Lo scandalo che ha colpito Activision Blizzard in estate continua, e paradossalmente sta addirittura peggiorando. Dopo le pesanti accuse a Bobby Kotick, CEO della compagnia, ora l’azienda americana deve fare i conti con un danno d’immagine senza precedenti e che ha attirato l’attenzione di Xbox e PlayStation, storicamente molto vicine ad Activision.
Per chi non lo sapesse, in estate Activision Blizzard è stata travolta da un tornado legale dopo accuse di molestie sul posto di lavoro, violazione di diritti dei dipendenti e vari altri motivi, che hanno spinto da subito alcune testate internazionali a boicottare l’azienda. Nei mesi successivi, lo stato della California, che per primo aveva dato il via alla causa, ha mosso nuove accuse relative alla presunta distruzione di documentazione compromettente, e lo stesso CEO Bobby Kotick era intervenuto per cercare di placare gli animi e dichiarare che la società avrebbe presto preso provvedimenti, scegliendo inoltre di diminuire il suo stipendio nel tentativo di far rientrare alcune polemiche.
Polemiche che in realtà non solo non sono rientrate, ma sono addirittura aumentate a seguito delle recenti polemiche che hanno coinvolto proprio Kotick.
Come ha segnalato Jason Schreier di Kotaku, il caso Activision Blizzard tiene banco anche negli uffici di Xbox e PlayStation, con i dirigenti delle due società che sono abbastanza preoccupati per la situazione e che stanno attentamente rivalutando i rapporti con il gigante americano di Call of Duty.
In un’e-mail al personale inviata al giornalista, Phil Spencer di Xbox ha infatti affermato che lui e il team dirigenziale della divisione gaming di Microsoft sono “disturbati e profondamente turbati dagli eventi e dalle azioni orribili” di Activision Blizzard, facendo poi esplicitamente riferimento alla storia del Wall Street Journal pubblicata all’inizio di questa settimana in cui venivano mosse pesanti accuse all’amministratore delegato Bobby Kotick. Stando a quanto riportato dal quotidiano, infatti, non solo Kotick sapeva delle molestie sessuali in azienda da anni, ma è stato anche protagonista di maltrattamenti nei confronti delle dipendenti femminili.
“Questo tipo di comportamento non ha posto nel nostro settore”, ha scritto Spencer, e questo poco dopo l’intervento di un altro pezzo da novanta dell’industria videoludica.
Nelle ore appena precedenti, infatti, anche Jim Ryan, capo assoluto di PlayStation, aveva espresso tutta la sua preoccupazione per la situazione di Activision, scrivendo che lui e il resto della dirigenza di Sony erano “sconfortati e francamente sbalorditi nel leggere” che Activision “non ha fatto abbastanza per affrontare una cultura profondamente radicata di discriminazione e molestie”.
Notizie di questo tipo non faranno certo bene ai conti di Activision. L’azienda americana ha da anni importanti partnership con le due aziende, specialmente con PlayStation con la quale si è instaurato dal 2015 una proficua collaborazione per il franchise di Call of Duty, anche in ambito esports.
Come se non bastasse, Kotick deve ora vedersela anche con nuove grane interne: oltre 500 dipendenti hanno infatti firmato una petizione per chiedere il licenziamento del CEO, e anche alcuni azionisti di Activision Blizzard hanno chiesto a Kotick, e altre importanti figure dirigenziali finite nel mirino delle accuse, di dare le dimissioni.
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