Negli ultimi due mesi il Playstation Plus ci ha regalato titoli di notevole fattura. Dopo aver ripreso in mano The Last of Us ed avervi raccontato in uno speciale le sensazioni che il titolo Naughty Dog riesce a trasmettere a ben sei anni dall’uscita, oggi voglio parlarvi di un titolo che non ho mai avuto il piacere di giocare. Mi riferisco a Darksiders 3, terzo titolo della serie che vede come protagonisti i Cavalieri dell’Apocalisse. Il titolo, arrivato sugli scaffali un anno fa, ha vissuto uno sviluppo tutt’altro che semplice. Dopo il fallimento di THQ e della stessa Vigil Games, i pochi rimasti hanno dato vita a Gunfire Games impegnandosi a portare a termine il progetto. Nonostante le minori risorse, Darksiders 3 non ha nulla a che invidiare agli altri due capitoli della serie. I motivi? Scopritelo in questo nuovo episodio di “Riflessioni a freddo”.
Come Darksiders 2, anche questo terzo capitolo si svolge contemporaneamente al primo Darksiders. Pertanto, l’incipit resta più o meno immutato. Per qualche strano motivo, Guerra, uno dei Cavalieri dell’Apocalisse, ha dato inizio all’Apocalisse, scatenando una battaglia tra Angeli e Demoni. Battaglia che si è combattuta sulla Terra, estinguendo quasi del tutto la razza umana. Per i suoi crimini, Guerra viene imprigionato dall’Arso Consiglio, il cui compito è quello di preservare l’Equilibrio. Ed è proprio da qui che ha inizio l’avventura di Furia, protagonista di Darksiders 3. Furia viene infatti convocata dall’Arso Consiglio dove incontra suo fratello Guerra, il quale la avverte di essere stato vittima di un complotto. In particolare, il Consiglio incarica Furia di trovare e uccidere i Sette Peccati Capitali, potenti demoni che stanno minacciando l’Equilibrio. Per dare il quadro completo della situazione e della trama, Morte, terzo cavaliere dell’Apocalisse, si trova invece alla ricerca dell’Albero della Vita. Il suo compito è quello di trovare il Pozzo delle Anime e riportare in vita l’intera razza umana, così da scagionare suo fratello Guerra. Ovviamente l’intera missione di Morte è raccontata in Darksiders 2.
Furia rappresenta forse il cavaliere più umano. Il suo è un viaggio di redenzione e l’incontro/scontro con i Sette Peccati Capitali calza a pennello. Ad ogni Peccato sconfitto, Furia diventa sempre più conscia degli errori commessi in passato, trasformandosi, a poco a poco, in un personaggio più razionale e meno aggressivo. Analizzando il gameplay, risulta subito chiaro che Darksiders 3 è un soulslike con componenti metroidvania. Gli elementi soulslike sono rappresentati, ad esempio, dalla presenza di anime con cui potenziare il personaggio (salute, attacco e arcano), da una mappa interconnessa e dalla possibilità di potenziare le armi. Al contrario, le componenti da metroidvania sono rappresentate dallo sblocco di poteri che consentono il raggiungimento di zone altrimenti inaccessibili. Ad esempio, con il potere del fuoco Fura può eseguire un triplo salto mentre, con il potere della Stasi, può scalare i muri o camminare sull’acqua. Si tratta di abilità che funzionano alla grande e che risultano ben equilibrate, incentivando il giocatore a cambiarle spesso. Tra l’altro, di fronte ad un gameplay del genere, sono rimasto colpito dalla capacità con cui Gunfire Games riesce a mixare e gestire perfettamente diversi stili di gioco. La software house statunitense è una delle poche che ha sempre innovato e sperimentato. Di solito i giochi di una serie appartengono allo stesso genere videoludico, sia esso un gdr, un action, uno sparatutto o via dicendo. Nel caso di Darksiders invece, ogni capitolo ha una storia a sé. Il primo Darksiders era un hack ‘n’ slash, il secondo un mix tra Zelda e un GDR puro mentre il terzo, come detto è un soulslike con caratteristiche da metroidvania. Senza nulla togliere ai primi due titoli, è proprio questo terzo capitolo che, a mio avviso, risulta il meglio riuscito. Mentre gli altri due titoli in alcuni frangenti potevano annoiare, Darksiders 3 ha ritmi scanditi alla perfezione e vi risulterà difficile spegnere le vostre console.
Tra l’altro la più grande virtù del titolo è rappresentata, dal level design della mappa di gioco. Anche in questo caso Gunfire Games si è ispirata alle mappe di Dark Souls ed il risultato è stato notevole. Nel corso dell’avventura visiterete diverse macrozone ma ognuna di esse risulta collegata con l’altra grazie al fantastico sistema di shortcut ideato dagli sviluppatori. Molte di queste si sbloccheranno solo dopo aver ottenuto determinati poteri. In questo modo il backtracking non risulta mai pesante anche grazie ai Varchi Serpentini, l’equivalente dei falò di Dark Souls. Ogni volta che aprivo una nuova scorciatoia rimanevo sorpreso del modo in cui gli sviluppatori erano riuscito a connettere ogni zona. Tra l’altro, proprio come nei giochi di Miyazaki, non vi è un ordine cronologico nelle zone da percorrere. Gli stessi boss possono essere sconfitti in diverso ordine, eccezion fatta per alcuni di loro. Tornano, anche se più semplificati rispetto a Darksiders 2, puzzle ed enigmi utili a sbloccare porte o segreti.
Nonostante quanto di buono fatto, Darksiders 3 presenta anche qualche difetto tecnico. Nel particolare il gioco soffre, almeno su PS4 di evidenti cali di frame che, nella peggiore delle situazioni, si tramutano in dei freeze di qualche secondo. Sembra infatti che in alcune zone il gioco non riesca a caricare la mappa, segno che l’ottimizzazione e la pulizia finale non sono state compiute in modo certosino. Durante l’avventura mi è anche capitato di rimanere bloccato in una sezione di gioco senza riuscire ad andare avanti. Il motivo era relativo al fatto che il titolo non aveva caricato una cut-scene obbligatoria per procedere nel gioco. Ciò a dimostrazione del fatto che le risorse a disposizione del team sono state decisamente inferiori rispetto a quelle dei due capitoli precedenti.
Siamo arrivati alla fine di questo speciale dedicato a Darksiders 3. Ad un anno dall’uscita, è consigliato recuperare questo gioco? La risposta è assolutamente positiva. Darksiders 3 è un gioco riuscito in cui risulta evidente tutta la passione degli sviluppatori di Gunfire Games. Fiore all’occhiello di questo titolo è, senza ombra di dubbio, il level design delle mappe, veramente ben strutturato. Anche il mix tra soulslike e metroidvania funziona alla grande, rendendo le ore in compagnia di Furia veramente divertenti. Certo, rimangono diversi problemi tecnici ma vi consiglio di recuperare comunque questo fantastico titolo. Sono sicuro che non rimarrete delusi.
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