Recensione The Wardrobe
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Recensione The Wardrobe – Morire dal ridere

Il settore dei videogiochi indipendenti italiani non sarà forse il più noto, ma sicuramente in questi ultimi anni sta poco a poco emergendo per quello che è: una miniera di grandi titoli. Lo sappiamo, lanciarsi in un progetto indie può essere un’arma a doppio taglio per gli sviluppatori, che senza idee fortemente originali non riescono a farsi spazio nel saturo mondo videoludico. Ma molti piccoli studi nostrani ci stanno riuscendo, e questo dimostra come sia possibile sfornare ottimi giochi con discreti budget.

Quest’oggi voglio portarvi un esempio di quanto detto: The Wardrobe, di C.I.N.I.C. Games e Adventure Productions. Lo studio ha lavorato a lungo al titolo, che si configura come un’avventura grafica 2D punta e clicca, dunque niente di nuovo. Ma se mi ha stupito c’è un perché.

The Wardrobe

DALLE PRUGNE AGLI ARMADI

In The Wardrobe vestiremo i panni di Skinny, letteralmente uno scheletro che vive in un armadio. Ma andiamo con ordine: un giorno Skinny e il suo migliore amico Ronald organizzarono un picnic insieme; ad un tratto Ronald offrì una prugna all’amico il quale, allergico al frutto, fu colpito da uno shock anafilattico e morì. Skinny scoprì poi di essere diventato uno scheletro e di essere rinchiuso nell’armadio dell’amico. Per salvare Ronald dalla dannazione eterna, però, Skinny deve uscire allo scoperto e parlare all’amico.

Un’impresa tutt’altro che facile, dicono gli sviluppatori: e hanno ragione! Il nostro compito sarà ostacolato dagli eventi più disparati e strani che possano capitarci. Faticheremo molto prima di riuscire a parlare con il nostro amico in pericolo, ma ci divertiremo altrettanto. Skinny è un personaggio scherzoso, irriverente e in parte cinico, e di questo ce ne accorgeremo già dai primi minuti. Durante l’avventura non saremo soli, non dovremo semplicemente far muovere e agire il protagonista nel mondo di gioco, ma ci verrà sempre fatto presente un certo dualismo, tra noi stessi e Skinny. Potremo interagire con numerosi oggetti lungo il nostro percorso, dai più comuni a certi, diciamo…particolari; ma resterà in ogni momento una lieve differenziazione tra noi e lo scheletro protagonista, che emerge da battute ed espressioni facciali molto esplicative.

RIDERE NEI/DEI VIDEOGIOCHI

L’ironia è un aspetto che spesso incontriamo nei videogiochi odierni, ma spesso viene appena abbozzata o, al contrario, estremizzata al punto da diventare forzata o ridicola. In The Wardrobe ho trovato un certo equilibrio tra gli estremi, una quantità massiccia di comicità che però non ricade nel demenziale. Devo dirlo, ho amato le frecciatine lanciate a vari aspetti dell’industria videoludica odierna, che non manca certo di difetti. Allo stesso modo ammiro la capacità del personaggio di Skinny di ironizzare sulla realtà mortale, sottolineando implicitamente (e non) come lui stesso sia ormai defunto, immune alle criticità della vita ma legato ancora alle vecchie amicizie.

L’avventura grafica di The Wardrobe non è solo condita con tanta ironia: l’altro elemento della ricetta di questo indie è il considerevole citazionismo. Minuto dopo minuto il titolo ci propone forti rimandi o vere e proprie citazioni di videogiochi, film e serie televisive di ogni epoca. Un appassionato di questi tre mondi, dunque, troverà nel gioco pane per i suoi denti, oltre ad un senso di soddisfazione nel captare ogni richiamo, anche nascosto, per arrivare alla fine e poter dire: “Ora ricomincio da capo per vedere se mi sono perso qualcosa!”. Le citazioni, infatti, non sono solo nelle frasi o nei pensieri di Skinny, ma le troviamo anche nelle animazioni, nei colori e nella grafica in generale. L’avventura, di per sé già abbastanza impegnativa, viene arricchita da queste peculiarità che non tutti sanno cogliere, e che portano il giocatore a voler esplorare ogni angolo disponibile.

Tutti questi aspetti fanno sì che le svariate ore di gioco di The Wardrobe vengano rese interessanti e simpatiche. Gli enigmi da risolvere per proseguire sono infatti spesso complessi e richiedono parecchio tempo e click di mouse tra l’inventario e l’ambiente circostante prima di essere risolti. Come ci ricorda il protagonista, è necessario un po’ di pensiero laterale durante l’avventura, ed è sostanzialmente impossibile (credetemi, ci ho provato!) utilizzare ciascun oggetto su ogni elemento. Proprio a causa della difficoltà e di alcuni elementi non-sense, spesso si perde di vista quello che è il filo logico della trama generale, facendoci dimenticare perché Ronald deve liberarsi del suo “scheletro nell’armadio”.

PUNTI DI FORZA

  • Idea originale e ben sviluppata
  • Forte dose di ironia (risate assicurate!)
  • Zeppo di citazioni

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Enigmi a volte difficili da risolvere
  • Si perde di vista la trama principale

The Wardrobe è un must per i fan delle avventure punta e clicca ma non solo: la forte ironia e i rimandi ad altri videogiochi lo rendono un indie originale, valido e fortemente consigliato a chiunque. Possiamo affermare con certezza che gli intenti del team italiano sono stati raggiunti, e il titolo rende giustamente omaggio ai pilastri del genere. La caratterizzazione di Skinny è molto ben riuscita oltre che affascinante, e la localizzazione in lingua inglese amplia ancora di più il potenziale pubblico di questo intrigante videogioco. Forse alcuni enigmi risultano troppo complessi, ma questa non è una grande debolezza in quanto notevolmente compensata dagli importanti aspetti positivi. In conclusione, non possiamo che fare un plauso agli sviluppatori per l’idea originale ed il contributo dato al panorama dei videogiochi indipendenti italiani.

Scritto da
Diego "Lanzia" Savoia

Appassionato di tutto ciò che riguarda la tecnologia, il suo interesse spazia in particolare nel mondo dei videogiochi e dell'informatica. Ama ogni genere videoludico, ma predilige i giochi d'azione e le avventure grafiche.

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