Alcuni videogiochi hanno segnato indelebilmente la storia del medium. E alcuni di questi, purtroppo, non vengono mai abbastanza celebrati. Non parliamo ovviamente dei soliti (e ovvi) Super Mario Bros, The Legend of Zelda, Metal Gear Solid, Minecraft e Fortnite – sì, è inutile negare che il gioco di Epic Games non abbia creato qualcosa di fenomenale che va oltre il semplice concetto di videogioco. No, ci sono altri titoli del passato di cui, per vari motivi, raramente si fa menzione. System Shock è uno di questi. E diamine, la sua importanza è clamorosa.
Sviluppato originariamente dalla Looking Glass Technologies e pubblicato dalla Origin Systems nel 1994, System Shock venne ideato dalla grandiosa mente di Warren Spector, l’uomo dietro ad altre importantissime produzioni come Ultima Underworld e Deus Ex (oltre alla serie cult Epic Mickey, e a tal proposito vi segnaliamo la nostra retrospettiva), ponendosi come il titolo che forse più ha contribuito a creare il genere degli immersive sim. È grazie alla sua influenza se oggi ricordiamo e amiamo titoli come BioShock, Dishonored e Prey, e bramiamo ad esempio di mettere le mani su Judas di Ken Levine.
Come spesso accade ad alcune perle del passato, tuttavia, recuperare oggi System Shock è difficile, banalmente per un problema di compatibilità e confinamento al mondo PC. O meglio, lo era fino a qualche mese fa. Nightdive Studios, che con il franchise ha un lungo passato, ha ben pensato di realizzare uno splendido remake del primo, immortale capitolo della serie, pubblicato su PC nel 2023. Circa un anno dopo, System Shock approda finalmente su console (è la prima volta in assoluto), e porta con sé tutto il suo bagaglio di importanza facendone percepire l’impatto. Ne parliamo oggi nella nostra recensione.
Versione provata: PS5.
Un classico rimesso completamente a nuovo
Il remake di System Shock, che debutta su console circa un anno dopo la versione PC, è una riproduzione quasi esatta del grande classico del passato, aggiornato però da Nightdive con uno stile visivo sorprendente e vari inediti elementi di gioco che lo portano a essere un po’ più adatto al pubblico moderno. Nonostante ciò, è bene ricordarlo da subito, System Shock resta un’esperienza molto complessa, difficile da digerire oggi anche per chi ama gli immersive sim che sono poi derivati da esso, ma che allo stesso tempo è stimolante e contraddistinta da un’atmosfera unica.
Qualche cenno alla storia. System Shock è ambientato nel 2072, in un futuro però che evidentemente ama il passato avendo a che fare con numerosi richiami agli anni ’90. La Citadella, stazione spaziale della corporazione TriOptimum, fa da sfondo a una sinistra avventura in stile 2001: Odissea nello spazio, dove l’intelligenza artificiale SHODAN ora libera dai vincoli progetta di distruggere l’umanità. I giocatori impersonano così uno sventurato hacker che, suo malgrado, sarà costantemente sotto il controllo di SHODAN, con l’obiettivo però di terminare la follia dell’IA prima che sia troppo tardi.
Se l’idea di base era affascinante nel 1994, oggi torna a essere mostruosamente d’attualità con il boom delle intelligenze artificiali. SHODAN si dimostra esattamente come l’abbiamo sempre ricordata: manipolatrice, terrificante, pronta a instillare la paura nel povero protagonista (e nel giocatore) anticipando quasi ogni sua mossa a meno che non riusciamo davvero a capirci qualcosa. È strano, sì. System Shock è sicuramente strano, più complesso e stratificato di moltissimi videogiochi moderni, ma anche qui risiede la sua grandezza. E il remake trova sia giovamento che imperfezioni da ciò.
La produzione di Nightdive cerca di essere il più fedele possibile all’originale System Shock. Si tratta di un progetto atto a migliorare quanto visto in passato, arricchirlo con dettagli e limare i problemi dettati dal tempo o presenti all’epoca della release originale. La maggior parte del titolo rimane intatta, se togliamo alcune novità che riguardano principalmente la sfera estetica. Banalmente, l’interfaccia utente, che un tempo occupava gran parte dello schermo rubando intere porzioni della visuale, è ora stata ristrutturata seguendo lo stile attuale, e l’inventario è molto più intuitivo. Così come per la versione PC del 2023, anche la release per console brilla per i valori produttivi messi in gioco dagli sviluppatori, mostrando il fianco solamente ad alcuni problemi che il gioco si tira dietro ormai da trent’anni.
Cittadella da paura
Dobbiamo essere più che sinceri con voi: chi scrive non tocca l’originale System Shock probabilmente da 25 anni, se non anche di più, e dunque è difficile oggi fare un paragone esatto con l’opera del ’94. Impossibile, poi, sapere se Nightdive ha ricreato esattamente ogni singolo ambiente della Cittadella, o se sono stati apportati lievi cambiamenti per migliorare il level design – più probabile la seconda, ma non abbiamo consultato alcuna guida o fatto ricerche in merito per evitare di rovinare l’esperienza. Quel che più importa è che la fedeltà c’è, e questo lo si vede in moltissimi elementi, dal concept alla rigidità con la quale alcune meccaniche sono state (ri)proposte. E funziona.
Girovagare per la Cittadella sotto il controllo di SHODAN, mentre l’hacker cerca di fermare l’IA ribelle, è un’esperienza intensa. Si parte con poche, pochissime risorse e un semplice tubo di ferro per picchiare i nemici, e piano piano si avanza scoprendo nuove armi, munizioni (sempre pochissime, non è uno shooter), consumabili per la salute o le altre statistiche, banalmente anche solo rifiuti e spazzatura da riciclare per ottenere crediti da utilizzare nell’acquisto di mod – questo sì che è un elemento inedito per il remake. Sono stati inoltre pesantemente rivisti i viaggi nel cyberspazio, luoghi necessari per sbloccare l’accesso ad alcune aree e ottenere dati contro SHODAN. Da piatti e ingombranti, ora questi viaggi sono psichedelici e divertenti, con Nightdive che ha lavorato soprattutto sul fronte tecnico per velocizzare l’esperienza e sbalordire il giocatore con colori e giochi di luce. Probabilmente in molti adorerebbero uno spin-off dedicato interamente a queste sezioni, sulle quali lo studio ha potuto sbizzarrirsi maggiormente.
Per il resto, tutta l’oscura magia del gameplay dell’originale System Shock è rimasta invariata. Essendo un precursore dei moderni immersive sim, il gioco, e il remake lo ribadisce, lascia al giocatore le redini dell’esperienza, si limita a pochissimi intermezzi e ricorda quanto sia fondamentale l’esplorazione e non lo scontro a viso aperto.
Qui, appunto, emerge quello che può essere considerato un difetto, o che comunque deve essere menzionato per un quadro completo: nel suo voler essere il più fedele possibile, il remake di System Shock esagera forse anche troppo quando si parla dello shooting e dei nemici, elementi completamente ancorati al passato. Non c’è ad esempio la possibilità di studiare particolari strategie per affrontare i nemici, scegliendo molto spesso semplicemente lo scontro faccia a faccia sia per i mutanti che per i dannatissimi cyborg della Cittadella, ricordando però non solo che le munizioni sono sempre molto scarse (non è un DOOM o un Call of Duty, sia chiaro) ma anche che questi nemici non lasciano davvero tregua. Talvolta sembra che i nemici siano poco preoccupati dei colpi che state sparando, quasi come se davanti a voi ci fossero ancora quegli sprite 2D che popolavano la Cittadella dell’originale System Shock.
A parte questo, che tuttavia è un elemento da non sottovalutare, non si può non evidenziare quanto Nightdive abbia agito sul fronte grafico per dare lustro alla Cittadella. Quelli che prima erano ambienti sì oscuri ma riconoscibili, ora sono luoghi opprimenti, raccontati attraverso le luci della stazione spaziale (ottimo sistema d’illuminazione) e il solito intricatissimo design che già a suo tempo era stato il marchio di fabbrica di System Shock e di tutti i successivi immersive sim di grande valore. Sin dal primo istante, il giocatore viene investito da colori accesi e una grafica dolcemente al passo coi tempi, seppur si evidenzi anche uno spiacevole inconveniente: nella versione PS5 da noi provata, moltissime texture di dettagli a schermo come libri o piccoli oggetti risultano totalmente a bassa risoluzione, problema a quanto sembra riscontrato anche da altri utenti che lo hanno provato in anteprima. Si tratta probabilmente di un imprevisto, che Nightdive potrebbe risolvere con una patch correttiva.
Riassunto
Riassunto
System Shock era e resta ancora oggi un videogioco fondamentale. Il remake di Nightdive rende perfettamente giustizia a questo classico immersive sim capace di creare un intero genere, con un comparto grafico splendido e alcune intuizioni che modernizzano il tutto. Allo stesso tempo, è doveroso segnalare che l'aver proposto un remake quasi 1:1 ha riportato alcuni difetti dell'originale, e ha impedito di attualizzare l'intero impianto.
Pro
Un classico senza tempo... Gameplay intelligente Ottimo remake graficoContro
... Ma comunque ancora poco adatto alle masse Alcuni problemi dell'originale sono rimasti Reso moderno... ma solo fino a un certo punto- Concept & Trama8.5
- Gameplay8
- Comparto Artistico8
- Comparto Tecnico8
Scrivi un commento