Non senza uno strascico di polemiche dalla terra del Sol Levante a causa di una conversione che non appare perfetta sotto tutti i punti di vista, arriva su PlayStation 4 la collection Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX. Nome complicato al pari della trama dell’intera serie, che però fortunatamente grazie a questa (ennesima) rimasterizzazione si ritrova per la prima volta nella sua lunga vita ad essere riunita su un’unica piattaforma. La nuova remastered non è altro che una riedizione su PS4 delle due collection uscite nel 2012 e 2013 su PlayStation 3, e porta con sé ben 4 giochi completi più due titoli dei quali sono state riproposte tutte le cutscene in HD. Il tutto in 60 fps, per la gioia degli amanti dei tecnicismi. In effetti la conversione si fa sentire tutta, e i 60 frame al secondo garantiscono una fluidità eccellente così come già avevamo notato nella collezione Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue. Nonostante la super patch al Day One, però, al momento ancora sussistono alcuni fastidiosi problemi, e ve ne parliamo qui nella nostra recensione.
TUTTO (O QUASI) IN UNO
La parola d’ordine di questa collection è una: quantità. A questa si aggiunge anche la qualità, certamente, ma non tutto è andato per il verso giusto. Di questo però ne riparleremo più avanti nel corso della nostra analisi. Iniziamo col fare un po’ di ordine dal punto di vista dei giochi presenti all’interno dell’edizione. Kingdom Hearts HD 1.5+2.5 ReMIX contiene tutto ciò che le due edizioni HD 1.5 ReMIX e HD 2.5 ReMIX contenevano, e questo si traduce in una lunga serie di titoli dall’elevata longevità che vi ripagheranno oltre ogni immaginazione dell’investimento da voi sostenuto per portare a casa la collection. Non spenderemo troppe parole sulla trama dei vari titoli, della quale abbiamo già discusso in abbondanza nella nostra rubrica Lezioni di Storia nei mesi scorsi.
Si inizia, cronologicamente parlando, con Kingdom Hearts Final Mix, l’avventura iniziale di Sora & Co. e anche ciò che diede vita al fenomeno che è divenuta questa serie. Pur mantenendo una direzione artistica e tecnica di tutto rispetto, migliorata quest’ultima ancor di più grazie al solidissimo frame rate dei 60 frame al secondo (tranne nelle cutscene), il gioco è forse quello che è invecchiato peggio rispetto a tutti quelli inseriti nella collezione. Il movimento di Sora, così come molti dei suoi attacchi e alcune meccaniche di gioco tra le quali le odiosissime liane della Giungla Profonda di Tarzan, non risultano sicuramente fluenti e all’avanguardia per il mondo di oggi, e i giocatori più giovani faranno fatica ad abituarsi a certi ritmi poco frenetici fatti di sezioni di platform e puzzle che spezzano l’azione di Kingdom Hearts. Dal frame rate arriva anche un altro problema, che riguarda la conversione del titolo ai 60 fps: la fisica di gioco.
Come testimoniato da più video che potete trovare anche comodamente su YouTube dopo l’uscita in Giappone della collection, non tutto è andato come previsto per Kingdom Hearts Final Mix (e anche il secondo capitolo numerato). A causa dei 60 fps, il tempo per compiere un’azione risulta sistematicamente dimezzato, e questo si riflette in fastidiosi problemi in alcune boss fight dove le combo di Sora finiscono troppo presto o dove le animazioni dei villain terminano in minor tempo, rendendo ancor più difficoltosa una situazione già non eccellente di suo. Il primo titolo della serie è anche quello che brilla sicuramente meno sul fronte del bilanciamento, dove spesso alcune boss fight costringeranno a ripetere l’intero scontro dopo essere stati rovinosamente sconfitti anche a causa dei problemi sopra citati. In ogni caso, i problemi derivanti dai 60 fps possono essere risolti da patch che siamo sicuri arriveranno nelle prossime settimane, e la situazione dunque migliorerà.
IL VIAGGIO CONTINUA
Si passa poi a Kingdom Hearts Re:Chain of Memories, il remake in 3D del titolo uscito originariamente su GameBoy Advance e che rappresenta un capitolo molto controverso per i fan della serie. Amato per la sua splendida trama, il combat system del gioco non ha mai convinto l’intera fanbase di Kingdom Hearts a causa della sua natura che fonde action e gioco di carte. Tralasciando le varie discussioni riguardo l’efficacia e la scelta di questo particolarissimo gameplay, la rimasterizzazione di Chain of Memories non risente (o se lo fa, è in piccolissima parte) dei problemi tecnici del primo gioco proprio grazie alla sua natura. Un consiglio: per quanto possiate odiare questo tipo di gameplay, cosa che può capitare, giocate fino alla fine Chain of Memories. La sua storia non solo è un tomo fondamentale dell’enciclopedia di Kingdom Hearts, ma riserba anche particolari sorprese soprattutto a fine gioco.
Terzo contenuto e anche primo film. Kingdom Hearts: 358/2 Days, uscito in origine su Nintendo DS, viene riproposto sotto forma di un lungo film di circa 3 ore, che in sé racchiude un’altro importantissimo tassello della storia. Le cutscene (vale a dire tutto il “gioco”) sono sicuramente state convertite in miglior modo rispetto ai precedenti titoli, con colori sempre vivaci e luminosi, e anche in questo caso consigliamo vivamente la visione per riuscire a comprendere al 100% la storia della serie.
Concludiamo i contenuti della collection HD 1.5 ReMIX e diamo il via alla seconda collezione. Si comincia con probabilmente il titolo migliore dell’intero pacchetto, uno dei giochi più premiati di sempre dell’era PlayStation 2 e idolatrato dai fan, Kingdom Hearts II Final Mix. Il gioco, ancora oggi il punto più alto toccato dalla serie per l’insieme di narrazione, gameplay e realizzazione tecnico-artistica, è probabilmente anche quello che ha goduto maggiormente della conversione di Kingdom Hearts ai 60 frame al secondo. Al netto di una difficoltà forse troppo ribassata rispetto al suo predecessore, Kingdom Hearts II FM è anche un gioco dotato di un combat system molto più frenetico e dalle mille possibilità, nel quale rendere fluidi i movimenti di Sora e dei suo attacchi era una prerogativa necessaria per godere al meglio del gioco. Come per il primo gioco, però, anche in questo caso i 60 fps rappresentano la croce e la delizia del titolo in questione. Alcune boss fight, che prima abbiamo definito “modificate” dalla nuova imprevista fisica di gioco, risultano addirittura compromesse e spinte ad una difficoltà esagerata rispetto allo standard nel quale dovrebbero trovarsi.
UNA MANNA DAL CIELO
Spendiamo qualche parola per lodare, però, la quantità esagerata di contenuti che Kingdom Hearts II Final Mix offre, sicuramente il titolo più corposo e riuscito dell’intero pacchetto. Con la sola storia che garantirà qualcosa come 25/30 ore di gioco, si vanno ad affiancare tantissimi extra come nuovi luoghi da esplorare e boss da sconfiggere. La versione tra le nostre mani è infatti quella Final Mix, esclusiva giapponese della serie che solo con le remastered è appunto giunta fino a noi. Anche per il primo titolo abbiamo parlato di una versione FM, ma in questo caso la storia è ben diversa. I boss aggiunti sono infatti più di 20, è presente l’intrigante e intricata Caverna dei Ricordi, e sono state anche aggiunte alcune cutscene (sempre purtroppo di qualità inferiore rispetto alle fasi giocate) che ampliano leggermente la storia.
E veniamo ad un altro tassello fondamentale della storia, un altro dei titoli più riusciti della serie e spesso accostato per bellezza e intensità proprio al secondo capitolo princiale: Kingdom Hearts: Birth by Sleep Final Mix. Insieme alle immancabili aggiunte rispetto alla versione che noi Occidentali abbiamo avuto modo di testare nel 2010 su PSP, anche BBS è stato completamente restaurato e proprio qui si notano i maggiori effetti dell’hardware PS4 che fanno scomparire completamente l’antialiasing (ora i poligoni sono molto più definiti e dolci) e che donano una vitalità incredibile al gioco, rendendolo davvero incredibile sotto ogni punto di vista. Il gameplay a comandi d’attacco poi, perfezionato da KH II e rimodellato all’epoca per adattarlo su PSP, risulta tremendamente efficace e soprattutto bello da vedere grazie alle migliorie tecniche, che era anche la cosa che più ci premeva in questa situazione. Un capitolo caratterizzato da una storia strappa lacrime, che fa luce sui destini di Ventus, Terra e Aqua che si riveleranno fondamentali per quello che abbiamo vissuto fino ad oggi su Kingdom Hearts.
La raccolta si conclude con il titolo probabilmente meno riuscito di sempre per la serie, Kingdom Hearts coded che, così come 358/2 Days, è stato riproposto sotto forma di film. La qualità tecnica è sicuramente buona, questo è ovvio, ma quello che fa storcere il naso è l’effettiva importanza del titolo nell’economia della serie, che è di fatto nulla. Lo stesso gioco, all’epoca della release prima su smartphone e poi su NDS, venne aspramente criticato per aver riproposto situazioni già viste troppe volte e per non aver portato alcun contributo tangibile alla trama generale, se non nei 5 minuti conclusivi che racchiudono l’unico risvolto interessante del titolo.
DISATTENZIONE O POCA CURA?
È andato tutto per il verso giusto? Purtroppo no. I titoli dell’intera collection, chi più chi meno, presentano i medesimi problemi dovuti ad un lavoro di conversione che probabilmente è stato sottostimato e di conseguenza poco curato. Abbiamo già parlato degli evidenti problemi dovuti al prepotente (ma giustissimo) arrivo dei 60 fps che in alcuni casi hanno reso davvero problematiche boss fight prima accessibili, e ci aggiungiamo anche un inconveniente dovuto sostanzialmente alla pigrizia di qualcuno: le animazioni. Specialmente in KH FM e BBS è possibile notare a più riprese come le animazioni facciali dei personaggi siano state rimodellate e perfezionate solo in alcuni casi, mentre in alcune sezioni ritroviamo le espressioni da manichino di Sora e compagnia che si limitano a muovere la bocca neanche ci trovassimo di fronte a degli sprite in 2D.
La situazione comunque è già migliorata parecchio rispetto ai primi paurosi video apparsi su YouTube
La situazione comunque è già migliorata parecchio rispetto ai primi paurosi video apparsi su YouTube nelle scorse settimane, dove ne abbiamo viste di tutti i colori (il combattimento contro Saïx in KH II FM era in pratica rovinato dall’inizio alla fine a causa dei 60 fps), e speriamo che Square-Enix intervenga anche per sistemare alcuni bug che erano presenti nelle versioni originali e che vennero inspiegabilmente riproposti anche nelle edizioni PS3 dei titoli. I caricamenti, invece, diventano finalmente una pura formalità: veloci, molto veloci, e questo fa un gran piacere dato che proprio su Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue abbiamo sottolineato come questi fossero ancora eccessivi per essere su un hardware del livello di PlayStation 4.
PUNTI DI FORZA
- Garantite centinaia di ore di gioco divertenti e intense
- La magia è rimasta intatta
- 60 fps fissi sono la delizia…
PUNTI DEBOLI
- …Ma anche la croce
- Kingdom Hearts Final Mix è invecchiato abbastanza maluccio
- Remastered di remastered…Ha davvero senso?
Se siete fan accaniti della serie (come il sottoscritto) e avete già giocato in lungo e in largo tutti i titoli più volte, anche nella loro incarnazione HD su PlayStation 3, farete fatica a trovare nuove motivazioni per spendere altro denaro nella collection. Al contrario, per un neofita questa è un’occasione d’oro che non può e non deve assolutamente essere perduta. I rapporti quantità/prezzo e quello qualità/prezzo sono davvero alle stelle, se pensate che per portare a termine solamente le storie principali dei 4 titoli vi occorreranno qualcosa come 100 ore di gioco. Alcuni difetti tecnici passati sotto l’uscio durante lo sviluppo abbassano però la votazione, a testimonianza del fatto che avremmo atteso volentieri qualche mese in più per ottenere la collezione completa (uscita solo 2 mesi dopo la 2.8). Ora però non ci sono scuse: se attendete come dei matti Kingdom Hearts III, è un buon momento per rivivere sin dall’inizio e in una veste rinnovata e splendida agli occhi tutta l’epopea di Disney e Square-Enix in questo sconfinato universo che è Kingdom Hearts.
Un ringraziamento a Koch Media Italia per la copia stampa fornita.
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