[Recensione] Wizard with a Gun

Il mese di ottobre 2023 sarà molto probabilmente ricordato come uno dei periodi più densi mai registrati in termini di uscite videoludiche. Come ben sappiamo questa particolare situazione ha spinto diversi studi di sviluppo minori a posticipare le proprie produzioni, così da evitare un eccessivo oscuramento causato dai titoli tripla A. Ebbene, questa preoccupazione non ha affatto colpito Devolver Digital, che ha deciso di lanciare senza troppi patemi d’animo Wizard with a Gun.

L’opera prima di Galvanic Games avrà saputo premiare questa iniziativa dell’eccentrico publisher? Scopriamolo nella nostra analisi.

Maghi con pistole

Come è facile intuire dal titolo del gioco, Wizard with a Gun mette il giocatore nei panni di un mago a cui è stato assegnato il compito di prevenire il Crollo, un evento catastrofico che ha diviso il mondo in pezzi sparsi nel tempo. Tramite l’esplorazione di varie ambientazioni generate proceduralmente e la raccolta di ingranaggi utili per riparare una misteriosa macchina del tempo, il protagonista sarà in grado di tornare sempre più indietro nel passato, così da poter scongiurare gli eventi che hanno causato la sopra citata calamità.

Dal punto di vista quindi del genere, la prima fatica di Galvanic Games si colloca nel twin stick shooter/gestionale, grazie alle meccaniche di costruzione di cui parleremo poco più avanti. Il gioco è fruibile sia in singolo che in cooperativa online con un amico, il che rende l’esperienza, lo diciamo fin da subito, sensibilmente più divertente ed appagante.

Quanti colpi si sparano in cinque minuti?

Come detto poco sopra, uno dei due fulcri centrali del gameplay di Wizard with a Gun è rappresentato dalla necessità dell’eroe di recuperare i vari ingranaggi utili a riparare la macchina divina indispensabile per sanare la gravosa problematica del Crollo. Ad ogni esplorazione, il titolo Galvanic Games genererà una mappa casuale e darà al giocatore solo cinque minuti di tempo per visitare rapidamente i biomi, così da trovare tutti gli oggetti necessari per far progredire la trama (e le manutenzioni delle attrezzature presenti).

Una volta infatti scaduto il limite temporale, i nemici inizieranno a generarsi in grandi ondate, costringendo a combattere o fuggire dal mondo prima che il tutto diventi praticamente ingestibile. L’unico modo di estendere i minuti a disposizione, è quello di eliminare determinati nemici ammantati di Caos, che daranno quindi modo al magico protagonista di esplorare meglio l’ambiente, così da raccogliere anche le importanti risorse disseminate per le ambientazioni.

Armiamoci e spariamo

Il secondo cuore di Wizard with a Gun è rappresentato, come descritto poc’anzi, dall’animo gestionale. Tramite i numerosi materiali a disposizione, il protagonista è in grado di realizzare diversi strumenti e “incantesimi” (ossia i proiettili) propedeutici per la sopravvivenza durante le varie run.

Il sistema di creazione consente di creare e modificare proiettili oltre al crafting di speciali munizioni elementali. I proiettili “base” infliggono il maggior danno possibile ai nemici del Caos, ma l’ampia personalizzazione consente di realizzare oggetti capaci di disperdere olio, respingere i nemici o addirittura spaventarli. Alle munizioni possono essere installati (sempre tramite la raccolta delle risorse) vari potenziamenti che ne aumentano l’area di effetto, la velocità, la probabilità di colpo critico e altro ancora. L’unico problema è che la gestione dell’inventario può diventare a lungo andare parecchio irritante, soprattutto nelle fasi avanzate del gioco. Avremmo preferito infatti una concentrazione in un unico posto dei materiali di costruzione, a cui tutte le stazioni di ricerca potessero accedere semplicemente.

Sebbene il sistema di combattimento sia abbastanza semplice (con la levetta sinistra ci si muove, con la destra si mira e con il grilletto si spara), questo è supportato da una varietà di munizioni elementali ed effetti ambientali di tutto rispetto. Una volta apprese le ricette presso la stazione di ricerca della base, sarà possibile iniziare a creare diversi tipi di proiettili magici impiegabili anche in combinazione con effetti di stato particolari. Tale meccanica rappresenta un valore strategico non indifferente per il gameplay: i nemici e gli oggetti reagiscono infatti in modo diverso a seconda delle munizioni utilizzate, così come l’ambiente, grazie alla possibilità di incendiare ad esempio gli edifici di legno o elettrificare un particolare corso d’acqua per sterminare rapidamente un’orda nemica. Questa profondità incoraggia di conseguenza ad avere più armi caricate con diversi tipi di munizioni, così da essere sempre pronti ad ogni situazione.

Tutto rose e f(i)ori?

La prima fatica di Galvanic Games riesce indubbiamente a divertire grazie a questo particolare commistione di generi, ma non è affatto esente da criticità. In prima battuta, per divertirsi al massimo del potenziale è necessario giocare in cooperativa con qualche amico: qualora infatti si optasse per un’esperienza in singolo, Wizard with a Gun risulterebbe dopo una manciata di ore meno appassionante ed avvincente. Questo va poi a cozzare con un altro difetto abbastanza rilevante, ossia quello relativo al bilanciamento. Come detto sopra, vi è ad ogni run un tempo limitato di esplorazione, estendibile unicamente tramite l’eliminazione di determinati nemici. Considerato che in caso di partita multigiocatore gli avversari aumentano di numero, i minuti rivestono un ruolo assolutamente secondario, data la grande possibilità di aumentare il timer.

Un altro neo riguarda invece i comandi, che appaiono abbastanza legnosi e imprecisi. Questa particolare lacuna si evidenzia principalmente nelle sezioni di costruzione del terreno (dove sarà richiesta una mira accurata per colpire il “quadrato” corretto) e nella schivata, che molto spesso rappresenta più un malus che un bonus, data la lentezza di esecuzione dell’input.

Ultimo, ma non meno importante difetto che nega a Wizard with a Gun un voto ben più lusinghiero, è il finale della trama. Senza fare naturalmente alcun tipo di spoiler, l’epilogo della produzione Galvanic Games è affrettato e inconsistente a dir poco. Ad una prima occhiata infatti, il termine dell’avventura richiama ancora il sapore dell’accesso anticipato, come a voler suggerire che qualcosa sia ancora mancante.