Puntuale come un orologio svizzero (o quasi), ecco che Call of Duty: Black Ops III si avvicina lentamente alla conclusione del suo ciclo vitale con la pubblicazione del terzo DLC, Descent, disponibile dallo scorso 12 luglio su PS4 e atteso ad agosto su Xbox One e PC. Bisogna ammetterlo, fino a qui il cammino dell’ultimo Call of Duty pubblicato non è stato semplice, tra server malfunzionanti, bug nelle lobby multiplayer, e un livello dei DLC che si è mantenuto sempre su medie abbastanza basse. Descent non continua però in questa strada, proponendoci non solo le consuete quattro mappe multiplayer, tutte più o meno apprezzate, ma anche un nuovo entusiasmante episodio zombie, Gorod Krovi, che si erge un gradino sopra tutte le altre esperienze dei non-morti rilasciate su questo titolo.
AVE, CESARE
L’immancabile remake del DLC è riservato a Raid, una delle mappe più celebri di Black Ops II, che in questo nuovo capitolo della serie viene completamente rivisitato e riadattato. Il risultato, a onor del vero, è molto di più di quello che ci aspettavamo. Sfortunatamente i remake di ambientazioni di vecchi titoli, considerando il gameplay notevolmente diverso di Black Ops 3, non sortiscono mai l’effetto desiderato, ma Empire (questo il nome del remake) non sfigura di fronte alle altre mappe multigiocatore, anzi. Oltre all’ambientazione stravolta, con palazzi che richiamano lo stile imperiale romano e automobili (perché?) futuristiche, l’intera mappa è stata ridisegnata con spazi più ampi e alcuni accorgimenti per implementare al meglio il gameplay con i boost e la corsa sui muri. L’idea delle antiche civiltà deve essere piaciuta in casa Treyarch, perché anche un’altra mappa del DLC, Berserk, ci porta indietro nel tempo, precisamente in un accampamento vichingo. Un design sicuramente interessante, una mappa forse troppo stretta in certi frangenti e con una zona in particolare, il ponte, che in modalità come Salvaguardia può rivelarsi fatale per tutto il team.
Concludiamo l’analisi delle mappe multiplayer con Rumble e Cryogen. La prima mappa ha un background davvero caratteristico: si tratta di un’arena di combattimento per robot, che sul momento naturalmente non combatteranno. Una mappa molto, forse fin troppo piccola, tanto che in modalità come Postazione o Dominio vi basteranno pochi passi per raggiungere il punto di interesse. Cryogen è invece ambientata in una struttura di isolamento dove i detenuti vengono congelati e protetti da torrette. Spazi abbastanza ristretti, in una mappa di forma circolare che vi spingerà inevitabilmente ad andare a combattere verso il centro. Una bella pensata, per quanto riguarda tutte le mappe a dire il vero. Ma la nostra domanda, confermando comunque la buona impressione che abbiamo avuto dalle nuove ambientazioni, è sempre la solita: ha senso proporre una mappa per un gioco di guerra ambientata in un villaggio vichingo? O nella ricostruzione di una villa dell’antica Roma? Sotto questo punto di vista, i vecchi Call of Duty rimangono una spanna sopra agli altri.
STALINGRADO INSANGUINATA
Si sapeva già dall’uscita del gioco che questa mappa sarebbe stata ambientata in Russia, a Stalingrado (o quantomeno le supposizioni si sono rivelate esatte), ma la sorpresa di ciò che ci troviamo di fronte è comunque tanta. Gorod Krovi riporta la modalità zombie su un livello decisamente alto, dopo la mezza delusione Zetsubou No Shima, poco apprezzata sia per l’ambientazione che per il banale main easter egg. La missione russa di Richtofen e compagnia ha come scopo quello di raccogliere l’ultima anima delle versioni parallele dei protagonisti, quella di Nikolai Belinski, e per farlo dovrà sfruttare elementi ben oltre il sovrannaturale, a partire da intelligenze artificiali avanzatissime, robot assassini e immensi draghi. Leggermente inferiore a livello di innovazione rispetto a Der Eisendrache, Gorod Krovi risulta comunque la migliore mappa zombie rilasciata fino ad oggi su Black Ops 3, con un easter egg di proporzioni epiche e dall’elevata difficoltà che farà dannare anche i migliori appassionati della serie. E fortunatamente mancano tutti i bug grafici che ci hanno fatto “odiare”, almeno all’inizio, la bistrattata Zetsubou No Shima.
Sì, l’acquisto di questo terzo DLC è decisamente consigliato. Dopo due prove sottotono (pessime mappe multiplayer su Awakening, pessima mappa zombie su Eclipse), Treyarch fa centro con un pacchetto aggiuntivo che accontenterà tutti. Certo, le mappe multiplayer portano sicuramente poca innovazione, ma ormai il loro scopo è solamente quello di permettere ai giocatori della community di avere qualche svago in più per trascorrere il tempo. Al contrario, Gorod Krovi rappresenta un’ottima sorpresa, e siamo sicuri che sarà apprezzata dalla quasi totalità degli appassionati della modalità zombie, in attesa del gran finale orchestrato da Jason Blundell con il quarto e ultimo DLC previsto per settembre.
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