Tra il marasma di titoli che sono passati su Playstation Vita, in questi anni di ben poco onorato (suo malgrado) servizio, nel 2013 usciva, in concomitanza con la versione PS3, Guacamelee!, un platform 2D dalle meccaniche metroidvania che in molti non hanno esitato a definire addirittura capolavoro. Eh sì, perché nonostante fosse un progetto indie, dal budget e dalle ambizioni ridotte, si trattava di una piccola perla, forte di un gameplay solido ed appagante e di uno stile unico, tra humour demenziale e livelli geniali. Beh, i ragazzi di Drinkbox, col suo seguito diretto, sono decisamente riusciti a ripetere l’impresa cambiando, diciamocelo, davvero pochissimo rispetto all’originale. Non che fosse semplice migliorare quella formula (senza snaturarla in qualche modo) e, a dire il vero, non che se ne sentisse bisogno, anzi! Il primo capitolo non proponeva nulla di realmente innovativo a livello di meccaniche, ma il cocktail dei vari elementi del passato gestiti alla perfezione, unito a un’ottima direzione artistica e ad un’ironia davvero sopra le righe, ne hanno decretato un meritatissimo successo. Il suo seguito, quindi, segue giustamente i passi del suo predecessore, ne riprende le meccaniche, con qualche piccola modifica, e prova a migliorare sensibilmente l’esperienza, senza sbilanciarsi troppo. Guacamelee! 2, insomma, fa esattamente ciò che deve… E lo fa egregiamente. Ma vediamolo un po’ più nel dettaglio.
Versione provata: PlayStation 4. Recensione a cura di L. Rancati.
IL MEXIVERSO
Eccoci pronti ad avviare il gioco. Dopo un breve ripasso di com’era finito il primo, inizierà la nostra nuova avventura. Nei sette anni trascorsi dagli eventi di Guacamelee!, il nostro protagonista, ormai ex luchador, si è dato da fare: ora è un padre di famiglia con un paio di figli (e molti chili) in più sulle spalle rispetto a quando ci eravamo lasciati. Decisamente poco in forma, Juan dovrà farsi ancora in quattro per recuperare tutte le tecniche sfoggiate in passato e far fronte a una nuova minaccia, questa volta interdimensionale. Mi spiego meglio: avete presente la teoria del Multiverso? Scommetto di sì, ma ve la spiego lo stesso semplificandola un po’. E’ quell’idea secondo cui coesistono, contemporaneamente, diverse dimensioni parallele, o linee temporali, in base alle molteplici possibilità che offre la fisica. Ecco, questo concetto viene sapientemente utilizzato come pretesto in Guacamelee! 2, un po’ per proporre posti nuovi rispetto al passato, un po’ per citare pietre miliari dell’industria videoludica catapultandoci in situazioni completamente estranee alla storia principale. La suddetta si svolgerà per la maggior parte nella “timeline più oscura”, (una dimensione parallela a quella del primo capitolo, denominata “timeline più buona”) dimora di Salvador, un losco figuro che mira a distruggere l’intero “Mexiverso” (che sarebbe il Multiverso), lascio a voi il piacere di scoprire come.
È giusto mettere in chiaro comunque che qui la trama, come nel capostipite, ha un ruolo comprensibilmente marginale. Ma se nel primo capitolo le brevi sequenze si reggevano in equilibrio tra follia e ragione, qui il nonsense la fa da padrone, perché è evidente come gli sviluppatori abbiano deciso di virare il focus quasi del tutto in quella direzione. E bisogna ammetterlo, la formula funziona anche così: le trovate geniali disseminate un po’ ovunque e la follia generale che pervade il tutto conferiscono al gioco uno stile ed un carisma che vi faranno inevitabilmente innamorare, anche se, almeno per gli eventi cardine della storia, forse sarebbe stato preferibile restare su qualcosa di più serio ed umano, giusto per dare al gioco un tocco di epicità in più. Il mondo di gioco torna in tutto il suo labirintico splendore: complessi e articolati ancor più che nell’originale, i nuovi livelli si rivelano fondamentali, come in passato, nel decretare il successo del titolo. I livelli in questo seguito sono numericamente inferiori(specialmente rispetto alla Super Turbo Championship Edition, la versione definitiva del primo Guacamelee! uscita per PS4), ma la loro maggiore grandezza e complessità fanno sì che, per raggiungere la fine della storia, ci vogliano poco meno di una decina di ore, cui potremo aumentare il conteggio volendo raggiungere il 100%. Per chi avrà avuto abbastanza inoltre, torna la modalità Difficile, sbloccabile finendo il gioco la prima volta.
Nel complesso quindi, la quantità di contenuti non raggiunge la STCE del primo, ma si attesta comunque sui livelli della versione originale uscita per Vita e PS3. Nello specifico, alcune novità presenti in quella versione, come la presenza della barra salute dei nemici e la modalità cooperativa in locale, sono state riproposte qui nel seguito, mentre altre, come la modalità intenso e le modifiche apportate ai costumi (i costumi alternativi ci sono, ma non modificano i parametri in alcun modo), non ce l’hanno fatta e ne dovremo fare a meno. In più, da segnalare che sono state tolte le missioni secondarie, di cui io, personalmente, non sentirò la mancanza: alla fine della fiera, finivano per essere un peso, più che un bel passatempo.
PUGNI , SALTI E POLLI
Ma veniamo al gameplay. Come in ogni metroidvania che si rispetti, durante le nostre peripezie nei dedali della “timeline più oscura”, spesso torneremo in punti già esplorati per sbloccare quel passaggio che, grazie a un nuovo potere acquisito, ora possiamo aprire. Quali poteri? Beh, si va dal classico doppio salto per raggiungere le sporgenze più alte, ai colpi speciali come l’uppercut o la testata per rompere specifici ostacoli che bloccano la strada, fino alla possibilità di alternare, in tempo reale, il mondo dei vivi a quello dei morti, facendo comparire o scomparire piattaforme, appigli e addirittura nemici. Il numero di abilità a disposizione, va detto, è davvero impressionante, ed è bello scoprire, passo dopo passo, come gli sviluppatori si siano spesi molto, ancora una volta, per valorizzare ognuna di esse, costringendoci ad utilizzarle tutte in ogni modo possibile ed immaginabile.
Menzione speciale merita la trasformazione in pollo, che, oltre a consentirci di sgattaiolare nei cunicoli più stretti disseminati nelle varie mappe, come accadeva nel precedente episodio, qui è stata ulteriormente impreziosita con qualche abilità in più, che lo rendono un elemento ancora più importante del gameplay, sia per le fasi platform che per quelle di combattimento. E ragazzi, prendere a calci (beh, zampate in realtà) i nemici, nei panni di un pollo, è una sensazione davvero spettacolare!
Esatto, perché quelle stesse mosse utili ad avanzare nei livelli, ci serviranno anche a sconfiggere i nemici. Il combat system torna pari pari dal primo capitolo, riproponendo tutto ciò che di buono si era già visto e integrando le poche (ma buone) novità presenti. Si tratta di un sistema veloce, profondo e davvero piacevole da giocare. I controlli rispondono alla perfezione e ogni scontro ci terrà incollati e sempre ben attenti, pena una sconfitta prematura. Per cavarcela, dovremo alternare pugni, salti, schivate e chi più ne ha più ne metta, in base al contesto. L’elenco dei differenti nemici è lungo, ma anche qui le novità si scarseggiano e, boss a porte, i nemici realmente inediti che troveremo si contano davvero sulle dita di una mano.
Le fasi platform, ben studiate e difficili al punto giusto, si alternano a quelle di combattimento, fino ad unirsi, in alcune parti, per proporre circostanze sempre nuove al giocatore. Il maggior punto di forza di Guacamelee! 2, infatti, è proprio questo: la mole di situazioni differenti con cui avremo a che fare è pressoché sconvolgente, considerato che si tratta pur sempre di un titolo indie, per cui relativamente breve. Spesso, infatti, oltre a dover essere veloci con le dita per evitare una caduta o schivare quel temibile fendente nemico, dovremo usare bene la testa, per capire il modo di avanzare o raggiungere quell’agognato forziere. Chi è alla ricerca di un titolo intelligente dunque, capace di stimolare i nostri neuroni in modi sempre nuovi, troverà davvero pane per i suoi denti.
Non manca, inoltre, una piccola componente GdR: nel corso dei livelli, tramite nemici e appositi barili, accumuleremo denaro, spendibile in nuove abilità, questa volta direttamente tramite menù, piuttosto che dalle postazioni di salvataggio come accadeva nel primo Guacamelee!: una volta incontrati determinati personaggi no giocanti nel corso della storia, attiveremo il loro rispettivo albero delle abilità, potendo così apprendere nuove mosse (bellissime quelle di wrestling) o potenziarne i danni, aumentare salute, resistenza o sbloccare qualche bonus per le combo, giusto per fare alcuni esempi.
COLORI E SUONI DEL… MEXICO!
Dal punto di vista grafico, Guacamelee! 2 è una vera festa: la qualità generale è migliorata dal capitolo precedente, ma il grosso del lavoro è fatto dallo stile cartoon meravigliosamente disegnato, valorizzato da scelte artistiche indovinate e che danno una precisa caratterizzazione a tutto il gioco. Se ancora qualcuno non l’avesse capito, il tema ricorrente è la tradizione messicana e tutto ciò che ne concerne: luchador con maschere e cinture, mariachi con poncho e sombrero, pignatte da rompere, tortillas, guacamole e chi più ne ha più ne metta. Il tutto è davvero molto curato e ben fatto, valorizzato da scelte grafiche nel complesso riuscite ed efficaci. I livelli, alcuni ispirati mentre altri un po’ più anonimi, sono sempre ben disegnati e ricchi di dettagli e ci offrono, in alcuni casi, scorci di notevole caratura artistica.
Il sonoro riprende lo stile del primo episodio in tutto e per tutto, unendo pezzi messicaneggianti a melodie videogiocose elettroniche, che ricordano a tratti i vecchi titoli in 8 o 16 bit. Uno stile un po’ particolare, che potrebbe non piacere, ma che invece ben si adatta a far da sfondo alle vicende e contribuisce a rendere il titolo ancor più singolare.
PUNTI DI FORZA
- Combat system perfetto come sempre
- Mai banale, situazioni sempre diverse
- Ogni pixel gronda stile
- Humour demenziale ma efficace
PUNTI DEBOLI
- Poche novità rispetto al primo capitolo
- Storia principale debole ed eccessivamente nonsense
Nel complesso dunque, le piccole mancanze che si potrebbero debolmente imputare a Guacamelee! 2, come la trama poco approfondita e le poche novità introdotte sono poco rilevanti e non vanno così ad intaccare un titolo solido e decisamente divertente, difficile ma mai frustrante, curato e piacevole da vedere, longevo e ricco di segreti. Insomma, considerato il prezzo di 19.99, Guacamelee! 2 è un acquisto imprescindibile per chi ha amato il primo e a dire il vero, si tratta di un titolo che tutti, prima o poi, dovrebbero provare. Ai neofiti della saga, invece, è forse consigliabile scegliere di iniziare col primo che, nonostante nel complesso risulti inferiore, seppur di pochissimo, rispetto al nuovo lavoro di Drinkbox, è forte di un’edizione più ricca e di un prezzo ormai ridicolo, per poi buttarsi sul seguito più avanti. A voi la scelta.
Ringraziamo Drinkbox per la review key di Guacamelee! 2.
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