Recensione Empathy Path of Whispers
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[Recensione] – Empathy: Path of Whispers

“Il ricordo delle cose passate non è necessariamente il ricordo di come siano state veramente”. Sulla citazione di Marcel Proust ecco la nostra recensione di Empathy: Path of Whispers, un indie basato su di un’avventura esplorativa in prima persona sviluppata dai Pixel Night ed edita da Iceberg Interactive.

Empathy: Path of Whispers

Tutto inizia dal bottone rosso

Empathy: Path of Whispers ha tre punti di forza fondamentali che suddivideremo in: storia, NPC e grafica (quest’ultima verrà trattata in una sezione apposita). Partendo dal primo dei tre elementi, ovvero la storia, possiamo definirla come il cuore pulsante del gruppo. Senza di essa il titolo risulterebbe scialbo e senza un minimo di interazione tra i vari elementi che vanno a comporre l’intera opera. Durante le prime fasi potrebbe sembrare poco interessante, ma il suo punto di forza è proprio questo: il partire lentamente per poi dare una sferzata al tutto, portandoci con calma ma in maniera costante ad interessarci a quello che è successo nel mondo e alle persone che lo vivevano, cercando di riuscire a scovare anche il più piccolo particolare per dare risposta a tutti gli interrogativi che ci porremo. Vestiremo i panni di un ragazzo di cui non abbiamo nessuna informazione: non sappiamo l’età, né il suo nome, così come anche la provenienza. Alcune informazioni di poca rilevanza ci verranno date da uno strano individuo che è riuscito a trovarci dopo le recenti rivolte avvenute in tutte le parti del mondo. Ed ecco che iniziano già a prendere forma i primi interrogativi: chi è costui? E cosa vorrà da noi, tanto da indicarci come unica persona che può riuscire a salvare il mondo prima che vada in rovina? Domande a cui riusciremo a dare solo in parte una risposta visto che il titolo offre molti spunti di riflessione sulle cause di quello che sia successo. Nonostante lo strano individuo sembra essere a conoscenza di quello che sia accaduto nel mondo e quale ne sia stata la causa, quest’ultimo rimarrà sempre sul vago, portando il giocatore ad avere un senso di sfiducia nei suoi confronti. Una volta finito il filmato di apertura, nel quale vedremo come lo strano individuo ci abbia trovati, ci ritroveremo in una strana stanza dall’aspetto di un laboratorio. Qui ci verrà chiesto di seguire le indicazioni che ci verranno fornite se vogliamo riuscire a proseguire: questa parte del titolo è in realtà una sottospecie di tutorial dove ci verranno introdotte le basi degli unici due strumenti necessari per il proseguimento dell’avventura, lo scanner ed il radar (strumenti che andremo ad approfondire in un altro punto di questa recensione). Dal mio punto di vista la storia è ben strutturata, anche se ovviamente quello descritto finora è solo una piccola parte di quello che andrete a vivere. Ansie, paure ed una piccola dose di coraggio saranno necessarie per per riuscire a capire cosa sia capitato in questo mondo apparentemente deserto e desolato.

Empathy: Path of Whispers

Per quanto riguarda il secondo punto, quello degli NPC, devo dire che è uno degli elementi che mi ha colpito più di tutti. Ognuno di essi è caratterizzato secondo i minimi particolari a livello caratteriale: non vi sarà mai presente un NPC uguale ad un altro sia per discorsi che per obiettivi o scopi. Ciascuno risulta essere parte integrante della storia, anche se lo rivivremo soltanto come ricordo: proprio per questo devo riconoscere che i Pixel Night sono riusciti a rendere interessante ogni NPC grazie a storie molto interessanti. Vi basti pensare che anche il ricordo di una storia che verrà raccontata da un NPC, per quanto potrebbe risultare banale, presenterà comunque un piccolo elemento che farà parte di una storia molto più grande di noi e che andrà a completare uno dei tanti tasselli relativi ad una delle domande che sicuramente ci porremo: cosa è successo al mondo ed alle persone che lo popolavano? Una risposta che riusciremo a ricavare soltanto rivivendo i ricordi delle persone che lo hanno abitato. Sulla questione NPC non ci soffermeremo molto, in quanto rischierei di rivelare troppi dettagli relativi alla trama del gioco ed al finale.

Empathy: Path of Whispers

Un gameplay leggermente noioso

Anche se NPC e storia sono i punti fondamentali di Empathy: Path of Whispers, quello che fa storcere un po’ il naso è proprio il gameplay. Partiamo dal principio: come abbiamo detto in precedenza, dopo il filmato introduttivo ci ritroveremo in una specie di laboratorio dove, accanto ad un pulsante rosso, ci saranno gli unici due strumenti che avremo a disposizione per tutta la durata della nostra avventura: lo scanner, strumento utile per sincronizzare i ricordi dei vari NPC, ed il radar, un altro utile strumento per scoprire i luoghi dove sono posti gli oggetti dei vari NPC legati ai loro ricordi. Partiamo col dire che quando dovremo sincronizzare un ricordo, quest’ultimo sarà legato ad un oggetto chiave dell’NPC di cui andremo a fare la conoscenza: potrebbe essere un semplice martello per inchiodare le assi di una ferrovia, un semplice coltello rudimentale oppure un ritaglio di giornale, insomma un’oggetto chiave che farà parte della vita del personaggio. Una volta individuato l’oggetto ci basterà interagire con esso per far aprire lo scanner ponendoci davanti l’immagine di una frequenza d’onda. Quest’ultimo si basa su tre livelli di frequenza: uno ne aumenta la lunghezza, uno ne aumenta l’ampiezza ed infine uno ne aumenta l’altezza. Per rivivere il ricordo della persona non dovremo fare altro che sincronizzare l’onda dello scanner sulla stessa frequenza proposta dall’interazione con l’oggetto, una volta riusciti nell’impresa il ricordo verrà sbloccato ed avremo accesso ad esso. Una meccanica piuttosto semplice ma che diventa più complessa man mano che si avanza nelle fasi avanzate di gioco.

Empathy: Path of Whispers

Se da un certo punto di vista può risultare banale c’è da specificare che, seppur con una difficoltà che aumenta gradualmente, dopo un po’ tende a risultare noiosa all’inverosimile. La possibilità di sincronizzare i ricordi tramite scanner è apprezzabile, ma rendere ogni cosa sincronizzabile diventa eccessivo. Un miglioramento sotto questo punto di vista lo avrei apprezzato molto di più: probabilmente questo tipo di struttura di utilizzo dello scanner poteva andare bene per oggetti chiave, ma l’ho trovata abbastanza inutile e superflua per oggetti come un diario, un quaderno o un giornale dove i ricordi delle persone vengono annotati e potendo essere anche letti. Per quanto riguarda invece il radar, ha la funzione di guidarci verso gli oggetti chiave che sono sparsi nella mappa di gioco: anche se durante le prime fasi di gioco darà l’impressione di un oggetto inutile, questo assumerà un ruolo abbastanza importante durante le fasi avanzate. Infatti, come abbiamo detto in principio, Empathy: Path of Whispers è un’avventura esplorativa e di conseguenza senza l’utilizzo di uno strumento che ci indichi la strada da seguire potrebbe portare a farci perdere l’orientamento senza rendercene conto.

Empathy: Path of Whispers

Una grafica apprezzabile con un sonoro quasi invisibile

Ed eccoci arrivati all’ultimo, ma non meno importante, elemento forte del titolo: la grafica. Risulta ben curata sotto alcuni aspetti e meno sotto altri, ma nel complesso il lavoro fatto dalla software house è apprezzabile. Se parliamo di texture sulla lunga distanza, i dettagli di ogni elemento sono ben curati anche nel minimo particolare, facendoci scoprire anche in lontananza luoghi di particolare interesse, come villaggi montani, parchi o edifici abbandonati. Una scelta molto saggia da un punto di vista esplorativo, che suscita curiosità nel giocatore e porta quest’ultimo a cercare un mezzo per poter raggiungere quel determinato luogo. Per quanto invece riguarda il lavoro sulle texture ravvicinate, questo risulta un tantino scadente, sia per i dettagli di alcuni oggetti che vengono completamente ignorati sia per il modo in cui essi vengono disposti all’interno dell’ambiente. Molti di questi la maggior parte delle volte rivelano una parte della storia, ma vengono completamente ignorati vista la scarsa qualità dei dettagli. Sicuramente il lavoro fatto sulle texture grafiche sulla lunga distanza è degno di nota, ma tralasciare piccoli dettagli in un titolo con una forte componente esplorativa lascia il giocatore con un po’ di amaro in bocca.

Empathy: Path of Whispers

Per quanto riguarda il reparto audio, devo dire che questo non eccelle particolarmente. Il titolo non presenta una vera e propria colonna sonora, le uniche note audio che sentiremo, oltre le voci degli NPC e della losca figura che ci guida attraverso la nostra avventura, sono quelle dei suoni ambientali che ci aiuteranno un minimo ad immedesimarci all’interno dell’ambiente in cui ci ritroveremo. L’assenza di una vera e propria colonna sonora fa apparire il titolo come spoglio di una qualsiasi emozione: certo l’emozione grafica c’è, ma manca quell’emozione espressiva data dal comparto audio. Sicuramente l’inserimento di qualche traccia più corposa rispetto ai meri suoni ambientali avrebbe apportato al titolo un maggiore spessore.

Empathy: Path of Whispers

PUNTI DI FORZA

– Storia coinvolgente
– Texture sulla distanza dettagliate
– Caratterizzazione degli NPC curate minuziosamente

PUNTI DI DEBOLEZZA

– Gameplay a tratti frustante
– Texture ravvicinate da migliorare
– Telecamera a tratti ballerina

Empathy: Path of Whispers è un titolo che aldilà delle problematiche di dettagli di texture ravvicinati ed in assenza di  una reale colonna sonora riuscirà a coinvolgervi, partendo dalla storia fino ad arrivare agli NPC, tutti diversi tra di loro. Certo non è esente da bug (uno dei più noti è quello relativo all’impossibilità di utilizzare il movimento della videocamera dopo aver ridotto il gioco ad icona), nulla che però una patch fix non possa risolvere. In definitiva, vale la pena di giocare il titolo, specialmente per il finale interessante che ci ritroveremo; un finale che a detta di molti risulta fin troppo strano, ma che unito alla ricostruzione dei ricordi delle persone che si sono viste stravolgere la loro vita in seguito ad un evento di cui si sa pochissimo, porterà a farci riflettere anche dopo aver finito.

Infine va ricordato che se deciderete di acquistare una copia fisica del titolo, oltre al cd fisico, troverete anche all’interno della confezione una cd key per attivare Empathy: Path of Whispers su piattaforma Steam: un’idea davvero apprezzata se lo si vuole acquistare insieme ad un amico.

Un ringraziamento ad Adventure Productions per la key Steam fornita.

Scritto da
Pasquale Del Prete

Amante del Giappone e dei Videogames,mangiatore di Sushi e gamer incallito di World of Warcraft. Si avvicina al mondo dei videogames con la sua prima consolle il NES dove entra in un circolo vizioso dal quale ancora oggi non riesce ad uscire.

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