Dopo un periodo di sole parole, l’iniziativa Stop Killing Games è passata ai fatti. Grazie infatti all’apertura di una raccolta firme ufficiale, la proposta che vuole stabilire delle regole atte ad impedire ai publisher di rendere inaccessibili i propri videogiochi dopo un determinato periodo di tempo (ad esempio a causa della chiusura dei server) è ora concreta.
La pagina della raccolta mette nero su bianco le richieste che, qualora il tutto dovesse passare, metterebbe i consumatori in posizione di forza nei confronti del parlamento europeo. Ecco un estratto:
Nello specifico, Stop Killing Games punta a impedire che gli editori possano disattivare da remoto i videogiochi prima che siano forniti mezzi ragionevoli per mantenerli in funzione senza coinvolgere gli stessi editor.
Per avere successo, un’iniziativa dei cittadini europei deve raggiungere un milione di dichiarazioni di sostegno e una soglia minima in almeno 7 paesi. Al momento in cui scriviamo, la petizione ha totalizzato 327.816 firme e gli Stati che hanno tagliato il traguardo sono Germania, Polonia, Finlandia e Svezia.
Per l’Italia la soglia minima è fissata a 53.580 utenti (in questo istante hanno sottoscritto 15.065 persone).
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