È finalmente iniziata la nuova stagione calcistica e, con essa, arrivano i tanto attesi titoli di simulazione sportiva. Sviluppato e pubblicato da Konami, PES 2019 è il diciottesimo capitolo di una serie storica dai tanti volti e che quest’anno si trova a doversi reinventare dopo il mancato accordo di rinnovo per i diritti delle maggiori competizioni europee: UEFA Champions League ed Europa League. Lo sportivo della casa giapponese è attualmente disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC, e noi di Uagna l’abbiamo testato a lungo per darvi il miglior feedback possibile.
Versione testata: PlayStation 4, con l’utilizzo del File Opzioni per divise, stemmi e competizioni
The Power Of Football
PES 2019 si apre con una evidente dichiarazione di intenti: la voglia di migliorare senza stravolgere il lavoro fatto negli ultimi anni, un percorso che prosegue ancora oggi a partire da quel lontano 2014 in cui venne adottato il Fox Engine. Impossibile non notare la continuità stilistica dei menu con i precedenti episodi del franchise, il livello di cura che contraddistingue la resa visiva generale della produzione, ma soprattutto la persistenza di determinati elementi del gameplay sempre più orientato verso il realismo simulativo. Al fischio di inizio ritroviamo la fluidità e la bellezza del palleggio, fase arricchita grazie alle nuove animazioni a disposizione dei giocatori, credibili e ben realizzate. Basta inserire il disco per rendersi conto di quanto il gioco sia molto meno macchinoso rispetto all’ultima stagione. Il calcio secondo Konami – lo dicevamo qualche mese fa nella nostra anteprima – è più che mai ragionato, l’intelligenza artificiale è infatti ben attenta a chiudere velocemente le linee avversarie per mettere l’utente alle strette, ponendolo nella condizione di dover dosare ogni passaggio o movimento. Dall’altra parte il supporto dei propri compagni di squadra si fa ben notare sul rettangolo verde con un buon supporto sia nella fase di attacco che in quella di difesa (le strategie e gli schemi fanno comunque la loro parte). Gli elementi di questo mosaico calcistico si fondono insomma per dar vita a match mai banali, con una gestione del gioco appagante e un risultato che si avvicina in maniera importante alle partite trasmesse in TV. Tra le altre migliorie abbiamo notato, con grande positività, anche quelle che hanno interessato il comparto delle interazioni con i giocatori avversari. PES 2019 conta su un sistema di collisioni molto meno arcade che amministra le situazioni con molta precisione, migliorie che si faranno sentire in occasione di uno scontro aereo per intercettare la palla, oppure con un tackle dell’ultimo minuto.
Il rinnovamento di PES è passato inoltre dal feedback della community. Gli arbitri, quasi restii dall’ammonire la CPU nelle vecchie edizioni, ci sono sembrati molto più fiscali in campo. La perfezione è ancora lontana – il sistema degli scontri di gioco ha tuttora qualche lacuna e gli avversari, specialmente ai più alti livelli di difficoltà, riescono a compiere interventi sempre perfetti, a costo di compenetrare le texture altrui – ma la strada intrapresa è quella giusta. Altra nota di merito per i portieri, di cui Konami non si è affatto dimenticata, proponendo atleti reattivi, capaci di salvare il risultato nelle situazioni più difficili. Tutto ciò è stato raggiunto tramite la rifinitura dei loro algoritmi e apportando delle modifiche all’efficacia dei tiri.
Essere allenatori
Se siete amanti degli schemi, PES 2019 non vi deluderà. Le opzioni tattiche selezionabili sono rimaste pressoché invariate e consentono una buona dose di personalizzazione; si passa dall’altezza della linea difensiva alla compattezza della squadra, dal pressing al supporto in attacco, passando alle opzioni di marcatura e al fuorigioco, senza dimenticare la scelta dei tiratori per angoli e punizioni. Che sia contropiede o Tiki-Taka, gli utenti potranno scegliere con attenzione che tipo di anima dare alla propria squadra nella fase di preparazione alla partita. Le istruzioni più specifiche (o “avanzate”) potranno comunque essere deselezionate durante il match ed essere eventualmente abbinate a indicazioni più generiche, selezionabili con le frecce, per alzare i ritmi o chiudersi in difesa a seconda della situazione. Questa evidente dinamicità non è tuttavia un’esclusiva del giocatore. Anche la CPU si adeguerà al nostro gioco, nelle tattiche e nell’approccio, grazie a un sistema di intelligenza adattiva.
Autogol, incredibile!
Ai momenti in cui PES 2019 fa divertire con il bel calcio se ne contrappongono purtroppo altri in cui il livello della produzione si abbassa. Partiamo dal comportamento della CPU. Nonostante la già citata capacità adattiva, l’IA del titolo tende in maniera un po’ marcata a giocare sulle fasce per chiudere l’azione con un cross basso verso l’attaccante smarcato in area di rigore, una soluzione che è stata utilizzata dalla maggior parte delle squadre indipendentemente dal loro valore e dagli schemi. Questa sorta di ridondanza sicuramente non aiuta il realismo ed è lecito aspettarsi da parte degli sviluppatori una patch risolutiva al più presto. Rimanendo in tema schemi, il computer si è esibito in fasi di possesso esagerate e rischiose. Siamo dell’idea che il sistema dovrebbe utilizzare tattiche più semplici ed efficaci, ma soprattutto dovrebbe avere un margine di errore più alto: rubare palla agli avversari è quasi impossibile quando il livello di difficoltà impostato è alto. A rendere più difficile la situazione ci pensano poi alcune lacune dei portieri. Gli estremi difensori non sono sempre vigili quando i tiri sono indirizzati sul primo palo e tendono a buttarsi in maniera un po’ goffa, aprendo il fianco ad alcune reti altrimenti evitabili. Provare a controllare il gioco ed esibirsi in azioni spettacolari quindi non basta, di fronte all’imprevedibilità del calcio e della CPU. Il fraseggio, tra l’altro, non è sempre perfetto, i passaggi infatti sembrano a volte spinti da una mano invisibile, che influenza anche il recupero palla da parte del giocatore. Avremmo preferito una autonomia totale, ma specifichiamo comunque che utilizzando i comandi full-manual dovrebbe essere possibile risolvere la situazione.
Come calciare un rigore
A livello di contenuti PES 2019 ripropone il ben noto novero di competizioni offline, di cui la Master League è il fiore all’occhiello. Questa modalità ha un’anima fortemente gestionale e consente di affrontare il campionato con la propria squadra del cuore in veste di allenatore, scegliendo il livello di difficoltà, la valuta e altri parametri generali. La sua struttura cardine non ha subito grosse modifiche (fatta eccezione per alcune piccole aggiunte che riguardano l’acquisto dei giocatori) e ripropone il gameplay come cuore fondante dell’intera esperienza, arricchito dall’acquisizione di nuovi campionati su licenza. L’aspetto gestionale dal canto suo è ancora imperfetto: le clausole rescissorie degli atleti più quotati sono “troppo basse” ed è possibile assistere a trasferimenti insensati (riuscireste a credere che abbiamo portato Dani Ceballos in un club di serie B inglese?). Come la ML vi porta al centro dell’assetto societario, così Diventa Un Mito è un’esperienza incentrata sul calciatore. Nei panni del vostro alter-ego vi farete spazio tra le gerarchie di squadra e della nazionale, con l’obiettivo di diventare i numeri uno. Sebbene l’idea di partenza non sia affatto male, Diventa Un Mito non regge il confronto con la controparte made in FIFA, complice l’assenza di novità.
Sul fronte licenze, lo dicevamo, Konami si è mossa bene. Messe da parte le serie minori di Italia e Spagna, PES 2019 si è arricchito con tanti nuovi campionati provenienti da nazioni come Russia, Svizzera, Belgio e Scozia. Il risultato è un calcistico più variegato, ma anche longevo, con tanti nuovi giovani talenti da scoprire ed esperienze da fare in giro per il mondo. Per le licenze mancanti è sufficiente scaricare i File Opzioni e installarli prontamente tramite una chiavetta USB, a patto di possedere una PlayStation 4 o un PC. I giocatori Xbox One dovranno continuare ad aspettare.
MyClub (offline)
Il cerchio si chiude col My Club, il comparto online vero e proprio di PES. Di novità ce ne sono e anche interessanti. Per l’edizione 2019 Konami ha innanzitutto deciso di abbandonare il “sistema a palloni” che imponeva l’acquisto dei singoli giocatori, sostituito da dei pack virtuali con numero variabile di atleti. La presentazione dei top player è stata resa più accattivante e colorata, e fanno inoltre il loro ingesso le formazioni di campioni in forma e in risalto. Seguendo le gesta delle controparti reali, il titolo stilerà delle classifiche con i giocatori più prolifici dell’ultima settimana, acquistabili tramite dei pack speciali. Per il resto, il My Club è lo stesso di sempre – anzi più player friendly che in passato – e conta, a dispetto di FIFA, su una maggiore facilità nell’assemblare squadre di medio-alto livello. Cosa potrebbe rovinare una modalità così equilibrata? Ve lo diciamo noi: i server. Il sistema peer to peer offerto da Konami non è all’altezza degli altri titoli online sul mercato e mina in maniera ingombrante l’esperienza ludica. A causa del lag eccessivo e della latenza i giocatori rispondono in ritardo, compiono animazioni casuali e le partite seguono binari che non dovrebbero. Ci chiediamo a questo punto quando il colosso giapponese farà uso di server proprietari.
L’importanza degli effetti
La validità del comparto tecnico di PES si mette in luce con colpi d’occhio notevoli. Il Fox Engine dà il meglio di sé con gli stadi su licenza, curati nei minimi dettagli e davvero suggestivi. Gli atleti più rinomati hanno subito un processo di ricostruzione in 3D impressionante, grazie al quale vengono replicati in maniera fedele anche i gesti tecnici caratteristici di ognuno. Lo stesso però non si può dire dei giocatori meno conosciuti, ai quali sono stati assegnati volti generici e tagli di capelli a volte improponibili. La telecronaca in italiano è stata affidata nuovamente al duo Bergomi-Marchegiani con risultati a malapena sufficienti e frasi ripetute o fuori contesto. Buona la scelta per le tracce musicali del gioco. Godibili.
PUNTI DI FORZA
- Comparto tecnico super
- La gestione della palla è fantastica
- Profondo
PUNTI DEBOLI
- Modalità offline migliorabili
- Intelligenza artificiale ancora da rivedere
- Le partite online sono una sofferenza
Un calcistico ottimo per giocabilità e profondità. La sostanza resta la stessa degli altri anni, e forse anche i problemi.
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