Abbandonando forse per sempre la speranza di vedere Kingdom Hearts III in uscita nel 2017, dopo le dichiarazioni di alcune settimane fa da parte del director e creatore della serie Tetsuya Nomura, l’attesa per il capitolo finale della Saga Xehanort ci viene allietata dalla nuova collection. La terza, a dirla tutta, che prosegue l’opera di rimasterizzazione dell’intera serie che Square-Enix ha avviato nel 2012 in previsione, ovviamente, del terzo attesissimo capitolo principale. Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue, questo il nome completo dell’edizione, arriva su PlayStation 4 con la consueta formula delle remastered della serie ma anche con qualche importante novità. Un gioco totalmente restaurato in HD, un film, e il pezzo forte dell’edizione, del quale parleremo nel corso della nostra recensione.
IL SOGNO DI UNA VITA
A rigor di logica, il primo dei tre contenuti sul quale mettere le mani è Kingdom Hearts HD: Dream Drop Distance (d’ora in avanti abbreviato DDD). Riedizione del gioco uscito originariamente in esclusiva Nintendo 3DS, DDD è un’eccellente opera di rimasterizzazione. Le texture sono state pulite, sistemate e ridefinite con cura, abbandonando l’aspetto naturalmente arretrato che il gioco presentava sulla console Nintendo e portando il tutto in alta definizione, a 1080p e 60 frame al secondo, condito da un buonissimo filtro antialiasing che annulla l’effetto “scaletta” dei modelli. Una gioia per i giocatori, considerando inoltre che DDD vide l’introduzione del particolare stile di movimento/combattimento del Fluimoto, del quale discuteremo più avanti. Non si può certamente affermare, però, che si tratti di un prodotto d’avanguardia, tecnicamente parlando. L’edizione originale di DDD soffriva, esattamente come altri titoli portatili della serie (persino Birth by Sleep), di un mondo di gioco sì vasto e caratterizzato da esplorare ma anche terribilmente spoglio di contenuti e povero di interazione, a causa ovviamente dell’hardware che il team di sviluppo aveva a disposizione. I grandi spazi esplorabili, notevolmente aumentati rispetto ai giochi precedenti, appariranno infatti privi di una qualsiasi parvenza di vita, cosa già accusata all’epoca della release del gioco su 3DS.
A grandi linee, la storia di Kingdom Hearts HD: Dream Drop Distance è un gran casino. Il gioco inizia infatti lì dove finì Kingdom Hearts II, con Sora e Riku sulle Isole del Destino che ricevono una lettera da Topolino (il cui contenuto è stato scoperto in Kingdom Hearts coded): la guerra contro Xehanort è ancora ben lontana dalla conclusione, e i due portatori del Keyblade sono chiamati dal potente Yen Sid ad una missione molto particolare. Al termine della loro prima avventura, infatti, i due ragazzi furono in grado di distruggere il Kingdom Hearts artificiale creato da Ansem con i Cuori dei Mondi e di riportare nel Regno della Luce questi pianeti. Non tutti, però: alcuni di essi giacciono ancora in un sonno profondo, e il compito dei due, vogliosi di essere finalmente nominati Maestri, è quello di risvegliare sette particolari mondi rimasti nel Regno del Sonno. Ottenere il potere del Risveglio, infatti, è la questione più importante al momento, un potere che serve a Yen Sid ed ai guardiani della Luce per poter fronteggiare il redivivo Xehanort. Non tutto però, ovviamente, va per il verso giusto: l’Organizzazione XIII, vecchi volti noti e un inquietante versione giovane del più grande villain della serie, contribuiranno a mettere i bastoni tra le ruote ai guardiani della Luce. Tra colpi di scena inevitabili, comparsate con poco significato ed espedienti che non hanno fatto altro che aumentare considerevolmente la confusione mentale di chi gioca, la trama di DDD si conclude con un gigantesco punto interrogativo e tante questioni irrisolte.
In effetti, il gioco è sempre stato definito da Nomura, anche all’epoca della release originale nel 2012, come un prologo di quel che succederà in Kingdom Hearts III. Le promesse sono mantenute: la storia di DDD, seppur confusa in alcuni passaggi, specialmente nel momento delle grandi rivelazioni sul finire dell’esperienza, è comunque un passaggio di rito fondamentale per tutti coloro che attendono il terzo capitolo della saga, consapevoli del fatto che ormai perdere per strada un Kingdom Hearts è come saltare per errore una puntata di Lost: non ci si capisce più niente. Questo non significa però, attenzione, che la trama di DDD sia stata scritta male, anzi. Un intreccio di storie e di climax così elevato (ma che lascia quell’amaro in bocca di non risolutezza finale) difficilmente si ritrova non solo in uno dei titoli della serie ma anche in altre produzioni, dove realtà, sogni e incubi si fondono insieme di continuo grazie all’escamotage della Barra Caduta: quando questa si esaurisce, infatti, il personaggio che state controllando attualmente cade in “stand-by”, e la palla passa all’altro protagonista. Dream Drop Distance infatti permette di seguire in prima persona entrambe le avventure del duo, ognuno con il propri carattere e le proprie esperienze, restando così distanti l’uno dall’altro e allo stesso tempo così vicini come mai potremmo pensare all’inizio della storia, ma l’incombere dell’imminente Caduta spesso rovina i vostri piani, manifestandosi in un momento di particolare tensione narrativa o in un boss fight, costringendovi a rifare tutto da capo.
INCUBI DIVORATORI
Sogni e incubi non sono solo il tema ricorrente della trama, ma anche l’essenza vera e propria degli esseri i quali popolano questo reame addormentato. I Divorasogni, infatti, sono l’incarnazione materiale delle luci e delle ombre che cercano rispettivamente di preservare e di cancellare la memorie dei mondi dormienti, nei quali il tempo è rimasto sostanzialmente bloccato dal momento della loro “morte”: il mondo continua a sognare, e questo si riflette nelle proiezioni fisiche di personaggi dei quali il Cuore continua a mantenere memoria. È per questo motivo che, ad esempio, nel Paese dei Balocchi torneremo ad incontrare Pinocchio e il Grillo Parlante, o che nel Paese dei Moschettieri ritroveremo versioni passate di Topolino, Paperino e Pippo. Questi, solitamente avventurieri compagni di Sora e Riku, non sono però i personaggi di supporto del party di DDD: questo ruolo spetta infatti agli Spiriti, le controparti amichevoli degli Incubi, esseri dal bizzarro aspetto e dai grandi poteri che possiamo plasmare noi stessi grazie ai frammenti di sogno recuperati dai Divorasogni malvagi. Dalla loro creazione e crescita, alla quale dovremo contribuire facendoli giocare, mangiare, divertire (una meccanica riproposta con inaspettato successo anche su PS4 vista la necessità di utilizzare il touchscreen di 3DS nella versione originale, anche se il touchpad del Dualshock risulta come sempre sacrificato) e anche combattere insieme a noi, dipenderà sia l’avanzata degli aspiranti Maestri, in grado di creare Spiriti sempre più potenti col passare del tempo, sia il sistema di abilità dei due personaggi, ripreso di pari peso da Birth by Sleep.
Eredità del capitolo su PSP è anche il combat system di DDD. Torna infatti la console dei Comandi, costituita da particolari attacchi fisici e magici che si tramutano, nelle loro incarnazioni più potenti, in clamorose combo distruttrici come Ultima Arcanum e Incrocio Sonico, capaci di spianare la strada di fronte a sé in pochi istanti. Un sistema di combattimento già sperimentato con successo e che anche qui dà i suoi frutti, offrendo più dinamicità e più varietà ad un gameplay più tradizionale come quello della serie principale anche se la sua dimensione, per ovvie ragioni, rimane quella delle console portatili. Accanto ad un basilare sistema a comandi come questo, si aggregano la possibilità di unirsi con i propri Spiriti, con risultati differenti tra Sora e Riku (il primo si legherà a loro, il secondo li assorbirà cambiando lo stile di combattimento) e anche il Fluimoto. Un rapido sistema di movimento che può essere così riassunto: scontrandosi contro un oggetto solido (o anche un Incubo di grosse dimensioni), si attiva una istantanea accelerazione tramite la quale possiamo raggiungere più velocemente un luogo, attaccare rapidamente un nemico o spiccare un poderoso balzo, arrivando a raggiungere posti prima irraggiungibili. Perde invece di sostanziale importanza Cambiarealtà, prima perfetto oggetto di disturbo del combattimento comodamente guidabile con il pennino della console e che invece ora è stato necessariamente modificato per essere comandato solamente dal joypad. A tal proposito, per chi se lo stesse chiedendo, Cambiarealtà è una sorta di ridefinizione del sogno, una tecnica in combattimento che permette in disparati modi di azionare una determinata combo: dal lanciare un nemico verso altri (scomodo con le levette analogiche) al creare connessioni tra i nemici per colpirli più volte e più velocemente (meccanica semplificata rispetto all’originale). Riconosciamo una sua difficoltà nell’utilizzo eventuale del touchpad, sicuramente meno appropriato rispetto al secondo schermo di 3DS, ma alcuni di questi Cambiarealtà sono davvero poco pratici.
Sacrificato il touchpad, ormai come in tante produzioni relegato ad una sorta di nuovo tasto Select piuttosto che un oggetto col quale interagire nel gioco, i comandi mantengono la stessa utilità e fluidità della serie. Peccato solo per i tasti dorsali, che in Birth by Sleep erano stati comodamente destinati alla progressione della console dei comandi e il cui compito viene (scomodamente) ereditato dalle frecce direzionali analogiche. In generale, nonostante alcuni difetti e alcuni comandi non proprio funzionali, questa edizione di DDD è un eccellente prodotto di rimasterizzazione, con un upgrade grafico di tutto rispetto che lo mette sullo stesso piano di altri capitoli pubblicati su console ben più performanti di Nintendo 3DS, e in grado di portare ore e ore di intrattenimento (solo la storia vi porterà via circa una ventina di ore). Upgrade che perde tutta la sua efficacia quando ci apprestiamo a provare il contenuto probabilmente più atteso dell’intera collection, la prima volta di Kingdom Hearts alle prese con il maestoso Unreal Engine 4.
MOMENTI OSCURI
Evoluzione di quel Birth by Sleep –Volume Two- che Nomura pianificò e mai riuscì a sviluppare, Kingdom Hearts 0.2 Birth by Sleep – A fragmentary passage è un altro, definitivo prologo a Kingdom Hearts III, e il primo assaggio dal vivo del nuovo engine di gioco che Square-Enix utilizzerà per il terzo capitolo. Ambientato in un lasso temporale che va dalla conclusione di Birth by Sleep ad un periodo post-DDD, in questo purtroppo ma previsto brevissimo incipit (e tappabuchi) narrativo di Kingdom Hearts III la protagonista è l’amata Maestra Aqua, sperduta nel Mondo Oscuro dopo i disastrosi fatti dei quali lei stessa è stata partecipe nel passato (il senso di continuità viene tramandato già dal livello di partenza, il 50). Il tempo scorre in un modo differente, qui nel regno dell’oscurità, un reame devastato e ora cassaforte per tutti quei mondi che gli Heartless sono stati in grado di divorare nel corso degli anni, molti dei quali già familiari ad Aqua. Il Dominio Incantato, il Castello dei Sogni, il Bosco dei Nani, tutti mondi che gli esseri oscuri riuscirono a far sprofondare nelle tenebre, e che la custode del Keyblade visiterà nuovamente ritrovandosi spiazzata da come, alla fine, la Luce abbia perso nonostante i suoi sforzi. Mondi perduti, proprio come i suoi amici di sempre, Ven e Terra, sempre presenti nelle sue visioni, in questo viaggio senza spazio e senza tempo che non mancherà di stupire per incontri insperati e insospettabili.
La narrazione, lineare e gradevole, ma anche inevitabilmente limitata ad un già solido filone nel quale si deve incastonare e ad un prodotto che vuole essere una sorta di Ground Zeroes per KH3 (meno di 3 ore saranno sufficienti a portare a termine il gioco, alle quali se ne aggiungono altre 4 circa per il 100%), passa però in secondo piano di fronte ai prodigi dell’Unreal Engine 4 con l’universo di Kingdom Hearts. Pur mantenendo una chiara e forte parvenza fantasy nelle ambientazioni e nella realizzazione dei personaggi, il nuovo engine di gioco permette agli sviluppatori di creare mondi dettagliatissimi, ricchi di particolari e di rifiniture, cose che si notano anche solamente dai maggiori oggetti con i quali interagire nel passaggio tra DDD e questo titolo. Le case del borgo del Castello di Cenerentola appaiono ora tirate a lucido e realistiche, i ciottoli sulle strade hanno un volume ben definito, i lampioni sprigionano luce naturale, e gli effetti particellari, all’ordine del giorno grazie alle nuove intuizioni sul gameplay, sono davvero sbalorditivi. Ne avevamo avuto un assaggio da vari teaser trailer di Kingdom Hearts III, che mettevano anche in evidenza la notevole presenza di nemici a schermo contemporaneamente, e questo passaggio frammentario è la dimostrazione vivente che tutto ciò che abbiamo visto è possibile. Solidissimo anche il frame rate in gioco (che soffre inspiegabilmente ma solo in alcune cutscene), spettacolari i giochi di luci e colori delle varie magie che Aqua lancerà, così come anche il rinnovato design delle nuove specie di Heartless che incontreremo, che gioca spesso sulle accese tonalità offerte dal motore. Un preludio, anche solo tecnicamente parlando, perfetto per uno dei giochi più attesi dell’ultimo decennio, accompagnati dai magnifici arrangiamenti di Yoko Shimomura che rivisita le soundtrack originali di Birth by Sleep fondendole con un tema inedito per il Mondo Oscuro.
Abbandonato il combat system della console dei comandi, una prerogativa dei titoli portatili che Nomura aveva già affermato non sarebbe tornata nei capitoli principali, il gameplay risulta essere una chiara riproposizione di quello classico (da Kingdom Hearts e KH2) con alcune modifiche, aggiustamenti, evoluzioni ed aggiunte da altri titoli. Da Birth by Sleep, ad esempio, 0.2BBS eredita la possibilità di utilizzare il Keyblade come una “arma a fuoco”, tramite i Comandi di tiro attivabili mirando con R1. Da KH2 tornano invece i Comandi di Reazione ma in una veste tutta nuova. Stavolta, infatti, si parla di Comandi Situazionali: speciali comandi che si renderanno disponibili al di sopra dell’interfaccia giocatore in basso a sinistra, e le cui incarnazioni dipenderanno dalle vostre azioni antecedenti a quel momento. Lanciando più magie Thunder, ad esempio, potrete scatenare a piena potenza Thundaga con un raggio d’azione davvero pauroso. Se invece diversificheremo i nostri attacchi tra fisici e magici avremo più chance di attivare, prima che scada il tempo del comando situazionale, lo stile Bramagia che si può poi concludere in una catastrofica combo. Un sistema che abbina il classico al rinnovamento, proprio come l’interfaccia: semplice, pulita, facile da utilizzare. Novità assoluta anche per un nuovo aspetto del gioco, la personalizzazione dell’aspetto del giocatore. Completando diversi obiettivi, sbloccheremo oggetti come spalline, nuovi guanti, vestiti, la cui utilità è però sfortunatamente assente. Nessun upgrade delle statistiche, infatti, verrà fornito da questi ornamenti, dei semplici oggetti per customizzare l’aspetto di Aqua e niente di più di questo.
DOMANDE, ANCORA DOMANDE
Completa la collection, e conclude il super-prologo dell’atto conclusivo della Saga Xehanort, il film in CGI Kingdom Hearts χ: Back Cover. Sulla scia della medesima operazione attuata nelle edizioni 1.5 e 2.5, il team di sviluppo costruisce un vero e proprio film della durata di circa un’ora sfruttando la storia del browser e mobile game Kingdom Hearts χ, ambientato circa 1000 anni prima degli avvenimenti narrati nella serie principale. Il tempo delle fiabe, come lo stesso narratore anticipa nell’incipit del film, che cerca di offrire una visione d’insieme di un mondo ancora dominato dai custodi Keyblade e che è collassato su sé stesso nel momento in cui l’oscurità, spinta da giochi di potere molto complessi, finisce con lo scatenare la Guerra del Keyblade che ormai sentiamo nominare da molti giochi a questa parte. Il film, realizzato anch’esso con Unreal Engine 4, ha più il sapore di una sorta di thriller rispetto all’action che ci si poteva aspettare, una corsa contro il tempo per cercare di capire chi tra i 5 leader delle Unioni (Ira, Invi, Aced, Ava, Gula) sta disobbedendo agli ordini dell’antico Maestro, colui che ha fornito compiti specifici ai suoi allievi e ha profetizzato l’intero futuro prima di scomparire nel nulla, lasciandosi alle spalle una scia di domande e un oggetto molto particolare.
La scia di domande, in effetti, è la stessa che il film lascia depositare nelle nostre menti. Delle decine e decine di quesiti che Kingdom Hearts χ propina, solo una quantità infinitesimale ottiene una risposta, talvolta (apparentemente, ad oggi) insignificante per lo scopo che si prefiggeva il film. Che anzi, nel momento di maggiore tensione, in quello cioè dove tutti i nodi sembrano finalmente venire al pettine e nel quale la leggenda perduta sembra palesarsi di fronte agli occhi di chi guarda, termina senza alcun preavviso e lasciando un forte senso di amaro in bocca. L’intento della collection, è vero, era quello di fornire tanti spunti di prologo in previsione del gran finale. Ma un nuovo, ennesimo contenuto che cerca di dare un ulteriore background narrativo alla saga e che finisce senza una conclusione realmente efficace non fa altro che deludere le aspettative.
PUNTI DI FORZA
- Ottima la rimasterizzazione di KH 3D, comprensiva di sottotitoli in italiano
- 0.2 Birth by Sleep è uno spettacolo per gli occhi…
PUNTI DEBOLI
- …ma dispiace che duri così poco
- Kingdom Hearts χ: Back Cover è una delusione
- Prezzo elevato rispetto alla mole di contenuti
Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue è sia una degna conclusione del cammino di Square-Enix per preparare i suoi fan a Kingdom Hearts III, sia una piccola delusione sul fronte contenutistico in rapporto al prezzo richiesto, molto più alto rispetto alle edizioni precedenti. La collection è solida, e propone tre contenuti, tre prologhi di tutto rispetto per il terzo capitolo, di cui due totalmente inediti fino ad oggi. Peccato solo che, mentre Kingdom Hearts HD: Dream Drop Distance sia un gioco in grado di fare il suo sporco lavoro anche su PS4 dopo l’ottima conversione da 3DS, e Kingdom Hearts 0.2 Birth by Sleep – A fragmentary passage serva a decantare la grandezza e la complessità artistica che avrà la serie in futuro, il film che avrebbe dovuto dare nuovi spunti di comprensione finisca col perdersi in sé stesso e in futili divagazioni. In effetti, il senso di incompiutezza accompagna tutti i tre contenuti, in una raccolta comunque imprescindibile per tutti coloro che attendono trepidanti un terzo capitolo che sembra sempre più vicino dopo tutti questi anni di attesa. Il disegno di Tetsuya Nomura, piano piano, si sta completando. Il director, ad oggi, ha scelto i colori, il tema, la tela e lo stile dell’opera finale. All’appello, ovviamente, manca solo il quadro terminato da appendere nel museo.
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