Home Videogiochi Speciali Sekiro: Shadows Die Twice ha qualcosa che potrebbe tornare utile nei prossimi giochi di FromSoftware

Sekiro: Shadows Die Twice ha qualcosa che potrebbe tornare utile nei prossimi giochi di FromSoftware

FromSoftware è una delle poche software house che ha affinato sensibilmente la propria esperienza nella creazione dei videogiochi negli ultimi anni. Da Dark Souls a Bloodborne, per poi passare all’ultra premiato Elden Ring, il gruppo capitanato da Hidetaka Miyazaki è stato in grado di compiere un balzo evolutivo encomiabile, che l’ha portato ad entrare di diritto nell’Olimpo delle case di sviluppo attuali.

Tuttavia, come ben sappiamo, fu l’uscita di Demon’s Souls nel 2009 a rappresentare la vera (e nuova) formula vincente per la squadra orientale. Il titolo ambientato a Boletaria è stata infatti la scintilla che ha acceso l’enorme e prolifico fuoco dei Souls (e la metafora non è affatto casuale). Il resto come si suol dire è storia, ma fino ad un certo punto. Nonostante i tremendi successi che gli action GDR targati FromSoftware sino stati capaci di totalizzare, la software house ad un certo punto decise che era giunto il momento di effettuare un piccolo cambio di rotta, rilasciando nel 2019 una produzione inedita, anche se fortemente ispirata a produzioni passate: Sekiro: Shadows Die Twice (unico titolo peraltro non distribuito da Bandai Namco ma da Activision).

Pur utilizzando la formula Souls come base, in Sekiro Miyazaki e compagni sono riusciti ad introdurre una serie di meccaniche e caratteristiche che hanno offerto ai fan qualcosa di diverso e nuovo. La sua omonima meccanica di resurrezione, il suo coinvolgente sistema di postura simile al ritmo e il sistema di spostamento tramite rampino sono stati solo alcuni dei più grandi elementi inediti aggiunti dal gruppo giapponese alla formula e, per quanto alcune di queste feature siano state riprese addirittura anche nel DLC Shadow of the Erdtree di Elden Ring, in Sekiro vi è un’altra particolare funzione che probabilmente meriterebbe di essere riproposta in un prossimo titolo.

Un aiuto invisibile, ma tangibile

Chi ha giocato il titolo del Lupo, sa benissimo che vi sono parecchie risorse diverse da monitorare in Sekiro: Shadows Die Twice, ma le due principali sono i Sen e gli ormai noti punti esperienza. Per chi non lo sapesse, la prima rappresenta la valuta che consente ai giocatori di acquistare merci dai vari venditori, i quali vanno da semplici beni di consumo a oggetti chiave come rosari e semi di zucca che aumentano rispettivamente le statistiche e il numero delle guarigioni a disposizione. Per quanto concerne invece gli XP, questi si accumulano con le uccisioni fino a completare una particolare barra che consente poi all’utente di ottenere un punto abilità che può essere utilizzato per sbloccare nuove mosse di combattimento per il protagonista.

Visto che si tratta di un titolo FromSoftware, viene da sé che la morte sia parte integrante dell’esperienza anche di Sekiro, ma è qui che ci avviciniamo al fulcro del discorso. In caso di dipartita infatti, ai giocatori verrà comminata una rilevante penalità, che li porta a perdere metà dei Sen e il 50% della barra degli XP, a prescindere dal progresso fatto. Tuttavia, in maniera del tutto casuale gli utenti possono ricevere ima sorta di benedizione subito dopo la morte.

Tale bonus, denominato Aiuto Divino, previene il malus della perdita delle risorse, garantendo quindi il mantenimento dei soldi e dell’esperienza. Come funziona il meccanismo? In realtà è molto semplice: all’inizio dell’avventura, i giocatori avranno una probabilità del 30% di ricevere la benedizione. Questa percentuale non può essere aumentata ma può al contrario essere ridotta fino al 2% qualora si continuasse a portare alla dipartita il Lupo. A seguito di questa condotta infatti, il protagonista verrà afflitto dal Mal del Drago e necessiterà di una cura particolare, che riporterà poi la percentuale dell’Aiuto Divino nuovamente al 30%.

Questa meccanica potrebbe servire anche nei Souls?

È inutile girarci attorno, Sekiro: Shadows Die Twice è ancora ampiamente considerato, assieme a Bloodborne, uno dei giochi più difficili mai concepiti da Miyazaki e compagnia e, sebbene fosse inizialmente un po’ contorta, la meccanica dell’Aiuto Divino ha fornito un’ottima motivazione ai giocatori, soprattutto ai meno avvezzi al genere. Con la benedizione fissata inizialmente ad una probabilità del 30%, le fasi iniziali dell’avventura del Lupo sono risultate per molti complesse ma non frustranti, a maggior ragione se consideriamo che proprio all’inizio Sen ed esperienza rappresentano risorse più che vitali.

Per quanto fosse quotata praticamente a zero come questione, con l’uscita del DLC Shadow of the Erdtree di Elden Ring, sono (come vi abbiamo raccontato) emerse di nuovo le discussioni sulla difficoltà nei giochi FromSoftware, che hanno portato molte persone ad abbandonare prematuramente il contenuto, ed ovviamente ad intasare i social con considerazioni più o meno condivisibili.

Per quanto naturalmente molti fan siano dell’avviso che un alto livello di sfida sia parte integrante del successo della formula FromSoftware, Shadow of the Erdtree ha dimostrato di aver voluto alzare ulteriormente l’asticella in alcuni punti. In un momento storico come questo quindi, una meccanica in stile Aiuto Divino potrebbe meritare forse una seconda possibilità, in quanto oltre a non mutare drasticamente la difficoltà di base, donerebbe un minimo di tregua ai nuovi giocatori, e questo potrebbe naturalmente aiutare dal punto di vista commerciale anche le (già ottime) vendite dei prodotti targati Hidetaka Miyazaki.

Voi cosa ne pensate del tasso di sfida dei giochi From e di Sekiro in generale? Fatecelo sapere nei commenti!

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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