Per molti veterani della serie Call of Duty, il quarto capitolo viene ricordato come uno dei più significativi, se non addirittura il più importante. Call of Duty 4: Modern Warfare, nel 2007, riscrisse le regole di base degli FPS, sempre più in ascesa in quegli anni, ponendo nuovi standard che poi avrebbero fatto la fortuna di Activision e delle varie software house sotto le proprie dipendenze. In occasione del lancio di Infinite Warfare, tredicesimo capitolo della serie principale di Call of Duty, il colosso americano dell’intrattenimento ha deciso di accontentare le innumerevoli richieste dei fan e di procedere alla produzione di una remasterizzazione su console current gen e PC dal titolo Modern Warfare Remastered, che porta con sé ondate di ricordi e anche di utenza che non è rimasta soddisfatta dalla piega sempre più futuristica che il franchise ha intrapreso ormai da Call of Duty: Black Ops II. Il lavoro è stato affidato ad una casa esterna ad Infinity Ward, Raven Software, che aveva l’arduo compito di non deludere i veterani e di attrarre potenziale nuovo pubblico. Ci saranno riusciti? La risposta è sì.
SOTTO UNA LUCE DIVERSA
Gli sviluppatori, come già avevamo intuito dai primi trailer e gameplay circolanti su Modern Warfare Remastered, hanno colto l’occasione non per un semplice porting o per una rimasterizzazione di basso livello, ma anzi per rifare in parte il look al celebre FPS vincitore di tanti premi ormai quasi 10 anni fa. Oltre ad un sonoro sistemato e che comunque mantiene la sua salda identità originaria, il sistema di illuminazione è stato notevolmente migliorato, così come le texture e i colori a schermo, che risulteranno essere molto più vivaci e nitidi a differenza dell’originale titolo. Le texture, come dicevamo, e i modelli dei personaggi hanno invece subito un’operazione di pulizia e di aumento della risoluzione. Certo, ovviamente la natura ormai antiquata del motore grafico di Call of Duty si fa sentire, soprattutto in certi elementi a schermo come il suolo (cosa che condanniamo ormai in ogni titolo della serie uscito negli ultimi anni, nonostante una buona dose di ottimizzazione), ma confrontando frame e video di COD 4 con quelli di Modern Warfare Remastered vi accorgerete di come il lavoro svolto sia stato davvero importante. Una nota negativa, sempre riconnettendoci al discorso del datato motore grafico, riguarda l’acqua in generale, che davvero stona con i miglioramenti generali che abbiamo apprezzato. Questo sia quando la troveremo in laghetti e corsi, sia quando bagnerà i visi dei personaggi.
Non tutto è oro quel che luccica, purtroppo. Se sotto l’aspetto puramente audiovisivo non possiamo lamentarci, e anzi possiamo tranquillamente affermare che siamo rimasti sorpresi dopo le ultime remastered sicuramente non esaltanti arrivate da Activision (Prototype e Marvel: Ultimate Alliance), abbiamo constatato alcuni piccoli problemi che sono rimasti inalterati dalla versione originale. Alcuni poligoni, specialmente quelli delle barriere dietro alle quali ci ripareremo, non sono stati ridefiniti a dovere, tanto che in certi casi anche se vi sembrerà di poter sparare ad un nemico finirete col colpire barriere invisibili che faranno rimbalzare i proiettili. Abbiamo poi un altro inconveniente, quello della IA degli alleati, che in fasi nelle quali non domina lo script imposto dagli sviluppatori non dà sicuramente il meglio di sé. Più di una volta abbiamo incrociato lo sguardo con alleati che sparavano ripetutamente contro un muro, ignari del fatto che i proiettili non potessero oltrepassare 2 strati di mattoni e cemento. O ancora, compagni che scorrazzeranno inutilmente sul campo di battaglia e che non riusciranno ad eliminare un soldato nemico a soli due metri di distanza. Nonostante questi problemi, che fanno sì che possiate fidarvi solamente delle vostre capacità, il valore della rimasterizzazione tecnicamente parlando rimane davvero molto buono, con un framerate stabile a 60fps che non accennano a calare.
L’INIZIO DI TUTTO
Perché non iniziare questa recensione nella maniera più classica, direte voi. Perché non abbiamo parlato della storia, della campagna? Molto semplice, Modern Warfare Remastered ripropone in tutto e per tutto la medesima esperienza che i fan di Call of Duty hanno già vissuto in prima persona nel 2007. Una storia ricca di retroscena, di attualità (specialmente per l’epoca), ma anche di incredibili sorprese. Il personaggio giocabile principale sarà Soap McTavish, nuova recluta alle prese con un veterano dell’esercito americano, il Capitano Price. La guerra in Medio Oriente sta impazzando, si susseguono colpi di stato che possono dare il via ad una guerra molto pericolosa. Una sequela di eventi che sfocerà in una delle sequenze più emblematiche e rappresentative dell’intera trilogia di Modern Warfare, lo scoppio di un ordigno nucleare che devasterà in pochi istanti tutto ciò che si troverà nel raggio di varie miglia dall’esplosione.
Il fascino di questa storia, non propriamente lineare ma che offre anche parecchi spunti interessanti come flashback importanti e nuovi interpreti chiamati in causa, è rimasto intatto così come ce lo ricordavamo, e High Moon ha deciso, giustamente, di non cambiare neanche una virgola di questa narrativa (se non aggiustando un piccolo dettaglio in una missione nel passato…MW2 Remastered incoming?). Nel rispetto della tradizione, gli sviluppatori hanno lasciato completamente intatto anche il gameplay del gioco. Il feeling con le armi, sia sulla campagna che sul multiplayer, è lo stesso del titolo originale, così come l’impostazione delle missioni che concernono la storia. Non potrete scegliere con quale arma svolgere il compito, ma vi ritroverete con una classe predefinita con arma primaria e secondaria, diverse granate stordenti ed esplosive, e i vecchi gadget di una volta come il visore termico, utilissimo quando dovrete affrontare missioni notturne nelle quali riconoscere i nemici è difficile.
DEJA VU
In occasione di una frettolosa apertura dei server di Call of Duty: Modern Warfare Remastered (avvenuta lo scorso lunedì), siamo riusciti a giocare quanto basta per farci un’idea generale del comparto multiplayer del gioco, il vero nocciolo del titolo. Le mappe presenti al lancio saranno solamente 10 (tra cui la malefica Shipment, la mappa più piccola mai concepita in un Call of Duty), ma le restati 6 verranno aggiunte con un update completamente gratuito a dicembre, come Activision ha comunicato diversi mesi fa. Le mappe hanno subito lo stesso trattamento delle ambientazioni della campagna, ossia un’ottima pulizia delle texture, e l’introduzione di un nuovo sistema di illuminazione che porta un po’ di modernità in questa nuova veste di Call of Duty 4. Le sensazioni, giocando per diverse ore al comparto online, sono le medesime dell’originale gioco, ma a questo punto, per quanto fossi un appassionato di COD 4 e della sua indiscutibile importanza all’interno di questo franchise, non ho potuto fare a meno di notare che si tratta di qualcosa che, oggi, è antiquato. Vecchio. Lento. La grossa paura, nonostante il gioco sia stato risistemato a dovere e con un saldo comparto online che ancora oggi può tranquillamente offrire ore ed ore di divertimento, è che il pubblico più giovane, quello che magari ha iniziato ad approcciarsi a Call of Duty da Black Ops II/Ghosts in poi, non sia attirato dall’offerta di MWR. Se il senso di deja vu potrà appagare il fan più vecchiotto, non è detto che MWR possa avere lo stesso appeal anche verso un utente ormai abituato a ricompense uccisioni devastanti, movimenti rapidissimi ed Exo che permettono acrobazie prima impensabili.
Se sorvoliamo tranquillamente sui piccoli glitch legati ai poligoni mal ritagliati nella campagna, se possiamo mettere una pietra sopra alla IA degli alleati poco propensi ad aiutarci, non possiamo davvero esimerci dal discutere di un fondamentale problema che affligge per il momento il multiplayer di MWR. Come dicevamo, il feeling con le armi è rimasto totalmente invariato, ma se c’è una cosa che è variata, questa è la vita. I punti salute, se così vogliamo chiamarli, del nostro alter ego digitale sono davvero troppo pochi per poter sostenere una partita in una qualsiasi modalità (a tal proposito, ottima l’introduzione di modalità da capitoli più recenti come Uccisione confermata), tanto che basteranno due o al massimo tre colpi di un qualsiasi fucile d’assalto per mandarvi a terra. In pratica, nel momento esatto in cui sentirete partire un colpo significa che siete già morti. Un aspetto da sistemare assolutamente, che potremmo accettare in playlist come Veterano ma che stona con le modalità classiche.
PUNTI DI FORZA
- Ottimo lavoro di restauro
- Il fascino di Modern Warfare è rimasto intatto
- Nuove modalità online
PUNTI DEBOLI
- Acquistabile solamente con Infinite Warfare
- Potrebbe essere troppo vecchio per il giovane pubblico
- Vita troppo bassa nel multiplayer
Non possiamo negare che Raven Software abbia fatto un grandissimo lavoro di modernizzazione dell’impianto audiovisivo di Call of Duty 4: Modern Warfare, andando a proporre al pubblico quello che, al giorno d’oggi, è un FPS del tutto atipico per gli standard ai quali siamo ormai abituati da anni. Per averlo, però, sarete costretti ad acquistare anche Call of Duty: Infinite Warfare. Una abile mossa di mercato, certo, ma che toglierà sicuramente tanto potenziale pubblico al gioco.
Complimenti a Geo, recensione stupenda, piacevole da leggere e che analizza nel dettaglio tutti i cambiamenti; tra tutti gli articoli che ho letto sicuramento questo è tra i migliori.
Grazie samu :D