Disclaimer: la seguente recensione si basa solo sul primo livello di gioco, insuperabile causa la presenza di un bug che impedisce il superamento del boss di fine livello. Gli sviluppatori da noi contattati hanno affermato di essere a conoscenza del problema, ma questo sarà fixato solo dopo la pubblicazione di questa “review in corso”.
Cosa c’è di più brutto, di un videogioco brutto? Un videogioco che non sa di essere brutto. Forse questo non è il caso di Soleil, software house relativamente recente ma in realtà composta da alcuni veterani del settore, gli stessi in particolare che hanno creato Ninja Gaiden e Dead or Alive. Giocando a Wanted: Dead, limitatamente, si può notare l’ispirazione in particolare dalla prima delle due serie appena citate, ma, qualitativamente parlando, ci ritroviamo dalle stesse parti di un qualsiasi titolo indipendente di Steam realizzato partendo dagli asset e le tech demo di una vecchia versione di Unreal Engine. In poche parole, un disastro.
Questa non sarà una recensione lunga. Non che ce ne sia bisogno, ma, anche volendo, ci risulta impossibile dilungarci oltre una certa soglia dell’analisi del gioco. In questo momento, Wanted: Dead è infatti interminabile. Ma non nel senso buono del termine.
Il primo capitolo del gioco risulta infatti impossibile da completare, poiché il boss di fine livello è afflitto da un bug che non attiva il trigger dell’animazione di metà battaglia – si tratta di dello spider-robot già visto in alcuni gameplay del gioco. Abbiamo cancellato il file di salvataggio e riprovato il primo livello, senza successo; riprovato una terza volta, come sopra; abbiamo persino cancellato qualsiasi file di Wanted: Dead presente sulla console e riscaricato da capo il gioco, e nulla è cambiato – e siamo a quattro tentativi. Il team, da noi contattato, ha spiegato di essere a conoscenza di questo problema, che sarà però fixato solo dopo l’uscita del gioco. Nel momento in cui scriviamo questo pezzo, non sappiamo se questo bug è limitato alla nostra esperienza (a giudicare dalla risposta di Soleil, sembra proprio di no), ma ovviamente, viste le condizioni, questa non può essere vista come una recensione completa del gioco.
Analizzeremo quindi tutto quello che abbiamo potuto testare (più volte…), e il quadro clinico del paziente è imbarazzante. Anche sorvolando sull’assurdo bug di fine Cap. 1, Wanted: Dead è un gioco pessimo sotto tantissimi punti di vista, quasi tutti a dire la verità.
Il gioco segue una speciale squadra di poliziotti di Hong Kong, l’Unità Zombies, impegnata nello smascheramento di un enorme complotto aziendale. Per ora, a giudicare dal primo capitolo, non c’è altro da dire. Ci saranno colpi di scena? E chi lo sa. In quei pochi frangenti di storia intravisti nel primo stage, che intervallano le continue sezioni action (è un loop infinito tra combattimento e scena, combattimento e scena, combattimento e scena…), non siamo rimasti certo ammaliati dall’intreccio, se un intreccio c’è. A ogni modo, la protagonista è l’atletica tenente Hannah Stone, che armata di armi da fuoco e katana si mette sulle tracce del gruppo di mercenari assoldati da qualcuno per fermare le indagini.
Il combat system, tutto sommato, parte da premesse che potevano sembrare accattivanti. Unire la componente sparatutto ai combattimenti melee, creando un flusso continuo di attacchi e schivate di Hannah che passa da un nemico all’altro smembrando i loro corpi dopo aver attaccato a distanza un nemico con un mitra, l’idea non era affatto male sulla carta. Il problema è come questa idea è stata messa in pratica. Il gameplay si rivela essere quello di un gioco action non solo antiquato, come si potrebbe presagire dal comparto tecnico, quanto proprio insoddisfacente e insufficiente. Lo shooting, con sistema di coperture automatiche che ogni tanto funzionano, ogni tanto no, è elementare oltre ogni immaginazione. Non esiste rinculo delle armi, non vi è la gioia dell’headshot, le armi stesse sembrano in larga parte inefficaci per quanti proiettili occorrono per buttare a terra un nemico, e certo l’intelligenza artificiale, o meglio la deficienza artificiale dei nemici non aiuta di certo.
La componente sparatutto ha tuttavia un pregio: i colpi finiscono abbastanza in fretta, e questo significa che dovrete ricorrere più spesso agli attacchi corpo a corpo di Hannah con la sua katana. Sebbene qualche scorcio interessante si possa intravedere, anche in questo caso poco si può salvare degli attacchi melee, ridotte a un assurdo button smashing senza fine e senza richiedere grandi abilità (sospendiamo il nostro giudizio, poiché non abbiamo ancora tentato la via della difficoltà elevata per ovvi motivi), in quanto Hannah si sposta automaticamente tra i nemici – ma non mancano collisioni che spezzano di continuo il ritmo. Certo, fare a pezzi un nemico se non altro è leggermente scenico, ma se ci aggiungiamo il fatto che dai nemici sgorgherà sangue di rara bruttezza, la situazione non è certo delle più rosee. La protagonista ha inoltre un albero delle abilità, acquistabili con i punti che accumuliamo in combattimento, ma nessuna di queste apporta un significativo cambiamento a un gameplay che in linea generale non funziona.
Dando un rapido sguardo alle recensioni uscite in queste prime ore dalla fine dell’embargo, sembra proprio che le nostre sensazioni non siano così diverse da quelle di altri che hanno potuto provare il gioco. In ogni caso, ci riserviamo il responso finale solo a gioco terminato – pardon, patchato.
Una leggera, leggerissima ispirazione dal lato artistico c’è, e lo si può notare nello stile che richiama volutamente atmosfere cyberpunk – anche se il primo livello risulta tremendamente ripetitivo e poco variegato. Tecnicamente parlando, in ogni caso, ci troviamo di fronte a un videogioco di una decina d’anni fa, che grazie inoltre alla sua incuria nelle animazioni e nei dettagli sembra essere stato costruito a partire dagli editor di motori come l’Unreal Engine, con asset prestabiliti messi a disposizione di chi vuole mettersi alla prova. Davvero, si salva pochissimo di questo Wanted: Dead, un gioco dal sapore inevitabilmente nostalgico ma sbagliato su tutti i fronti. Una produzione superficiale, spacciata come perfetta per un pubblico dal sapore antico, che ha però evidentemente standard molto bassi.
L’unica cosa che sembra sia interessante sono i minigiochi, accessibili dal menù iniziale e fonte di qualche svago extra. Sembra, dicevamo, perché ovviamente l’unico minigioco da noi testato è il poligono di tiro. Il quale, a dire il vero, complice la totale assenza di un rinculo o di una qualsivoglia risposta da parte dell’arma, è una palla al piede.
PUNTI DI FORZA
- I minigiochi provano a fare qualcosa di gradito (non tutti)
PUNTI DEBOLI
- TUTTO il resto del gioco
In questo momento, il giudizio è sostanzialmente in sospeso. L’unica cosa che potrebbe ancora salvare, in minima parte, la reputazione di Wanted: Dead sono le ambientazioni successive al primo, insuperabile capitolo, così come qualche abilità che modifica in maniera radicale il combat system (cosa di cui dubitiamo, in questo momento). A prescindere da queste componenti, che ancora non abbiamo avuto modo di analizzare, Wanted: Dead è un videogioco pessimo, inaccettabile, rivolto a un pubblico di nostalgici di tre generazioni passate che hanno comunque standard molto bassi in fatto di produzioni ludiche. Tra gameplay insoddisfacente, animazioni terrificanti, ripetitività asfissiante e IA oscena oltre ogni immaginazione, arrivare anche solo al boss finale del primo livello (per ben quattro volte, ribadiamo) è stata un’impresa.
Ringraziamo Soleil per il codice review di Wanted: Dead.
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