Nella vita di ogni giocatore arriva il momento in cui si devono recuperare giochi lasciati sullo scaffale e mai giocati per mancanza di tempo o voglia di iniziare una nuova avventura. Nel mio caso si tratta di Lords of the Fallen, action RPG rilasciato da Deck 13 e Bandai Namco nell’ottobre 2014. Dopo averlo acquistato infatti, non ho mai inserito il disco nella mia PS4, a causa dei problemi sopra citati. A ben 5 anni di distanza ho però deciso di fare questo grande passo: ecco a voi quindi una nuova puntata di Riflessioni a freddo, questa volta dedicata a Lords of the Fallen.
Protagonista del titolo è Harkyn, guerriero caduto in disgrazia richiamato alle armi per aiutare l’umanità contro i Rhogar, demoni di un’altra dimensione che stanno minacciando l’intera umanità. La trama in effetti, risulta poco incisiva e abbastanza banale anche se i documenti sparsi per le aree di gioco contribuiscono ad approfondire la lore di contorno, rendendola più immersiva. In ogni caso risulta molto evidente l’influenza dei Souls, a cui il gioco si è evidentemente ispirato tanto sul lato narrativo quanto su quello videoludico. Come detto in apertura infatti, Lords of the Fallen è un action RPG. I nemici uccisi ci doneranno dei punti esperienza, utili a potenziare le caratteristiche di Harkyn, praticamente identiche a quelle viste nei Souls (Forza, Vitalità, Fede, Fortuna, Agilità e Resistenza). Proprio per quanto riguarda i PE, il gioco vi incentiva a salvare il meno possibile. Evitando di salvare nei vari checkpoint infatti, i nemici uccisi vi rilasceranno sempre più PE, grazie ad uno specifico moltiplicatore. Punti esperienza che, tuttavia, possono essere messi al sicuro nei save point. In questo modo la morte non causerà la loro perdita e non vi obbligherà a recuperarli nella zona in cui siete morti (altra uguaglianza con i Souls). Tra l’altro, a inizio partita, dovremo scegliere la classe del personaggio, scegliendo tra Ladro, Chierico e Guerriero. La prima vi renderà più agili, la seconda più potenti con attacchi magici mentre la terza vi donerà più resistenza e forza fisica. Io in particolare ho scelto la terza classe, diventando un tank pesante. Con il senno di poi avrei scelto il Chierico, in quanto, come vi spiegherò più avanti, gli attacchi magici sono molto potenti e utilizzabili da notevole distanza. In ogni caso, oltre alle classi, si trovano tre sottoclassi magiche che vi doneranno alcuni poteri: Rissa, Inganno e Conforto.
Ovviamente difesa, attacco e agilità di Harkyn vengono condizionate dal suo equipaggiamento. Nel corso dell’avventura troveremo armi, scudi, stivali, guanti, armature ed elmi. Oggetti che possono essere potenziati con delle rune (maggior resistenza a veleno, fuoco, danni magici o fisici ad esempio). Esteticamente, Deck 13 ha fatto veramente un buon lavoro, con oggetti super dettagliati e vari. Avremo a che fare con spade, asce, bastoni magici, artigli, scudi a torre, scudi tondi ed armature pesanti o leggere. Insomma, una personalizzazione a tutto tondo che vi lascerà l’imbarazzo della scelta e vi inviterà a provare quante più combinazioni possibili, a patto di non superare il peso massimo consentito. Superando il limite, Harkyn sarà infatti pesante, raggiungendo il fat-roll. Insieme all’arma primaria, che potremo impugnare a una o due mani, troveremo anche il gauntlet, guanto speciale con il quale lanciare raggi magici, molto efficiente per uccidere i nemici dalla distanza. Ed è proprio il gauntlet il motivo per cui poco sopra ho ammesso che con il Chierico avrei avuto vita più facile.
Arrivati fin qui potreste pensare che Lords of the Fallen non abbia nulla a che invidiare ai Souls targati From Software. In realtà il titolo ha delle carenze, tra cui troviamo level design e caratterizzazione di nemici e boss. Sempre sulla scia dei Souls, anche il level design di Lords of the Fallen è basato su mappe interconnesse tra di loro, con la possibilità di sbloccare short-cuts così da agevolare il backtracking. Putroppo, molte delle zone di gioco risultano simili tra loro, creando confusione tra una stanza e l’altra, lasciando il giocatore disorientato. Le stesse short-cuts, in alcuni casi, risultano mal disposte e poco utili ai fini dell’esplorazione di gioco. L’atmosfera generale rimane tuttavia piacevole, immergendoci in tutto e per tutto nel mondo di gioco. Lo stesso non si può dire della caratterizzazione di nemici e boss. I nemici sono poco vari, sia a livello estetico che a livello di pattern d’attacco. Lo stesso problema persiste nei boss, i quali utilizzeranno i soliti 3-4 attacchi per tutto lo scontro. Una volta aver intuito lo stile di attacco, sconfiggerli diventerà un gioco da ragazzi,abbattendo notevolmente la difficoltà del titolo. Anche la rappresentazione estetica rimane un po’ sotto-tono. In realtà se dovessimo rapportare le problematiche alle disponibilità economiche di Deck 13, Lords of the Fallen risulterebbe un capolavoro in tutto e per tutto.
Siamo giunti alla fine della riflessione a freddo dedicata a Lords of the Fallen. Cosa ne penso quindi del titolo Deck 13, recuperato dopo cinque anni dal suo rilascio? Il titolo è un action RPG piacevole da giocare e con spunti davvero interessanti. Il gameplay è godibile, così come la personalizzazione di Harkyn. Il vero problema, se così vogliamo chiamarlo, riguarda il budget a disposizione della software house tedesca, che non ha permesso di curare dettagli e particolari che avrebbero sicuramente fatto la differenza. Non posso negare che, stando così le cose, il lavoro di Deck13 è stato maestoso, facendo di Lords of the Fallen un gioco tutto sommato godibile, che vi accompagnerà per circa 15 ore. Sappiamo che attualmente Deck 13 è impegnata sulla lavorazione di “The Surge 2” ma spero di poter vedere un Lords of the Fallen 2, considerando le ottime basi di partenza di questo primo capitolo.
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