Treyarch chiude la stagione di Call of Duty: Black Ops III con il quarto ed ultimo DLC, Salvation, disponibile dal 6 settembre in esclusiva temporanea per PlayStation 4 e che sarà lanciato su Xbox One e PC a ottobre. Un DLC costellato da luci e ombre, che ritroviamo costantemente nei pacchetti aggiuntivi di Call of Duty, ma che per molti ha un significato particolare: la conclusione della storyline Zombies di Treyarch, iniziata con Call of Duty: World at War e che ha sempre accompagnato i fan della serie in questi anni. E non è detto che questo Salvation sia anche l’ultima occasione per vedere Blundell & Co. all’opera su una modalità dedicata ai non-morti. Comunque, torniamo a noi e vediamo cosa ci offre il pacchetto Salvation, che, già ve lo anticipiamo, merita di essere acquistato anche solamente per l’esperienza zombie Revelations.
MULTIPLAYER ALLO SBANDO
Partiamo da un concetto molto basilare, prima di iniziare la nostra piccola digressione sul multiplayer: le mappe non ci sono piaciute, così come non abbiamo gradito gran parte di quelle proposte nel corso dei DLC. Il problema non risiede tanto nel level design (comunque problematico, in certe situazioni come vedremo), quanto nel trash più totale che ormai le mappe multiplayer riescono a offrire, non più relegate ad una trasposizione per più giocatori di un conflitto a fuoco ma anzi spostate verso ambientazioni fantasy, colori e situazioni che in Black Ops II certo non ritrovavamo. Le mappe multiplayer di Salvation, da sole, non valgono il prezzo del pacchetto (i soliti 15 €), e anche se siete assidui frequentatori del comparto multigiocatore di Black Ops III non ne sentirete la mancanza. Così come chi cerca nuovi stimoli per tornare a sfidare giocatori nel PvP: Salvation non sarà certo un motivo per farlo.
Iniziamo dunque a capire cosa non va in queste mappe. Cominciamo da Citadel, una mappa di medie dimensioni che probabilmente dovrebbe essere presente su GDR fantasy piuttosto che su un FPS futuristico. Ambientato in un castello in una palude, la mappa offre una buona varietà di spazi tra aperti e ristretti, e un grande lago nel quale nuotare. Nel complesso una mappa classica in quanto a level design (segnaliamo pessimi punti di respawn), ma completamente inopportuna per un gioco di questo tipo. Così come è inopportuna Micro, mappa ambientata su un gigantesco tavolo sul quale si trova del cibo. Interessanti gli spazi aperti al centro, che costringono i giocatori a fare attenzione durante gli scontri a fuoco e a ripiegare sulle vie laterali per prendere di sorpresa i nemici. Ma anche in questo caso, serviva proprio una mappa di questo tipo?
Passiamo ai due remake. Sì, stavolta sono due. Il primo è Outlaw, remake della celebre Standoff di Black Ops II, mappa della quale non possiamo dire nulla. A parte le texture (stavolta siamo nel far west, in una rappresentazione odierna), la mappa risulta identica a quella a cui sono abituati i fan, ma perde molto del suo fascino e della sua utilità a causa del rinnovato sistema di movimento (in Black Ops II come ricorderete i boost e gli exo non esistevano). L’ultima mappa, e secondo remake, è Rupture, ispirata ad Outskirts di World at War. Una mappa che ci ha davvero sorpresi: su Outskirts erano presenti i carri armati da utilizzare in multiplayer, cosa che su Call of Duty non si trova certo tutti i giorni, ma mai ci saremmo aspettati di trovare i mezzi corazzati da poter comandare. La mappa, di dimensioni molto generose ma con scelte molto discutibili (come sempre, tetti facilmente raggiungibili con i salti ma bloccati da muri invisibili), ha due punti di rigenerazione dei mech, che possono essere comandati dai giocatori per girare nella mappa. Sicuramente offre una certa varietà, nonostante si finisca col fare un ovvio paragone con Titanfall, ma in certe fasi la partita risulterà terribilmente sbilanciata, tra mech che fanno un danno infinitesimale (provate a contare gli hitmarker su un nemico) e che allo stesso tempo hanno una corazza invincibile per i poveri soldati a piedi. Tentativo apprezzato, ma si poteva fare di più.
IL GIORNO DEL GIUDIZIO
L’Uomo Ombra, capo degli Apothicon rinchiuso nella Chiave dell’Evocazione durante gli avvenimenti di Shadows of Evil, è stato liberato, e sta scombussolando tutte le realtà. Queste le basi su cui si poggia l’esperienza finale della modalità Zombies, Revelations, una mappa dalle proporzioni gigantesche nella quale ritroviamo omaggi infiniti al percorso narrativo di questa storia. Potrete infatti visitare nuovamente parti di apprezzate mappe zombie di Black Ops III come Der Eisendrache, ma anche vecchie glorie come Nacht der Untoten, Shangri-La, Kino der Toten, Verruckt e Origins. Sembra inoltre che, in occasione della battaglia finale tra gli Apothicon e le forze del bene, Jason Blundell abbia preparato un main easter egg davvero difficile da completare (scrivo questa recensione in data 10 settembre alle ore 13:45, e ancora non è noto cosa ci sia da fare realmente per farlo partire) condito da tantissimi altri segreti come le maschere. Un’esperienza che, come potete vedere dalle numerose live sul nostro canale YouTube, risulterà affascinante e intensa, la giusta conclusione di un lungo e straordinario percorso. Ci sono però, ad oggi, degli enormi glitch che compromettono l’esperienza di gioco. In particolare, buona parte della community impegnata sulla ricerca del main easter egg è sempre abbagliata da oggetti e step che sembrano poter portare a qualcosa ma che alla fine si rivelano sempre problemi grafici di varia natura. Speriamo che la situazione si risolva presto, perché ci troviamo di fronte ad un caso peggiore di Zetsubou No Shima in quanto a problemi tecnici.
Punti di forza: Revelations. Punti deboli: multiplayer (e i glitch su Revelations). Possiamo riassumere così il giudizio sul DLC Salvation, che consigliamo proprio perché la mappa zombie Revelations ha raggiunto un picco di qualità davvero incredibile. Delusione invece dalle mappe multiplayer, ormai un ricettacolo di trash e ambientazioni più fantasy che fantascientifiche, che non trovano posto nel contesto di guerra di questo gioco. Un canto del cigno pessimo per Call of Duty: Black Ops III Multiplayer, un addio straordinario per la modalità Zombies e per tutti i suoi fan. Che deve però essere necessariamente sistemato dal punto di vista tecnico.
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