStation Italia per la copia stampa fornita in anticipo.
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