Home Videogiochi Recensioni [Recensione] Concrete Genie – Il Genio dentro di noi

[Recensione] Concrete Genie – Il Genio dentro di noi

Chi dice che dentro di noi, dentro ognuno di noi, non si nasconda qualcosa di speciale? Un’abilità particolare, potremmo quasi definirlo un potere, che fatica ad emergere ma che quando lo fa mostra il meglio di ognuno? L’idea alla base di Concrete Genie, la nuova curiosa esclusiva PS4 sviluppata dai ragazzi di Pixelopus è proprio questa: prendere qualcosa di apparentemente normale, e trasformarlo in una fase di crescita importante per la vita di un ragazzo, soprattutto emotiva, facendolo non solo giocare ma anche riflettere su ciò che è la vita. Un viaggio che oseremmo dire introspettivo, che abbiamo avuto il piacere di percorrere nei giorni scorsi. Vi dipingiamo le nostre impressioni, è proprio il caso di dirlo, nel dipinto che è la recensione di Concrete Genie.

Versione provata: PS4 Pro.

IL POTERE DENTRO DI NOI

Denska, una cittadina portuale di non si sa quale parte del mondo – anche se sembra ricordare qualche fredda località del Nord Europa o America, ma non divaghiamo in sottigliezze – e disabitata da tempo, è il teatro di ciò che viviamo all’interno di Concrete Genie. Un’esperienza diversa, surreale per certi versi ma tremendamente legata a temi ai quali abbiamo fatto l’abitudine, sia da giovani che da adulti, quando la consapevolezza inizia a far percepire il passato in maniera differente e quando ormai siamo definibili come maturi. Una condizione che Ash, solitario protagonista del gioco, ha già raggiunto, a differenza invece di un gruppo di teppisti suoi “nemici” che si divertono a imbrattare le strade della cittadina abbandonata e a tormentare il giovane artista.

Perché sì, Ash è un artista. Il ragazzo passa intere giornate a Denska a rivivere i suoi ricordi, e a dar sfogo alla sua fantasia disegnando in continuazione sul suo libro, dovendo però fare i conti con i ragazzini rivali. Forse però sarebbe il caso di dire che “non tutto il male viene per nuocere”, come recita il famoso detto, perché se non fosse per questi bulletti la storia di Ash, di Denska e del gioco stesso non sarebbe stata uguale. I ragazzi riescono a rubare il quaderno di Ash, e sparpagliano le foglie ai mille venti. Sconsolato, il ragazzo si dirige verso il Faro di Denska, dove ha notato che si sono dirette alcune pagine, finendo col scoprire qualcosa di più grande e inaspettato. All’interno della struttura abbandonata, scopre infatti un pennello magico che permette di dipingere a proprio piacimento ogni parete, e soprattutto di dar vita alle creature bidimensionali che fuoriescono dalla sua immaginazione. I Geni, così vengono chiamate queste creature parto della sua mente, tutti guidati da un “mostro” amichevole di nome Luna col quale instauriamo da subito un rapporto di fiducia, amicizia, amore.

In compagnia del suo pennello, il giovane si rende conto di essere solo contro tutti, ma di avere a disposizione l’arma più forte per combattere il demone che attanaglia Denska. E non parliamo di stupidi bulletti di strada, o di creature magiche che aspirano alla conquista del mondo. L’oscurità di Denska si rivela essere la solitudine, la depressione, la tristezza. E Ash, dalla sua, si ritrova tra le mani il modo perfetto per dare nuova luce a questa città, importante per il suo come per il di tanti altri passato: colore, fantasia, immaginazione. Speranza.

Capita in più occasioni, nel corso del breve – e scarno di contenuti a livello di storia, a dire il vero – cammino che è la storia di Concrete Genie (stimiamo una durata di 5 ore massime per potarla a termine, alle quali poi si aggiunge altro tempo per ultimare i collezionabili nel caso siate maniaci del completismo), di lasciarsi trasportare e conquistare dall’emotività di Ash, solo apparentemente fragile ma in realtà consapevole, il più forte d’animo tra tutti i personaggi che incontriamo a Denska. Perché come lui stesso, e di rimbalzo noi, impareremo col procedere della missione di rinascita della città, spesso l’apparenza inganna. Un insegnamento del quale Concrete Genie vuol fare tesoro. Quella di Denska è pur sempre un’ambientazione di fantasia, così come Luna, i Geni e tutto il resto, ma non per questo il messaggio che passa deve essere considerato finzione. E anzi, può essere d’insegnamento a molti. Peccato che, come detto pocanzi, della storia ci sia ben poco di cui discutere. Praticamente inesistente, a parte un paio di risvolti potenzialmente interessanti resi però non bene a schermo.

RIDARE LA LUCE

Concrete Genie è un puzzle platform in tre dimensioni ambientato interamente a Denska, nei 4 distretti in cui la città è suddivisa. Lo scopo di Ash, e dunque quello del gioco, è riuscire a ridare la luce all’intera città, e per farlo dobbiamo letteralmente accendere tutte le lampadine sparse per Denska grazie alla potenza del nostro pennello, capace di dare vita a esplosioni di colori e fantasia. Perché buona parte dell’esperienza di gioco si concentra proprio in questo, nel dare libero sfogo alla nostra creatività e lasciarci creare, dopo aver recuperato particolari disegni di Ash sulle pagine ormai sparpagliate, tutto quello che vogliamo. Capiterà ad esempio di dover riaccendere una lunga sfilza di lampadine adesive ad un palazzo dall’ampia facciata, e cosa ci frena dal coler riprodurre un tranquillo paesaggio collinare con fiori mossi dal vento, sotto un cielo stellato tagliato da una splendida aurora boreale? Assolutamente nulla. Proprio come Ash si lascia andare sul suo quaderno, facendosi trasportare dalla fantasia e disegnando qualsiasi cosa, anche noi potremo farlo entrando nell’apposito menù con R2. Da segnalare, inoltre, che per la fase di pittura il gioco utilizza come puntatore la barra luminosa del Dualshock 4, perfettamente calibrata.

Non sempre, però, le lampadine potranno essere immediatamente accese. Lo stato di abbandono di Denska ha provocato – o forse è stato provocato, ma questa è una domanda la cui risposta la potrete trovare voi – la comparsa di una sorta di aura oscura, un “inchiostro” negativo che solo un potente incantesimo può spezzare. E qui entrano in gioco proprio i Geni, le simpatiche creature che prendono vita dal nostro pennello e che possiamo accudire e accontentare tramite i disegni che richiedono. Il Genio Rosso (per inciso, ci sono vari tipi di Geni legati ai loro poteri) sta pensando ad un bel sole splendente? Disegnatene al più presto uno, e questo vi ricompenserà con tanto amore ma soprattutto Superpittura, una potente miscela magica capace di distruggere l’aura oscura e riuscire a illuminare anche i luoghi più inaccessibili. Non solo, perché i Geni saranno utilissimi anche per superare ostacoli e risolvere alcuni semplicissimi puzzle, poiché saranno letteralmente in grado di interagire col mondo circostante nonostante siano solo delle semplici immagini in 2 dimensioni.

L’alternanza tra queste meccaniche di disegno, platform e puzzle, tutte estremamente accessibili e senza un reale livello di sfida, non è però sufficiente a Concrete Genie. Nonostante il gioco ci abbia portato via una manciata di ore, l’assenza di una reale evoluzione del gameplay per buona parte dell’arco narrativo del gioco è risultato infine pesante. E ha stupito ancor di più l’ultima ora di gioco, nella quale, senza anticiparvi nulla nel dettaglio, il gameplay cambia notevolmente verso una più spiccata rappresentazione action, in completa contrapposizione con quanto fatto fino a quello momento. Una meccanica che poi, magicamente, scompare nell’endgame se così possiamo chiamarlo, che come detto ha come unico scopo quello di terminare la raccolta delle pagine del diario di Ash. Non abbiamo capito questa scelta di Pixelopus, quella cioè di dividere in maniera così netta l’approccio verso le due parti della storia, soprattutto perché non c’è alcuna variazione apprezzabile tra quello che facciamo all’inizio del titolo e ciò che facciamo nel momento in cui stiamo illuminando anche l’ultima area di Denska. I ragazzi di Pixelopus fanno parte di una software house piccola, e giovane, e non dimentichiamo che Concrete Genie viene messo in vendita a 30 euro. Ciononostante, si può sempre migliorare, e il consiglio per la loro prossima opera – forse Concrete Genie 2? – è proprio quello di riuscire a offrire al giocatore un senso di progressione e di esperienza da ciò che fa. Del resto, il fulcro dell’esperienza doveva essere quello della creatività, a discapito di fasi platform molto abbozzate – e le legnose animazioni sembrano confermarlo. Dare maggiore risalto a questa, poteva essere la via migliore da seguire.

In nostro aiuto, a stemperare il possibile senso di noia derivato da una certa povertà nella varietà delle meccaniche, intervengono la direzione artistica e musicale di Concrete Genie, davvero una manna per gli occhi e le orecchie di chi sta giocando. Siamo rimasti rapiti dal turbinio di luci, colori e forme alle quali abbiamo dato vita con controller, cullati dolcemente dalle note della colonna sonora che accompagnano praticamente ogni nostra mossa con il pennello. Il comparto grafico, in generale, è molto divertente, con uno stile cartoon perfetto per l’ampissima palette cromatica del gioco. Molto particolari anche le animazioni facciali dei vari personaggi, che sembrano richiamare la tecnica della paper motion, non a caso il primo impatto che ho avuto con Ash mi ha fatto tornare in mente il coloratissimo Tearaway di Media Molecule.

EXTRA

Completano l’offerta di Concrete Genie due modalità extra, accessibili dal menù principale. La prima è Disegno Libero, un nome che già dice tutto: scegliendo quale area di Denska visitare tra le 4 disponibili, potrete imbrattare le pareti degli edifici con qualsiasi cosa desiderate e dar vita a qualche particolare quadro fantasioso da sfoggiare con gli amici grazie inoltre alla Photo Mode che anche noi, a più riprese, abbiamo avuto il piacere di utilizzare per imprimere il tripudio di luci e colori. Oltre a questo, però, Disegno Libero non offre e non può offrire altro.

Completa il cerchio, infine, la modalità VR Splotch e la Tela di Cristallo, una sorta di storia secondaria da vivere in compagnia del visore di casa Sony e dei controller Move, imprescindibili per completare questa modalità, che però non offre praticamente nulla di nuovo sotto il sole, se non la possibilità di muovere con più naturalezza il pennello nello spazio per dipingere sulle pareti e per assecondare le richieste del nostro piccolo amico Splotch.

PUNTI DI FORZA

  • L’emotività di Ash riesce a conquistare lo spettatore
  • Direzione artistica molto interessante
  • Prezzo adeguato

PUNTI DEBOLI

  • Povero di varietà
  • La storia è dimenticabilissima

Quando parliamo di Concrete Genie parliamo di un’esclusiva Sony, ma non dobbiamo cadere nell’errore di pensare ad un confronto con i pesi massimi. Giochi come God of War, Marvel’s Spider-Man, anche l’imminente Death Stranding di Kojima, sono completamente fuori dalla portata dei ragazzi di Pixelopus, una software house molto giovane e che all’attivo ha solamente Entwined del 2014. L’avventura di Ash a Denska è un’opera molto più rilassante, divertente ma anche riflessiva, contenuta ma anche molto ispirata. Considerando il prezzo budget di 30€, se non fosse stato per una pesante ripetitività negli schemi di gioco avremmo potuto premiare maggiormente la nuova fatica di Pixelopus, ma siamo certi che questa lezione servirà agli sviluppatori per capire come e cosa migliorare in futuro. Al netto di questo, Concrete Genie è libertà, è fantasia e arte. Qualcosa che altri giochi non riescono ad offrire.

Ringraziamo Sony PlayStation Italia per il codice review di Concrete Genie.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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