Il movimento di sciopero dei dipendenti di Ubisoft sta prendendo piede anche in Italia. Dopo le recenti proteste in Francia, ora anche i lavoratori della sede di Ubisoft Milan hanno deciso di unirsi alla mobilitazione contro le politiche aziendali sulle condizioni di lavoro.
Negli scorsi giorni, i dipendenti degli studi Ubisoft di Parigi, Lione, Montpellier e Annecy hanno iniziato uno sciopero per opporsi alla decisione di porre fine al telelavoro, richiedendo il ritorno forzato in ufficio. Questa iniziativa ha ora raggiunto l’Italia, dove il Syndicat des Travailleurs et Travailleuses du Jeu Vidéo ha confermato che anche i dipendenti della sede di Milano hanno aderito all’azione di protesta, come riportato da Deadline.
Il nodo della controversia riguarda la mancanza di spiegazioni sufficienti da parte di Ubisoft per giustificare il ritorno in ufficio. Lo STJV ha espresso preoccupazione per l’impatto che questa decisione avrà sui dipendenti che, negli ultimi cinque anni, hanno organizzato la loro vita personale e lavorativa intorno al lavoro da remoto.
In Italia, la Fiom Cgil ha indetto uno sciopero di un giorno, previsto per il 17 ottobre, presso la sede milanese di Ubisoft. Andrea Rosafalco, rappresentante della Fiom Cgil, ha dichiarato:
È impensabile che un giovane che vive in un’altra regione o comunque lontano dal nostro territorio possa trascorrere tre giorni a settimana a Milano, sconvolgendo la propria esistenza: non è economicamente sostenibile né giusto a livello umano,
La protesta, quindi, si estende oltre i confini francesi, evidenziando come la questione del ritorno al lavoro in presenza sia ormai un tema di rilevanza internazionale, in particolare per le grandi aziende del settore tecnologico e videoludico come Ubisoft. I lavoratori chiedono maggiore flessibilità e comprensione per le loro esigenze, alla luce dei cambiamenti avvenuti durante la pandemia e delle nuove dinamiche di lavoro emerse.
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