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Skelethrone: The Chronicles of Ericona | Recensione

L’idea di trasportare le meccaniche e le atmosfere di Dark Souls all’interno di un gioco in 2D ha iniziato a prendere piede già più di 8 anni fa, con l’uscita di Salt & Sancturary degli Ska Studios. Da allora sono stati molti gli sviluppatori che si sono voluti cimentare con questa impresa, ognuno dei quali è riuscito a far emergere il proprio stile e le proprie idee: abbiamo avuto tra i tanti il coloratissimo Dead Cells, il capolavoro Hollow Knight (del quale attendiamo ansiosamente il seguito, Silksong), e ben due Blasphemous, l’opera di The Game Kitchen che unisce il Dark Fantasy con una visione oscura dei miti cristiani. Proprio dal lavoro degli sviluppatori spagnoli sembra cogliere la propria ispirazione Skelethrone: The Chronicles of Ericona, frutto dell’ingegno del developer ’70 Strike, qui al suo esordio. Vediamo com’è andata nella nostra recensione!

Il viaggio nella terra oscura

Come di consueto per i Soulslike, la storia è avvolta nel mistero e narrata esclusivamente attraverso le descrizioni degli oggetti e fugaci allusioni nei rarissimi dialoghi. Dal prologo scopriamo di dover interpretare il ruolo di Derek Ericona, un lord che ha evitato la morte dopo essere stato tradito dalla regina Aurora, e che ora si è imposto come missione il raggiungere un vicino regno.

Fin dall’inizio del gioco ci è proposta una scelta che riguarda proprio il tipo di narrazione che ci presenterà Skelethrone: possiamo difatti optare per la modalità Esporazione o per quella Viaggio. Scegliendo la prima saremo letteralmente persi nel mondo di gioco, un po’ come avviene nei capisaldi del genere; se invece decideremo per la seconda avremo dei segnalini nella mappa che ci indicheranno dove recarci. Una scelta senz’altro più comoda, ma che di conseguenza non può che diminuire il senso di immersione nel mondo di Skelethrone.

Frustrazione al potere

Come dichiarato esplicitamente dallo sviluppatore, Skelethrone: The Chronicles of Ericona cerca di ergersi sulle spalle di due giganti del mondo videoludico, ossia Dark Souls e Castlevania. L’ispirazione al mondo oscuro di From Software si rivela in una difficoltà che spesso raggiunge la frustrazione quando si affrontano i mob normali, mentre i boss sono relativamente più semplici da sconfiggere. Soprattutto all’inizio della nostra avventura la stamina si consumerà molto rapidamente non appena tenteremo un paio di schivate, quindi consigliamo di investirvi qualche punto il prima possibile. Vi sono anche delle abilità che non fanno uso della stamina, ma che invece si affidano su dei cooldown, come ad esempio le magie.

Ci sarebbe anche la possibilità di utilizzare fin da subito uno scudo per difendersi dagli attacchi dei mostri, o per fare un parry, addirittura. Peccato che però le finestre per contrastare gli attacchi nemici siano quasi inesistenti, ed ogni tentativo di sbilanciare i mob con lo scudo risulterà vano. A questo si aggiunge il fatto che i nemici tendono a non segnalare i propri attacchi, vengono nascosti dagli artwork in primissimo piano e talvolta si sovrappongono anche fra loro.

Tutto ciò porta presto alla sensazione di trovarsi di fronte ad una grande ammucchiata piuttosto che a quegli scontri ordinati che contraddistinguono il genere, facendo salire il livello di difficoltà in maniera artificiale. Di contro, come dicevamo, i boss sfoggiano attacchi estremamente prevedibili e lenti, e ci concedono finestre di attacco molto ampie, nelle quali possiamo spammare le nostre spadate come non ci fosse un domani. Risulta quindi evidente come il bilanciamento sia da rivedere.

La componente metroidvania invece si rivela nelle molte sezioni platform, che però mal si abbinano con la scelta di introdurre il danno da caduta. Certo, sappiamo che si tratta di una componente ormai irrinunciabile per tutti i soulslike, ma in Skelethrone ci troviamo spesso a scalare delle piattaforme per raggiungere delle altezze molto considerevoli, con tanto di sporgenze semoventi e salti da un muro all’altro. Basta un salto calcolato male e ci ritroveremo al falò più vicino, a differenza di quanto accadeva proprio in Blasphemous.

Per quello che concerne invece i potenziamenti del nostro scheletrino, abbiamo a disposizione sia i classici punti da mettere nelle statistiche di base che una vera e propria sferografia con abilità dedicate a ciascuna delle tipologie di armi disponibili nel gioco, che vanno dalle spade alle lance, dalle mazze ai pugnali.

Già visto, già sentito

Skelethrone: The Chronicle of Ericona, come abbiamo ribadito nel corso della nostra recensione, trae molta ispirazione da Blasphemous, ma i suoi sprite e i suoi sfondi non raggiungono la qualità eccelsa del lavoro dei Game Kitchen. Certo, i biomi hanno una propria caratterizzazione di base e sono ben distinguibili l’uno dall’altro, ma sono poco dettagliati. Allo stesso modo i modelli dei nemici non sono né particolarmente dettagliati né definiti e le animazioni usano pochissimi frame, risultando quasi scattose. Complessivamente quindi la componente artistica del gioco non appaga l’occhio, risultando un po’ sciatto.

La colonna sonora, al contempo, non è particolarmente ispirata ed è priva di mordente, e anche gli effetti sonori sono molto basici.

I bug sono il nemico più tosto

Abbiamo riscontrato delle problematiche anche dal punto di vista tecnico: durante la nostra prova siamo incorsi in un bug che ci ha letteralmente bloccati in una caduta senza fine. Questo errore è già stato riconosciuto dallo sviluppatore come un glitch effettivamente presente nella build attuale del gioco, ma ha promesso che la prossima patch andrà a correggerlo. Inoltre lasciando premuta la freccetta direzionale durante i cambi di schermata ci siamo accorti di come il gioco continui a ricevere un falso input, facendoci muovere verso sinistra o verso destra anche se non stiamo più premendo il tasto. C’è più di qualcosa che non va.

Inoltre anche la nostra prova su Steam Deck si è rivelata non priva di problemi, visto che il gioco non ha riconosciuto immediatamente gli input di controllo, e siamo dovuti intervenire selezionando lo Steam Input dalle proprietà del gioco per trovare rimedio. Insomma, probabilmente Skelethrone avrebbe necessitato di qualche tempo in più prima di essere rilasciato sugli store, per portare così alle dovute correzioni ed essere venduto in uno stato accettabile.

Bisogna accumulare esperienza…

In conclusione, Skelethrone: The Chronicles of Ericona dimostra in tutte le suo componenti di essere un progetto di esordio, il primo tentativo del developer ’70 Strike di confrontarsi con l’industria videoludica. A lui auguriamo le migliori fortune, e di accumulare sufficiente esperienza per ripresentarsi in futuro con un nuovo titolo più curato. Skelthrone ha come proposito il prendere ispirazione da dei veri e propri capolavori del genere, ma in un panorama videoludico vasto come quello attuale ci chiediamo in cosa riesca ad eccellere e come possa fare per conquistarsi un proprio spazio.

5.3
Riassunto
Riassunto

Skelethrone: The Chronicles of Ericona propone l’ormai consueto connubio tra metroidvania e soulslike, facendo però fatica ad emergere con una propria originalità. Non lo aiutano in questo senso né il suo gameplay né la sua componente artistica. Ci auguriamo che lo sviluppatore tragga il meglio da questo suo esordio, e che si ripresenti in futuro con maggiore esperienza ed ispirazione.

Pro
Prezzo budget Esplorare il mondo è appagante
Contro
Difficoltà mal bilanciata Manca un senso di originalità Molteplici bug
  • Concept & Trama7
  • Gameplay5
  • Comparto Artistico5
  • Comparto Tecnico4
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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