Da diversi anni Capcom ha deciso di percorrere per quanto riguarda Resident Evil due binari paralleli: uno dedicato allo sviluppo di nuovi capitoli, ed uno maggiormente incentrato sul rinnovare le opere precedentemente pubblicate, così da ammodernare completamente l’IP. Dopo l’ottimo remake di Resident Evil 2, il meno florido rifacimento di Resident Evil 3 e l’apprezzato rinnovamento del quarto titolo, la casa di Osaka si trova ora davanti alla vera sfida.
A differenza infatti del suo predecessore universalmente amato, Resident Evil 5 è un po’ più controverso tra i fan di lunga data della saga creata da Shinji Mikami. Arrivato quattro anni dopo Resident Evil 4, il quinto capitolo della serie ha deciso di far spostare il franchise verso uno scenario maggiormente incentrato sull’azione, riducendo drasticamente il numero di enigmi e ponendo molta più enfasi sulla frenesia e sui combattimenti, sia contro i normali non morti che verso i boss, presenti in maggior numero. Per alcuni fan, questa è sembrata una progressione naturale per la serie, ma per la maggior parte del pubblico ciò ha significato l’inizio del declino di Resident Evil, che fino a poco prima aveva raggiunto vette spettacolari, soprattutto con il capitolo di Leon ed Ashley.
Indipendentemente dalle fazioni pro e contro in generale, Resident Evil 5 ha inserito per la prima volta in assoluto una caratteristica che è stata accolta con disprezzo praticamente da chiunque: la cooperativa. Per chi non lo sapesse infatti, il capitolo con Chris Redfield e Sheva Alomar consente di giocare l’intero titolo insieme ad un altro utente sia online che offline. È inutile nasconderlo, in compagnia di un amico la feature ha saputo ritagliarsi svariati apprezzamenti da parte degli acquirenti, che non hanno però sopportato minimamente la pessima intelligenza artificiale in possesso della compagna di Chris nella modalità single player.
Se quindi Capcom dovesse seguire il proprio protocollo produttivo e fosse attualmente in sviluppo il tanto vociferato remake di Resident Evil 5, risulta assolutamente necessario correggere diverse problematiche, per evitare di bissare un risultato tutt’altro che entusiasmante.
Deficienza artificiale?
Nonostante i numerosi inconvenienti, le meccaniche cooperative di Resident Evil 5 sono state fondamentali per l’esperienza, e per quanto in molti possano pensarla diversamente, è imperativo che permangano nel potenziale remake. Ma mentre le funzionalità a schermo condiviso e quelle online possono effettivamente rimanere sostanzialmente le stesse dell’originale, quello su cui la casa di Osaka deve assolutamente intervenire è l’esperienza in solitario.
In poche parole, la caratteristica coop di Resident Evil 5 ha peggiorato quasi unicamente l’avventura per giocatore singolo, ed il tutto è da imputarsi all’intelligenza artificiale del gioco. Nonostante la sua pubblicazione nel lontano 2009 su PlayStation 3/Xbox 360, l’AI di Sheva risultò infatti imbarazzante dopo poche ore, provocando spesso e volentieri un vero e proprio blocco del compagno, incapace di interagire con un determinato oggetto oppure di schivare minimamente gli attacchi nemici.
Non è difficile dedurre che questa fastidiosa situazione ha comportato nella stragrande maggioranza dei casi un ostacolo per i progressi del giocatore, generando sentimenti di frustrazione a dir poco profondi, soprattutto nelle fasi più avanzate dell’avventura. L’ipotetico (al momento) remake ha quindi l’arduo compito di rivedere completamente l’intelligenza artificiale dell’originale per rendere la fruizione in solitario apprezzabile per il pubblico moderno.
Una cooperativa a braccetto con la narrazione
Avere un partner costantemente al proprio fianco non deve essere vista necessariamente una cosa negativa e, in effetti, potrebbe rivelarsi uno dei maggiori punti di forza del remake di Resident Evil 5, se fatto bene. Nell’originale del 2009, Chris Redfield e Sheva Alomar interagivano a malapena tra loro durante il gioco, con la maggior parte delle loro battute sfruttate unicamente durante i filmati. Ciò ha portato a una strana disconnessione tra la relazione dei personaggi durante il gioco e i filmati, ed è un problema che il remake potrebbe (e dovrebbe) risolvere. Non è per nulla strano infatti che la ragazza africana sia rimasta una vera e propria meteora nel franchise, unicamente concepita per fare da spalla al corpulento soldato della BSAA.
Nel potenziale rifacimento, i due dovrebbero avere molti più dialoghi durante il gioco, così da dare nuovi impulsi anche per approfondire la storia della giovane. Per quanto non ci si possa naturalmente aspettare che i personaggi vengano riscritti completamente da Capcom, a maggior ragione dati i frequenti incontri di combattimento di Resident Evil 5, sarebbe molto importante che i due protagonisti riuscissero ad avere il tempo per parlare e “farsi voler bene” dal giocatore, magari condividendo dettagli su se stessi, sulla loro storia con la BSAA e perché no, anche commentare ciò che accade attorno a loro. Ciò contribuirebbe incredibilmente a far sì che la relazione tra Chris e Sheva si trasformi in una vera calamita per il nuovo Resident Evil 5, togliendo alla donna la terribile etichetta di “personaggio ideato solo perché necessario ad una particolare meccanica”.
Noi abbiamo fiducia, speriamo che venga ripagata.
Voi cosa ne pensate? Avete apprezzato Resident Evil 5? Fatecelo sapere!
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