Home Videogiochi Recensioni [Recensione] Dangerous Driving – Brucia l’asfalto

[Recensione] Dangerous Driving – Brucia l’asfalto

Se siete in cerca di adrenalina allo stato puro, questo è senza dubbio il gioco che fa al caso vostro. Dangerous Driving è un titolo semplice, diretto ma al contempo capace di coinvolgere e divertire, ma soprattutto di far sfogare tutta la rabbia al volante accumulata dal giorno in cui avete preso la patente in poi. Punto di forza del titolo di Three Fields Entertainment, infatti, non è solo la folle velocità con la quale si sfreccia tra traffico e avversari per vincere, ma anche la possibilità di assumere uno stile di guida molto aggressivo buttando fuori dal tracciato chiunque osi intromettersi tra voi e la vittoria.

Il titolo nasce da una software house sorta sulle ceneri di Criterion Games, la casa che ha portato alla luce la serie Burnout, il punto fermo dal quale hanno deciso di ripartire. Già nel 2017, infatti, Three Fields ha sviluppato Danger Zone, un gioco ispirato all’omonima modalità comparsa in Burnout Takedown, del quale potete trovare la recensione qui, e proprio su questa linea di pensiero si colloca quello che è stato annunciato come il successore spirituale di Burnout.

Versione provata: PlayStation 4.

COME I BEI VECCHI TEMPI…

Il gioco presenta nove differenti modalità di gioco, in parte riprese dalla serie Burnout. Tra le modalità già viste in passato troviamo le singole gare basate sui Takedown, le gare a tempo (Shakedown), alcune delle quali permettono al giocatore di provare veicoli che ancora non sono stati sbloccati, i duelli (Face Off), attraverso i quali è possibile ottenere la vettura del rivale, la modalità GP, che consiste in una sorta di torneo composto da tre gare, la modalità Pursuit di Burnout 2 in cui, nei panni della polizia, bisognerà eliminare l’auto di un criminale in fuga, la modalità Road Rage, la preferita di tutti i fan della serie Burnout, dove per vincere dovremo mettere insieme quanti più Takedown possibili prima della fine della gara. Torna alla luce anche la modalità Sopravvivenza del primo Burnout, in cui, per ottenere la medaglia migliore, ci si deve districare tra i numerosi pericoli del traffico evitando di andare a sbattere sulle altre vetture. La modalità Heatwave, infine, segna un ritorno allo stile già visto in Burnout 2, con gare basate unicamente sull’abilità in pista e i Takedown disattivati. In questo tipo di eventi, ogni volta che si userà la barra del boost completamente, verrà concesso un bonus che la riempirà nuovamente e inoltre, con la versione “Tuned” dei vari veicoli a disposizione, il bonus andrà a riflettersi anche sulle prestazioni della macchina, aggiungendo alla velocità massima 2 mph.

Dangerous Driving contiene 27 diversi veicoli distribuiti in sei classi: Sedan, SUV, Coupe, Supercar, Hypercar e Formula DD. Ognuna delle vetture appartenenti a queste classi può presentare quattro varianti, in primis la modalità base, poi “Tuned”, che riempie il boost più velocemente, “Advanced”, in grado di fare più danni, e infine “Prototype”, incredibilmente veloce ma altrettanto fragile, oltre che più di 20 colorazioni e livree. Le classi Sedan, SUV e Supercar, inoltre, presentano anche una variante poliziesca per la modalità Pursuit. Le classi si sbloccano avanzando con i progressi nel gioco: ogni volta che finisce un “Evento Classe”. Per quanto riguarda le diverse varianti delle auto, invece, bisogna ottenere una medaglia d’oro nella sfida richiesta.

 

Le modalità di gioco si tengono in sette diverse location ambientate in altrettanti parchi nazionali dell’America Settentrionale tra cui sono inclusi canyon, montagne innevate, deserti, laghi, foreste e molto altro per un totale (tra tutti e 31 i percorsi disponibili) di più di 270 miglia di lunghezza. Dangerous Driving inoltre contiene anche sette tracciati da punto a punto, che forniscono una perfetta ambientazione per modalità come Pursuit e Face Off, con una lunghezza compresa in un range che va dalle 9 alle oltre 20 miglia.

ALLACCIATE BENE LE CINTURE DI SICUREZZA

Come avete intuito lo stile di guida aggressivo viene sempre premiato, tuttavia in questo gioco, la troppa aggressività al volante può diventare un’arma a doppio taglio dal momento che una delle novità introdotte sta nel fatto che le carcasse dei veicoli che subiscono un Takedown rimangono in mezzo alla pista fungendo da ostacoli. Eliminare un avversario utilizzando una di queste carcasse viene catalogato come un “Junkyard Takedown” mentre se siamo noi a scontrarvici subiremo un “Nervous Wreck”, cosa non del tutto negativa dato che sarà poi possibile muovere il nostro relitto in modo tale da ostacolare i nostri avversari in arrivo.

Un’altra novità molto importante riguarda la colonna sonora: Three Fields ha deciso di non metterne nemmeno una, ma siamo noi a sceglierla. Dangerous Driving, infatti, si può collegare direttamente al nostro account di Spotify semplicemente concedendogli un’autorizzazione tramite il menù delle impostazioni audio. Possiamo dunque ascoltare le nostre playlist preferite al volante pure mentre giochiamo e controllarle tramite le freccete del nostro controller, senza dubbio una mossa geniale e accattivante per chi ascolta la musica mentre gioca.

Un’ulteriore aspetto da considerare è quello della modalità online, che verrà rilasciata nel primo mese dopo il rilascio, dove potremo giocare tutte le modalità e sarà ancora più difficile giostrarsi tra le vetture esplose sul percorso. Ve ne parleremo sicuramente in uno speciale, quando la modalità sarà disponibile e l’avremo testata a dovere.

Il gioco, inoltre, si conferma ottimo anche dal punto di vista delle prestazioni: la grafica è molto ben curata e supporta egregiamente, soprattutto nei momenti di maggiore accelerazione, una qualità di 1080p (1440 su Xbox One X) e 30 FPS, che diventano 60 su PlayStation 4 Pro.

SI PUÒ CONSIDERARE IL DEGNO SUCCESSORE DI BURNOUT ?

Da come si presenta, Dangerous Driving sembra essere un successore spirituale fin troppo fedele ai primi capitoli della serie di Burnout: viene meno, ad esempio, la dimensione open world di Burnout Paradise, forse a sottolineare il taglio più arcade che la software house ha inteso dare a questo nuovo capitolo. Anche in quanto a modalità di gioco, il titolo va a ripescare e rielaborare molte delle modalità già viste lasciando poco spazio alla novità, pur lasciando indietro molte altre modalità dei giochi usciti in precedenza.

Il gameplay rimane sicuramente l’aspetto più positivo: il gioco si presenta molto simile a Burnout sia nel sistema di guida, sia a livello di HUD (praticamente cambiata solo in qualche dettaglio). Appare meno distruttivo nei confronti dell’ambiente di gioco, complice anche il fatto che si corra su dei tracciati e non più nella suddetta dimensione di Burnout Paradise, ma assolutamente devastante per quanto riguarda i danni sulle auto.

Dunque, possiamo sicuramente dire che il gioco si ponga in totale continuità con la serie di Burnout, tanto da poterlo considerare come quel sequel a lungo richiesto ma mai uscito, ma che essendo un titolo diverso, ce lo aspettavamo un po’ più indipendente.

PUNTI DI FORZA

  • Varietà di veicoli e personalizzazione
  • Convincente sotto il punto di vista grafico
  • Gioco molto divertente

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Poche novità nelle modalità di gioco
  • Non si sente un grosso distacco dalla serie Burnout

In conclusione, se siete amanti del genere arcade racing, questo gioco è assolutamente consigliato, quanto meno per una prova. Three Field Entertainment ha fatto un ottimo lavoro con questo gioco rendendolo sia bello graficamente che divertente, inoltre, con l’aggiunta della modalità online diventerà una vera chicca per la vostra libreria.

Scritto da
Mark

Appassionato di videogiochi ed entusiasta del racconto. Il mio sguardo è fisso al mondo esportivo con particolare attenzione verso Rainbow Six Siege, nella speranza che il movimento italiano possa diventare sempre più significativo.

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