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[Recensione] Super Mario Bros. Wonder

Immaginate un evento per il mondo dei videogiochi. Ecco, quell’evento, molte volte, riguarda una delle storiche IP di Nintendo. Negli ultimi anni, con l’esplosione di Switch, abbamo assistito a un ritorno in pompa magna di alcuni grandi franchise della grande N: inutile ricordare quanto siano stati fondamentali i due ultimi capitoli della serie Zelda, Breath of the Wild e Tears of the Kingdom, ma è difficile parlare della console senza ricordare Super Mario Odyssey.

Ma per concludere vittoriosamente un percorso già maestoso, serviva una sola cosa. Un titolo che i fan del colosso di Kyoto chiedevano a gran voce da oltre un decennio, un ritorno sulle scene per settare un nuovo standard e proiettare verso un altro, magnifico futuro. Serviva un nuovo Mario in due dimensioni, ed ecco, finalmente, il tanto atteso risultato: Super Mario Bros. Wonder è una delle più brillanti e ispirate operazioni mai create da Nintendo. Ecco la nostra recensione.

Si va in gita al Regno dei Fiori, trullallà

Le premesse, come molto spesso accade, sono sempre le solite: Mario e i suoi amici fanno visita a un nuovo reame, il Regno dei Fiori del principe Florian, ma il malvagio Bowser ruba il potentissimo Fiore Meraviglia e arriva a fondersi con il castello, seminando panico e distruzione in tutti i territori. Piccole ma efficaci premesse, che comunque vengono ampliate col trascorrere del tempo grazie a simpatici intermezzi nei quali Florian, compagno di avventura, interagisce con gli altri abitanti e con i protagonisti.

Ciò che emerge però, da subito, è appunto l’effetto meraviglia di cui Wonder è ricolmo. In tutti i sensi: in ogni livello tradizionale è presente un Fiore Meraviglia che, se toccato, crea effetti imprevedibili e clamorosamente divertenti, che vanno dai tubi che si animano (lo avevamo già visto nel reveal trailer dei mesi scorsi) ad alterazioni stesse di fisica e gravità, che cambiano il modo di giocare. In questa modalità, a tempo, i giocatori hanno alcuni secondi per superare livelli impazziti, per raggiungere uno dei Semi Meraviglia che si trovano in ogni ambietazione.

Di per sé, già questo rappresenta un valore altissimo per la produzione che si è prefissata l’obiettivo di dare vita a un platform che deve necessariamente sottostare ai rigidi dettami della serie, quelli cioè di un videogioco 2D a scorrimento dove l’attività principale è saltare ed eliminare nemici con i potenziamenti a disposizione, ma immaginando come stupire il giocatore. L’operazione è clamorosamente riuscita. Il design di ogni livello, sia nella sua versione normale che in quella da Effetto Meraviglia stupisce, grazie anche ai soliti e irrinunciabili colori pastello e forme squisite che adornano questo nuovo e magico mondo.

Ogni passo è una sorpresa

Nintendo, insomma, è riuscita nell’impresa di superare se stessa. Se già la serie New aveva dato l’idea di un mondo sempre connesso e dallo stile inconfondibile, l’esperienza di Wonder supera a mani basse molti dei suoi predecessori, specie grazie alle trovate di gameplay.

Oltre ai classici livelli che richiedono di andare dal punto A al punto B (la storica bandierina di fine stage), concedendosi però come sempre numerose vie secondarie e segreti da scoprire, Nintendo ha infarcito Super Mario Bros. Wonder di modalià secondarie. Dalle corse col Torcibruco ai livelli sfida per sbloccare le spille (ci torneremo tra poco), passando anche per un’altra categoria di livelli che abbiamo follemente amato, quella di puzzle ambientali nei quali trovare cinque frammenti di Seme Meraviglia debitamente nascosti per ottenere uno degli ambiti premi.

Ma le novità al gameplay non sono finite qui. Insieme alle Monete Fiore, che sostituiscono le Monete Stella della serie New e vengono utilizzate per acquistare bonus e collezionabili dai vari negozi sparsi nella mappa del Regno dei Fiori (a tal proposito, molto carina l’idea di cambiare l’hub di gioco rendendolo più simile a quello di Mario 3D World, con una maggiore libertà di esplorazione e qualche altro segreto da scovare), arrivano anche le Spille, altro elemento di novità assoluta che fornisce costante rinnovamento al gameplay.

Ottenute avanzando nel gioco o superando i già citati livelli-sfida, le Spille sono oggetti che conferiscono abilità uniche ai personaggi. Potrete equipaggiarne solo una alla volta, ma la cosa più interessante è che ognuna di esse può portare a rigiocare più volte un singolo livello nella ricerca del 100% (circa 25-30 ore di gioco). Attraverso la spilla che permette di planare, ad esempio, vengono raggiunte piattaforme più distanti; c’è poi la spilla che consente di saltare più in alto, quela per nuotare più velocemente, quella per ottenere più monete e così via.

La sensazione è sempre quella di un gioco al quale siamo sempre stati abituati, ma che sa veramente di freschezza e novità. Una sensazione alla quale i fan di Mario, almeno con la serie New, non erano più abituati da tempo: superata la rivoluzione del 2006, con il ritorno della saga, Nintendo si è sempre limitata a poche ma ragionate aggiunte, o simpatiche divagazioni come New Super Luigi U. Stavolta, con Wonder, il discorso è molto differente: qui si costruiscono nuove e solide basi anche al gameplay, e chissà in futuro come tutto questo potrebbe essere allargato.

Purtroppo, i due aspetti più negativi da segnalare sono sempre gli stessi da anni a questa parte. Oltre all’assenza di un vero e proprio multiplayer tradizionale, sostituito da “sfide a distanza” nelle quali possiamo vedere le sagome intangibili degli altri giocatori in tutto il mondo, il vero difetto riguarda le boss fight, ancora una volta banali e mai davvero esaltanti. Neppure l’Effetto Meraviglia, presente in questi scontri, mitiga i problemi: sconfiggere Bowser Jr. è più che altro un momento di noia, che di vera sfida.

Mario si rifà il trucco

Ultimo, ma non meno importante, il discorso sul comparto tecnico. Se da un lato i mondi di gioco sono magnifici con i loro colori e le loro forme, studiati anche nel dettaglio per rimarcare le caratteristiche dei nuovi potenziamenti Bolla, Trivella ed Elefante (ma quanto è divertente!), dall’altro si segnala un rinnovamento totale delle animazioni, con un gioco più fluido e vivo di quanto non sia mai stato in precedenza.

Osservare le espressioni di Mario e dei suoi amici (ci sono numerosi personaggi giocabili, inclusa la novità Daisy e i classici personaggi facili come Ruboniglio) è sempre un piacere, sia quando si trovano nelle fasi di platform tradizionale sia quando entrano ed escono dagli iconici tubi verdi. Mentre la serie New si era stabilizzata su uno stile ormai inconfondibile da tempo, con Wonder si spicca il volo, anche e soprattutto tecnicamente. Nintendo era stata chiara: l’obiettivo è cercare di raggiungere il magnifico livello del film di Illumination. Difficile, forse impossibile farlo su Switch (e su un videogioco in generale), ma il rinnovamento è magnificamente superlativo.

9.6
Review Overview
Riassunto

Super Mario Bros. Wonder è uno dei migliori platform bidimensionali mai realizzati nella storia dei videogiochi, e probabilmente il migliore del franchise insieme allo storico Super Mario World. Il gameplay riserva sorprese continue, le ambientazioni sono magnifiche, e Nintendo ha lavorato sodo per garantire al titolo una freschezza continua grazie alle sue trovate e alle innovazioni. Non è un semplice sequel della saga New, ma una nuova partenza. E anche un trionfo.

Pro
Semplicemente meraviglioso Meccaniche nuove e fresche Il senso di sorpresa è continuo Animazioni ricostruite da capo
Contro
Gli scontri con i boss continuano a essere molto banali Peccato per il multi online...
  • Concept & Trama9.5
  • Gameplay10
  • Comparto Artistico10
  • Comparto Tecnico9
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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