Questo è un anno molto particolare per Ubisoft. Dopo infatti un inizio scoppiettante garantito da Prince of Persia: The Lost Crown (qui la nostra recensione), il clima si è molto rapidamente raffreddato a causa del controverso Skull and Bones e dell’ormai poco discusso XDefiant.
Come tuttavia ben sappiamo, la casa francese ha deciso di investire molte energie in questi mesi, e la prova è data dalle produzioni destinate alla seconda parte di questo altalenante 2024. Sono difatti due i giochi di peso che il publisher di Parigi si appresta a schierare sul mercato, ed entrambi rappresentano brand nei quali il pubblico ripone grandissime aspettative e di conseguenza poca tolleranza per eventuali fallimenti. Star Wars Outlaws è naturalmente uno di questi (l’altro è Assassin’s Creed Shadows, fissato per il 15 novembre) ed il fatto che la squadra di sviluppo abbia scelto di lanciare il titolo senza prendersi ulteriore tempo, nonostante alcune critiche, non fa altro che sancire la sicurezza del team svedese.
Sarà quindi riuscita Massive a portare alto il nome di un franchise che, Fallen Order/Jedi Survivor a parte, ha spesso faticato a trovare approvazione nell’esigente platea di videogiocatori? Scopriamolo insieme all’interno della nostra recensione.
Versione provata: PlayStation 5
Tanto tempo fa…
Cronologicamente e cinematograficamente parlando, gli eventi descritti in Star Wars Outlaws si collocano tra L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi (Episodio V ed Episodio VI). Il titolo mette l’utente nei panni di Kay Vess, una giovane ladra cresciuta nel distretto dei lavoratori di Canto Bight a Cantonica, suo pianeta natale. Ormai a corto di bersagli da alleggerire, la ragazza cerca di compiere il più grande colpo della vita, in modo da sistemarsi definitivamente insieme al suo amato compagno di avventure Nix, un animaletto che la segue fin da quando era bambina.
Dopo un discreto tutorial delle meccaniche basilari di gioco, i due protagonisti si ritrovano tuttavia a dover abbandonare rapidamente il luogo e, dopo essere approdati sul pianeta Toshara, sono chiamati ad apprendere (e sfruttare a proprio vantaggio) le alleanze con i vari Sindacati criminali dell’Orlo Esterno, in modo da raggiungere comunque l’obiettivo prefissato.
Evitando ovviamente qualsiasi tipo di spoiler, è da riportare il fatto che la storia parte in maniera molto lenta e poco interessante, per poi riprendersi fortunatamente nella seconda parte, grazie anche alla presenza delle ambientazioni iconiche del franchise, ricche di cammei e riferimenti vari alla saga cinematografica.
Esplorare silenziosamente
Volendo ridurre ai minimi termini Outlaws, possiamo affermare che la nuova fatica di Massive si colloca tranquillamente nel genere degli adventure TPS (sparatutto in terza persona). Lo studio nordico non ha mai nascosto il fatto che il titolo vuole rappresentare il primo gioco di Guerre Stellari open world in assoluto, interamente incentrato su vaste mappe ricche di attività da svolgere. Una volta terminata la sequenza introduttiva dell’opera infatti, all’utente vengono sciolte mano a mano le briglie, consentendo la piena navigazione delle ambientazioni. In questa fase prende naturalmente vita il gameplay più puro, vera pietra angolare dell’interazione.
Volendo suddividere questa porzione in due aree ben distinte, il primo ambito su cui soffermarsi è l’esplorazione. I protagonisti, durante le scorribande tra i pianeti, avranno necessità di approcciarsi a situazioni differenti, a seconda del grado di reputazione accumulato con ogni Sindacato criminale. In questi frangenti entra in scena la componente stealth della produzione, che richiede una corretta pianificazione delle mosse da parte dell’utente, onde evitare un prematuro (e spesso controproducente) scambio di colpi di blaster, il quale potrebbe sancire spesso e volentieri il fallimento della missione. La furtività in Outlaws di conseguenza non è affatto secondaria, anzi. La meccanica è presente quasi in maniera eccessiva per il genere a cui il titolo fa riferimento, ed in alcune circostanze non viene nemmeno data una scelta di ingaggio, dato che l’avvistamento porterà delle ondate pressoché infinite di bersagli (che fortunatamente sono facilmente seminabili).
L’intelligenza artificiale nemica in questi casi è abbastanza buona e gode di un cono visivo invidiabile, data la capacità di scorgere la protagonista anche ad una discreta distanza. Per controbilanciare tuttavia questo aspetto, Massive ha deciso di non relegare Nix ad un mero animaletto da spalla. Il merqaal sarà infatti in grado, attraverso una sequenza di comandi ben illustrata, di distrarre gli avversari, attaccarli direttamente oppure innescare determinati esplosivi in modo da ripulire velocemente un’area densamente popolata. Al contempo, il fedele compagno potrà attivare specifici meccanismi che consentiranno il proseguo del cammino, così come recuperare e rubare oggetti dagli ignari passanti.
Completa il quadro dell’esplorazione l’atleticità della mercenaria, che risulta indispensabile per poter raggiungere i vari luoghi ideati da Massive. Inutile nasconderlo: le arrampicate ed altri elementi di parkour sono stati presi a piene mani da Assassin’s Creed (come è giusto che sia), ma il vero neo di questo ambito è rappresentato dal salto, davvero poco naturale e spesso impreciso. Buono invece il feedback dato dal rampino, il quale permette, oltre alla classica salita-discesa, di attraversare determinate zone in maniera fluida e ben congegnata.
Quando non ci si trova all’interno di un contesto urbano, il mondo aperto fin da subito pubblicizzato da Ubisoft schiude le proprie porte. In questi contesti, come peraltro già mostrato in diverse occasioni, la navigabilità della mappa è facilitata dallo speeder, che consente una più logistica fruizione dell’ambiente circostante. A bordo del mezzo Kay non potrà tuttavia sparare liberamente, ma sarà solo in grado di attivare la modalità adrenalina, ossia una sorta di bullseye alla Red Dead Redemption in cui il tempo si rallenta per darle modo di eliminare più nemici contemporaneamente dopo averli marcati. Progredendo con le attività secondarie verrà poi data la possibilità di potenziare il veicolo, in modo da renderlo più veloce e resistente.
Parlando di mezzi di trasporto non si può non menzionare la Trailblazer, la nave spaziale che accompagnerà la coppia (e non solo) nei meandri della galassia. Nelle fasi di pilotaggio gli sviluppatori sono riusciti a dare probabilmente il meglio di sé, visto che governare l’astronave è un’esperienza appagante e capace di trasportare immediatamente nell’universo di Lucas. I comandi anche in questo caso sono di facile metabolizzazione, in quanto uno stick analogico è deputato alla velocità ed un altro alla manovra. Completano poi il quadro il grilletto per la mitragliatrice blaster ed un pulsante dedicato al missile. La feature più rilevante è tuttavia quella relativa alla possibilità di entrare in modalità inseguimento, la quale rende molto più gestibile il combattimento spaziale con altri caccia.
I vari pianeti proposti sono infine ben caratterizzati e sufficientemente ricchi di luoghi di interesse, e questo va ad evitare fortunatamente la dispersiva esperienza di Assassin’s Creed Valhalla, tanto per rimanere in casa francese con i paragoni. La proporzione tra spazio ed edifici non è fuori scala, e grazie alla giusta attenzione del reparto artistico di Massive, anche l’inedito Toshara sembra direttamente uscito da un film di Guerre Stellari.
Competere con una spada laser, un blaster non può?
Qualora la situazione dovesse complicarsi, si rende naturalmente necessaria l’iconica pistola blaster, vero caposaldo della realizzazione targata Ubisoft. Affrontiamo subito l’elefante nella stanza: il gunplay di Star Wars Outlaws risulta fin da subito facile da apprendere e soddisfacente, grazie anche alle numerose possibilità di utilizzo.
L’arma della donna è infatti capace di montare diversi moduli (disponibili progredendo nella trama ed affrontando le varie missioni) capaci di adattarsi alle diverse situazioni. La modalità al plasma ad esempio è ottima contro le forme di vita organica, mentre quella a ioni è perfetta nel caso in cui si dovessero affrontare droidi oppure urgesse unicamente uno stordimento. In pieno stile Star Wars, lo strumento offensivo non impiega munizioni, ma innalzerà mano a mano la propria temperatura, richiedendo successivamente un tempo di raffreddamento, il quale potrà essere automaticamente azzerato mediante un piccolo (e permissivo) quick time event.
Oltre alla pistola, sarà possibile anche recuperare le armi dei nemici che, pur essendo a consumo, consentono una più marcata profondità ed una maggior soddisfazione, soprattutto quando si equipaggia un fucile blaster od un’arma di precisione. Lo shooting funziona quindi bene, anche se vi è da segnalare che nella stragrande maggioranza dei casi, un colpo alla testa non basta per abbattere un avversario umano, e questo sinceramente un po’ fa storcere il naso. Presenti anche gli esplosivi da fianco che, in coerenza con il franchise, si rispecchiano in granate molto simili ai ben più conosciuti detonatori termici.
Ovviamente i ragazzi svedesi hanno elucubrato anche per questo ambito un sistema di potenziamento che, a costo di determinati materiali da recuperare durante le missioni o le esplorazioni, permetteranno allo strumento offensivo di Kay di incrementare la propria precisione, potenza e numero di colpi prima di surriscaldarsi.
Termina poi il panorama offensivo il segmento del corpo a corpo, che qui risulta essere veramente raffazzonato e poco credibile, soprattutto nelle animazioni di abbattimento furtivo, le quali lasciano spazio a più di un sorriso (per i motivi sbagliati, si intende).
Missione progressione
La longevità di Star Wars Outlaws si attesta circa sulle 25-30 ore, qualora si optasse unicamente per la strada principale. Nel caso in cui invece si volesse ottenere un pieno completamento, il totale ore è destinato a raddoppiare. Sono diverse le missioni secondarie proposte, anche se spesso così secondarie non sono. Le quest primarie in alcuni frangenti richiedono difatti strumenti reperibili solo attraverso indagini “facoltative” e che possono bloccare il percorso della trama se non affrontate appena disponibili. Le attività opzionali (davvero) sono invece i Contratti, i quali consentono di accumulare risorse e modificare la reputazione con uno dei quattro Sindacati presenti, a seconda della necessità.
Per quanto concerne poi la progressione del personaggio, Massive ha pensato ad un sistema che si smarca dagli ormai triti e ritriti aspetti del gioco di ruolo. Nel titolo Ubisoft non si accumulano né punti esperienza né skill points. Durante la prosecuzione della trama infatti, Kay e Nix incontreranno molteplici NPC a cui sono legate determinate sfide in-game. Solo terminando queste richieste la protagonista otterrà delle abilità da poter utilizzare sul campo, tra cui mosse per confondere le guardie, aumento della salute e tanto altro.
Tecnica e grafica
Come dicevamo in apertura, uno dei punti sui quali il pubblico ha fin da subito espresso le proprie perplessità riguardavano il lato tecnico ed estetico. Ebbene si, bisogna dirlo: Star Wars Outlaws non è sicuramente una gioia incommensurabile per gli occhi. Per quanto il gioco proponga infatti ben tre modalità grafiche, ossia una dedicata alle prestazioni (60 fps), un’altra che dà priorità alla qualità (limitando però il framerate a 40 fotogrammi al secondo), ed un’ultima che fissa invece la fluidità a 30 fps per valorizzare ulteriormente l’estetica, l’ultimo lavoro di Massive non rappresenta di certo una delle esperienze più dettagliate di Ubisoft.
In diversi frangenti le espressioni e le animazioni facciali dei personaggi risultano poco convincenti, così come l’illuminazione ambientale al chiuso, che talvolta genera, soprattutto nelle cutscene, poca profondità alle situazioni mostrate. La qualità si innalza grazie all’aggiunta di alcuni filmati in CGI, ma naturalmente è qualcosa che non va a rappresentare l’opera nella sua realtà, per quanto cinematograficamente pregevoli. La componente artistica è invece congrua all’universo ideato da George Lucas, così come le musiche che, pur non essendo quelle ufficiali dei film, sono arrangiate in maniera corretta e trasportano immediatamente nella galassia lontana lontana.
Allo stesso tempo vi è da menzionare il fatto che il codice di gioco è abbastanza pulito da errori di programmazione. Durante le numerose ore trascorse a scorrazzare in lungo ed in largo per i pianeti, non sono mai sopraggiunti bug od altre problematiche invalidanti, e sicuramente questo è un punto a favore della produzione, data anche la sua mole in termini di contenuti proposti. L’unico appunto è rappresentato da sparuti fenomeni di stuttering, che si palesano durante i viaggi con lo speeder nei territori più ricchi di dettagli, ma nulla di troppo rilevante (e che molto probabilmente sarà risolto con l’ormai canonica patch del day one). Su PlayStation 5 è da elogiare in conclusione lo sfruttamento del DualSense da parte di Massive che, grazie all’impiego dei feedback aptici e dei grilletti adattivi, immerge ancora di più nelle dinamiche a schermo.
Ringraziamo Ubisoft per il codice review fornitoci.
Riassunto
Riassunto
Star Wars Outlaws è un'opera ricca di luci ed ombre. Se da un lato abbiamo un soddisfacente gunplay ed un buon sistema di progressione, unite da una buona quantità di attività da svolgere, dall'altro si palesano evidenti limiti grafici che non fanno altro che dimostrare come Massive forse avrebbe necessitato di più tempo per finalizzare al meglio il prodotto, a maggior ragione per gli appassionati del franchise e per il fatto che il software è proposto solo sulle console di attuale generazione. Il gioco Ubisoft risulta quindi apprezzabile, ma ancora distante dall'Olimpo promesso.
Pro
Gunplay soddisfacente... Sistema di progressione interessante Le attività da svolgere non mancanoContro
...ma lo stealth è troppo presente e rischia di scoraggiare chi non ama la furtività Grafica ed animazioni lasciano talvolta a desiderare- Concept & Trama7.5
- Gameplay7.5
- Comparto Artistico8
- Comparto Tecnico7
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