Con quasi due anni di ritardo dall’uscita giapponese il prequel della saga creata da SEGA, Yakuza 0, arriva in Europa pronto a raccontare le origini di Kazuma Kiryu e Goro Majima, protagonisti carismatici di una serie che nel corso degli anni ha saputo raccontare uno stile di vita ed una cultura che hanno attirato un numero sempre maggiore di utenti.
Il titolo è ambientato negli anni ’80, poiché appunto ripercorre le vicende primordiali del franchise, ma allo stesso tempo i dialoghi, la narrazione e la caratterizzazione dei personaggi rimangono quelli che hanno portato al successo il picchiaduro action di Sega.
Scoprite nella nostra recensione gli intrecci, gli eccessi, le scazzottate e soprattutto il motivo per cui Kazuma Kiryu e Goro Majima si sono guadagnati i soprannomi Drago di Dojima e Cane Pazzo.
Nota: la versione provata è per PlayStation 4
BOSS MI HANNO INCASTRATO
Anno 1988, siamo a Kamurocho, variante fittizia di Kabukicho, quartiere di una Tokyo illuminata da molteplici insegne di locali notturni, sale giochi e bar fittizi. In un vicolo della città il 20enne Kazuma Kiryu, membro del clan Dojima, ha appena finito di pestare un tizio per conto di uno strozzino, recuperato e consegnato i soldi a quest’ultimo, per poi dirigersi in un locale con l’amico/collega Akira Nishikiyama, detto Nishiki. La serata prende una brutta piega, quando al notiziario parlano di un ritrovamento di un cadavere nel luogo in cui Kazuma ha pestato il debitore.
Tale vicenda farà partire le indagini per omicidio, con Kiryu che dovrà rispondere ai propri superiori per l’accaduto. Quest’azione è stata orchestrata per incastrare in primis il nostro protagonista e soprattutto il capitano Kazama, suo mentore, attualmente in prigione con altre accuse, che però rischia l’espulsione dalla famiglia Dojima visto il coinvolgimento del proprio sottoposto.
Per un membro della Yakuza esseri espulsi dal proprio clan è un’azione totalmente disonorevole, che nella maggior parte dei casi porta al suicidio. Kiryu dunque, per ripulire il suo nome e quello del suo capitano si lancerà a capofitto per le strade di Kamurocho, provocando scontri tremendi che hanno inoltre come minimo comune denominatore il luogo del delitto, piccolo appezzamento di terreno, conteso da individui malavitosi e immobiliari senza scrupoli. Ma non dimentichiamoci di Goro Majima, personaggio che in alcuni frangenti verrà alternato a Kiryu, costretto a gestire un locale notturno ad Osaka per espiare le sue colpe all’interno del Tojo Clan.
NON SOLO CALCI E PUGNI
La struttura del gioco rimane prevalentemente quella della serie, si tratta di un sandbox di medie dimensioni, esplorabile attraverso la quest line principale oppure tramite missioni secondarie e attività collaterali. Nel primo caso ci si muoverà da un punto all’altro della mappa affrontando i vari teppisti che si porranno sul nostro cammino, con le conseguenti boss fight e le tonnellate di dialoghi e filmati. In alcuni frangenti queste sezioni potranno risultare ripetitive, tuttavia è inevitabile vista la natura di questo titolo e dell’intera saga.
Mentre nel secondo caso vi saranno delle side quest piene di personaggi stravaganti ed egocentrici, incarichi assurdi e mini-giochi piacevoli, alcuni dei quali affrontabili anche online. Si andrà dalle sale giochi brandizzate SEGA con cui si potrà giocare ai mitici Out Run e Space Harrier oppure l’UFO Catcher con l’artiglio meccanico; club dove giocare a biliardo, freccette, bowling e perfino baseball; bar karaoke e discoteche con i relativi minigame a base rhythm, sale da Shogi (gioco da tavolo giapponese simile agli scacchi), corse su piste elettriche, chat club in cui si parla al telefono con delle ragazze, a pagamento ovviamente e dulcis in fundo videoteche in cui si possono guardare filmini hot di ragazza prosperose in bikini, il tutto accompagnato da fazzoletti di carta, ah questi giapponesi non si smentiscono mai n.d.r.
Inoltre ad un certo punto della storia Kuzuma e Goro potranno intraprendere diverse attività manageriali per innalzare il loro guadagno di Yen. Kiryu potrà acquistare negozi e ristoranti, selezionando il personale ed investendo sul rilancio dei locali; Majima invece potrà gestire un cabaret club, ingaggiando le ragazze più belle in giro per la città, per poi abbinarle ai vari clienti del locale.
TI PESTO CON STILE
Narrativa e attività secondarie sono importanti, ma il cuore di Yakuza 0 resta il sistema di combattimento, che ha visto l’implementazione di nuovi stili di combattimento, vera novità di questo titolo. Entrambi i protagonisti avranno a disposizione tre stili differenti, switchabili a piacimento durante i combattimenti con la croce direzionale del joypad e ognuno contrassegnato da un colore. Kiryu potrà contare sul Brawler (lo stile classico del franchise), Rush (pugni e schivate rapidi) e Beast (prese brutali e grande forza nei colpi). Mentre Majima potrà contare sul proprio stile predefinito Thug, Slugger con una mazza da baseball e Breaker con volteggi e giravolte da ballerino di break dance.
Ognuno dei stili sopra elencati sarà potenziabile attraverso un albero delle abilità, spendendo migliaia o milioni di Yen. Fate attenzione al bastardissimo Mr. Shakedown un gigantesco ladro che si aggira per le strade di Kamurocho, che può stendervi con pochi colpi e soprattutto può rubarvi tutto il denaro posseduto. Con le giuste skill è possibile sconfiggerlo, guadagnando una cospicua somma di denaro, però il rischio è elevato.
Da menzionare l’altissima longevità di questo titolo, dopo aver terminato la storia principale e aver abbozzato qualche missione secondaria e minigioco il nostro cronometro è stato fermato a 30 ore di gioco, con appena il 20% di completamento totale.
PUNTI DI FORZA
- Storia principale avvincente e lunghissima
- Nuovi stili di combattimento
- Tantissimi contenuti secondari
PUNTI DEBOLI
- Alcune missioni risulteranno noiose e ripetitive
- Grafica a cavallo delle due generazioni di console
- Intelligenza artificiale poco precisa
Yakuza 0, attraverso diciassette capitoli, narrerà una trama solida, intrigante e ricca di colpi di scena, condita da una valanga di dialoghi in lingua originale giapponese e sottotitolati in inglese (se dopo aver letto questa notizia non lanciate una lamentela, è ora di imparare l’inglese ragazzi miei). Siamo davvero di fronte ad un titolo curato all’inverosimile per sceneggiatura e contenuti. A livello grafico soffre del passaggio di generazione, essendo uscito in Giappone anche per PlayStation 3 a marzo 2015. Tuttavia il lavoro svolto da SEGA ci ha lasciati sorpresi, vista l’attenzione data nella realizzazione delle espressioni facciali dei personaggi principali ed il modo in cui essi lasciano trasparire le loro emozioni.
Gli amanti della serie non devono lasciarselo sfuggire, mentre chi si avvicina per la prima volta al genere non ne rimarrà deluso, anzi sarà invogliato a giocare i capitoli già usciti.
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