Aspyr ci ha preso gusto, e a noi, a dirla tutta, questo piace. Lo studio ha pubblicato il mese scorso Tomb Raider 1-2-3 Remastered, una raccolta dei primi tre capitoli della saga di Lara Croft rimessi a lucido con un buon lavoro come vi abbiamo segnalato nella nostra recensione. Perché dunque non seguire le orme di operazioni come queste, anche per altre grandi serie del passato? È un po’ la domanda che ci siamo sempre fatti tutti, e ora qualcosa sembra si sia mosso.
Presentato il mese scorso nel Nintendo Direct dedicato ai partner, Star Wars Battlefront Classic Collection è, come dice appunto il titolo, la raccolta dei due indimenticabili sparatutto sviluppati dal defunto Pandemic Studios, ritoccati quanto basta per essere portati sulle console attuali (e PC) e con una feature in più da non sottovalutare. E no, è bene ricordarlo: questa raccolta non si riferisce alla serie reboot Star Wars Battlefront, realizzata da DICE tra il 2015 e il 2017 con due capitoli di pregevole fattura ma affossati dal clamoroso caso delle microtransazioni volute da EA. Vediamo quindi come se la cavano oggi gli originali Battlefront, nella nostra recensione della collection di Aspyr.
Versione provata: PS5.
Tanto tempo fa…
Quando ci si trova di fronte ai grandi classici, occorre fermarsi e contestualizzare il tutto. Star Wars: Battlefront fu una brillantissima operazione (chiaramente commerciale) da parte di LucasArts per sfruttare l’onda del successo della Trilogia Prequel, che in quegli anni stava dominando le sale cinematografiche. Il rinnovato amore per la saga ideata da George Lucas si tramutò in una serie di prodotti multimediali connessi, tra cui anche gli inossidabili Knights of the Old Republic di BioWare e Obsidian, che consentivano di vivere racconti ed esperienze variegate all’interno di questo vasto universo.
Battlefront, appunto, era l’action puro, l’adrenalina, la conquista, uno sparatutto in terza persona che basava la sua essenza sul far rivivere ai giocatori le grandi battaglie viste al cinema in tutti questi anni. Una volta avviato Battlefront, di fronte ai giocatori, si apriva un sogno: l’irruzione dei droidi della Federazione dei Mercanti a Naboo, la battaglia di Kashyyyk, lo scontro su Geonosis, l’assalto a Yavin 4, o le fondamentali battaglie su Hoth ed Endor tra i Ribelli e l’Impero, il tutto includendo alcune brevi sequenze dai film utilizzate come intermezzo per introdurre le nuove battaglie. Tutto rispettava la continuity narrata fino a quel momento, con Battlefront che intelligentemente mostrava alcuni scampoli di grandi guerre nel mondo di Star Wars delle quali i risvolti erano già noti per mettere i giocatori nei panni dei Separatisti e dell’esercito dei cloni della Vecchia Repubblica, oltre ai già citati Rebelli e Impero.
La Campagna in singolo era quindi un’ottima modalità per imbracciare il blaster e iniziare a fare strage di tutti i nemici della Galassia lontana lontana, ma fu con Star Wars: Battlefront II nel 2005 che Pandemic scelse di esagerare. La modalità Campagna, che integra alcuni elementi poi utili a comprendere il multiplayer, si trasforma infatti nell’occasione giusta per insinuarsi nella continuity del franchise e mettere al centro della storia un particolare gruppo di cloni, la Legione 501, già apparsa anche nella serie animata The Clone Wars, per seguire la sua trasformazione da prode gruppo di cloni dell’esercito della Repubblica a forze armate d’élite per Darth Vader e l’Impero.
Si passa così da Geonosis, la prima battaglia della Legione 501, e si arriva così agli eventi immediatamente successivi al tragico Ordine 66 (il gioco, a differenza del primo Battlefront, aveva ora la possibilità di raccontare gli eventi di Episodio III: La vendetta dei Sith, distribuito nello stesso anno), mostrando una drammaticità ancora oggi intensa nel mettere in risalto il contrasto tra i doveri da soldato e il lato umano di persone che stanno eliminando coloro considerati alleati e amici fino a poco tempo prima.
È interessante così notare un certo parallelismo non da poco con l’omonima serie Battlefront di DICE, avviata nel 2015 con un titolo incentrato quasi esclusivamente sul multiplayer che si è poi notevolmente espanso nel sequel con una ricca campagna single player ambientata stavolta tra gli eventi degli Episodi 6 e 7 della saga. L’originale Battlefront II, proprio come la nuova serie, si dimostrava molto più affidabile e raffinato del suo predecessore, forte probabilmente del grande successo del primo gioco che aveva dato vitalità agli sviluppatori nel voler superare i propri limiti. La campagna della Legione 501, in particolare, è una storia ricca e decisa ancora oggi, e tanto i fan nostalgici quanto i nuovi arrivati possono riscoprire questa storia attraverso le ere, circondati dalle sempre perfette musiche di John Williams che accompagnano ogni situazione.
… in una galassia lontana lontana
L’originale franchise di Battlefront, come già avrete capito (o vi sarete ricordati), era insomma un inno d’amore alla saga di Star Wars, realizzato seguendo fedelmente i canoni stilistici ed estetici del franchise e senza tradire in alcun modo l’allora canone di Lucasfilm. Sparare con un blaster nei panni di uno Stormtrooper al tempo dell’Impero, per fermare un po’ di feccia ribelle, era un gran spettacolo ieri e lo è anche oggi grazie all’operazione attuata da Aspyr. Badate bene: non si parla di Remaster, neppure nel titolo della raccolta, e questo dovrebbe già far capire, almeno graficamente parlando, quale direzione ha intrapreso il progetto, il quale ha comunque introdotto particolari elementi davvero fondamentali.
Parlando dei contenuti, l’offerta integrata dei due giochi presenti in questa collection è davvero allettante. Oltre alla modalità Campagna in Battlefront troviamo anche Azione Immediata, modalità che permette di effettuare una partita veloce in singolo o con un altro giocatore offline a schermo condiviso (sì, era ancora l’epoca del compianto schermo condiviso!), e Conquista Galattica. Qui il giocatore usa la strategia per prendere il controllo dei pianeti e dominare un’area della galassia, scegliendo inizialmente una configurazione della mappa basata sui conflitti più importanti della storia di Star Wars. E, sottolineiamo, si parla solamente di modalità single player.
Le cose cambiarono notevolmente con Battlefront II, pubblicato agli albori del PvP online anche su console. La grande novità del gioco, oltre alla già citata campagna della Legione 501, era appunto l’implementazione del multiplayer online su vasta scala e varie modalità, con un primo tentativo di saggiare le grandi potenzialità di quello, appunto il multi online, che poi sarebbe divenuto un movimento mondiale. Lo shooting di Battlefront II, unito alle nuove meccaniche di movimento come la capacità di correre e rotolare in avanti, era semplicemente perfetto per fare di ogni partita uno scontro epocale, una battaglia feroce e continua immersa in location da sogno per i fan della saga.
Ma queste non erano le sole novità di Battlefront II, che ad esempio proponeva un sistema di classi per i soldati – fanteria, pesante, cecchino e ingegnere. Oltre a queste, ogni fazione possedeva due classi speciali esclusive, sbloccabili ottenendo un certo numero di punti durante la partita. La Repubblica poteva ad esempio schierare il Comandante e il Jet Trooper, mentre i Separatisti avevano a disposizione un MagnaGuard e i temibili Droideka con scudo deflettore; nell’ambito della trilogia classica, l’Ufficiale e il Dark Trooper erano le specialità dell’Impero, mentre nelle fila dei Ribelli troviamo la Spia Bothan e un Wookiee. Nel secondo capitolo diventavano giocabili anche gli Eroi, una classe speciale che consentiva ai giocatori di controllare iconici personaggi dell’universo di Star Wars come Obi-Wan Kenobi, Mace Windu, Luke Skywalker, Darth Maul, il Conte Dooku e Jango Fett. Tutti elementi che oggi potrebbero sembrare banali, considerando appunto che il reboot di DICE ha ripreso gran parte di queste meccaniche, ma la Classic Collection consente di dare un ottimo sguardo al passato per capire come si è arrivati non solo ai videogiochi attuali di Star Wars ma agli sparatutto in generale.
Le novità della Classic Collection
E qui, come un macigno, si schianta la grande intuizione di questo pacchetto realizzato da Aspyr: il multiplayer online è implementato su tutte le piattaforme, con supporto a partite fino a 64 giocatori sulla stessa mappa, mantenendo tutti gli elementi cardine come gli scontri a terra, l’utilizzo dei veicoli e molto altro ancora.
Inutile dire che è proprio attraverso questa intelligente feature lo studio mira a portare a sé la community dei fan nostalgici di Star Wars che, finalmente, dopo tanti anni, possono finalmente provare le brezza degli originali Battlefront in multiplayer online senza la necessità di trucchetti e mod da installare – il gioco originale restò attivo fino al 2017 su PC grazie alla sempre folta schiera di utenti appassionati. Naturalmente, in questo momento non è stato ancora possibile testare la tenuta dei server online, che saranno messi sotto stress al momento del lancio. Non appena ne sapremo di più, potremo aggiornare questo aspetto della recensione, che tuttavia rappresenta solo una piccola parte della totalità del pacchetto.
La Classic Collection porta anche altre novità per espandere soprattutto il comparto multigiocatore. Nel primo Battlefront è stata aggiunta la mappa bonus Jabba’s Palace su Tatooine, precedentemente pubblicata come DLC solo nella versione PC del gioco; in Battlefront II, allo stesso modo, sono presenti da subito tutte le mappe aggiuntive rispetto a quelle base, vale a dire Bespin: Cloud City, Rhen Var: Harbor, Rhen Var: Citadel e Yavin 4: Arena. Sono stati aggiunti anche due nuovi eroi, il Jedi Kit Fisto dalla trilogia prequel e l’oscura Asajj Ventress da The Clone Wars. Non aspettatevi il livello di profondità proposto da DICE nei suoi recenti Battlefront, ma comunque i diversivi offerti dagli eroi sono un ottimo modo per movimentare le partite. A proposito di questi personaggi, la modalità Assalto Eroe è per la prima volta ora disponibile su tutte le mappe del gioco, incluse location come la Morte Nera, Kamino e Naboo.
Guardando al comparto grafico, Aspyr non ha replicato il lavoro della trilogia di Tomb Raider, limitandosi ad aggiungere filtri per la pulizia dell’immagine e la maggior definizione, con movimenti fluidi e senza cali di prestazioni. L’effetto retro è gustoso, ma non anacronistico. Per quanto si parli di giochi usciti ormai da 20 anni, i due Battlefront sono ancora oggi visivamente accattivanti al punto giusto, senza sfigurare dopo tutto questo tempo – a patto di contestualizzare l’operazione.
Ringraziamo Aspyr per il codice review.
Review Overview
Riassunto
Star Wars Battlefront Classic Collection è un bellissimo ritorno. Nostalgico, sempre affascinante, divertente. I due giochi inclusi nel pacchetto sono veri capisaldi degli attuali sparatutto multigiocatore, e in tal senso la trovata di Aspyr di aprire i server online è quello che, speriamo, potrà dare risalto all'operazione e ravvivare una community che per oltre un decennio ha amato questi classici. Ci aspettiamo, in futuro, altre operazioni di questo tipo: Aspyr si conferma una sicurezza, e i fan di vecchia data non possono che ringraziare, anche per il prezzo di lancio.
Pro
Due grandi giochi Multiplayer online implementato senza limiti Nuovi contenuti aggiuntiviContro
Graficamente è stato fatto il minimo- Concept & Trama8
- Gameplay8.5
- Comparto Artistico7.5
- Comparto Tecnico7
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