Home Videogiochi Speciali Tensioni, paure e pessima gestione: il caso Ubisoft fa tremare il settore | Speciale

Tensioni, paure e pessima gestione: il caso Ubisoft fa tremare il settore | Speciale

Un lungo report di Insider Gaming, portale molto affidabile nella ricerca di informazioni come ha confermato negli scorsi mesi, rivela grandi tensioni all’interno di Ubisoft, specificando poi alcune finestre di uscita per vari giochi della compagnia come vi abbiamo già riportato qui.

Il colosso francese, la sesta azienda videoludica per numero di dipendenti, non sta attraversando un momento facile. Il morale dei dipendenti di Ubisoft, spiega Tom Henderson, è ai minimi storici dopo alcuni anni di forte incertezza e decisioni poco oculate, e sono tanti i lavoratori a sperare che l’editore possa intraprendere una grande rivoluzione. Di contro, questo porterebbe molto probabilmente a licenziamenti di massa.

Finora Ubisoft ha limitato i danni (dall’inizio del 2023 sono stati licenziati solo 124 dipendenti, ben poco in confronto ai recenti 1900 di Microsoft), ma le fonti del portale spiegano che questo numero è destinato a crescere. A ciò, si unisce il clima di forte incertezza all’interno della compagnia, che nonostante abbia tra le mani alcuni franchise di grande successo non riesce a recuperare il terreno perduto.

Vediamo i punti salienti del report di Insider Gaming, analizzandoli nel dettaglio.

Insuccessi commerciali

Uno dei problemi più grandi che Ubisoft ha dovuto affrontare, e affronta ancora oggi, sono stati gli insuccessi commerciali imprevisti. Possiamo dire che il caso più emblematico sia quello di Mario+Rabbids: Sparks of Hope, eccellente produzione di Ubisoft Milano che non ha minimamente ottenuto i risultati del suo predecessore Kingdom Battle, ma è solo uno dei tanti nomi.

Poco lungimiranti, in tal senso, sono state le parole dei dirigenti di Ubisoft, che nei mesi scorsi hanno sostanzialmente accusato lo studio di Milano di non aver saputo gestire al meglio il progetto. Non solo: Yves Guillemot ha preso di mira anche Nintendo Switch, sulla quale era già disponibile Kingdom Battle del 2017. Il pubblico, secondo Ubisoft, non si è sentito quindi attratto da Sparks of Hope, ma la considerazione è molto sommaria se si pensa che solo nel 2023 i franchise di Nintendo come Zelda e Mario hanno venduto milioni di copie.

Non occorre però andare troppo indietro nel tempo, anche se parliamo di poco più di un anno fa. Guardando al 2023 e all’inizio di quest’anno, la situazione non è cambiata: il recentissimo Prince of Persia: The Lost Crown ha ottenuto buonissimi punteggi nelle recensioni sia dalla critica che dal pubblico, eppure si stima che Ubisoft abbia guadagnato appena 15 milioni di dollari dalle vendite. Si parla di una situazione paradossale quasi quanto quella di Mario+Rabbids: i fan hanno chiesto per anni il ritorno di Prince of Persia, eppure neanche un gioco di grande qualità come The Lost Crown sembra aver funzionato.

La situazione Avatar: Frontiers of Pandora è stata forse peggiore. Annunciato nel 2017 e sviluppato da Massive, il gioco doveva essere inizialmente pubblicato alla fine del 2022, per sfruttare l’entusiasmo per Avatar: La via dell’acqua e i suoi 2 miliardi di dollari incassati al cinema.

Come molti altri giochi dell’azienda, però, sono arrivati i rinvii, e il gioco è stato pubblicato solo lo scorso dicembre, e non ha goduto del potenziale boost del franchise. Le entrate stimate arrivano a 133 milioni di dollari, circa la metà di quanto ricavato da Tom Clancy’s The Division 2 nel 2019. Oltre a ciò, la gestione dei codici concessi a stampa e content creator non è stata particolarmente brillante in vari territori – la nostra recensione, ad esempio, è arrivata solamente una decina di giorni fa.

Il caso di Assassin’s Creed: Mirage è più complesso. Si parla di un gioco del franchise di punta di Ubisoft, ma dalle proporzioni più contenute. In ogni caso, sembra che il titolo non abbia replicato i lanci di Origins e Odyssey, se non forse per quanto riguarda i primi giorni di uscita. Le aspettative sono ora riposte su Assassin’s Creed Codename Red, il più costoso progetto di sempre in casa Ubisoft.

Nella lista degli insuccessi rientrano anche giochi come Roller Champions, le cui ultime notizie risalgono a un’infinità di tempo fa, e persino Just Dance, che non ha più l’appeal di un tempo. Non dimentichiamo poi Hyper Scape, altro flop, ma nel caso di Ubisoft non solo i videogiochi non hanno funzionato.

Nel 2021 la società cercò di irrompere nel crescente mercato degli NFT con Ubisoft Quartz, iniziativa criticata addirittura pubblicamente dai dipendenti dell’azienda francese. Va detto che Ubisoft continua ancora oggi a occuparsi di alcuni ambiti NFT e web3 più contenuti, ma Quartz si aggiunge alla lista dei disastri commerciali dopo il crollo di tale tecnologia nel giro di pochi mesi.

Pessima gestione di molti progetti

Non bastano gli insuccessi commerciali, perché in Ubisoft ciò che fa discutere internamente i dipendenti è soprattutto la pessima gestione di molti progetti.

Negli ultimi tempi l’azienda ha cancellato molti videogiochi in sviluppo. I casi più eclatanti sono quelli del sequel di Immortals Fenyx Rising, ambientato in Polinesia, e di Ghost Recon: Frontline. Il battle royale era stato presentato ed era addirittura prevista una fase di test nei giorni immediatamente successivi, prima di essere rinviata a tempo indeterminato. La situazione è poi precipitata, e Frontline è stato chiuso prima ancora di uscire. In generale, si parla probabilmente di decine di videogiochi cancellati da Ubisoft in questi ultimi anni, molti dei quali erano battle royale.

Anche i progetti sopravvissuti alla scure aziendale, tuttavia, hanno incontrato grandi difficoltà sul proprio cammino. L’esempio più evidente è Skull and Bones, il gioco piratesco rinviato la bellezza di 6 volte e finalmente a un passo dall’uscita. Il gioco, sovvenzionato anche grazie a Singapore, è costato oltre 200 milioni di dollari, e secondo i report Ubisoft sa già che non potrà recuperare tale cifra – sarebbero necessari introiti pari a quelli di Mirage, una quota oggi impensabile per un titolo che non sta attirando il pubblico.

Il gioco, ormai lo sappiamo da tempo, è stato ripensato in moltissime occasioni. Annunciato nel 2017, Skull and Bones ha subito più di un riavvio del progetto, e i recenti report spiegano che il progetto era dominato da “manager assetati di potere che cercavano di migliorare la propria carriera”. I continui cambiamenti di visione creativa hanno plasmato un ambiente di lavoro incerto e deprimente, tanto che alcuni dipendenti hanno dichiarato di passare intere giornate a guardare video su YouTube poiché nessuno sapeva cosa fare realmente di Skull and Bones. La cosa curiosa è che il gioco, in uscita il prossimo mese, non è poi così diverso da come era stato presentato. Ciò è probabilmente determinato dalle scadenze imposte non solo da Ubisoft ma anche dal governo di Singapore, che hanno causato un’ulteriore ridefinizione del progetto.

Non è però l’unico esempio di cattiva gestione. Fa ancora rumore il clamoroso caso di Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo Remake, annunciato alla fine del 2021 e previsto per l’inizio del 2022. Lo avete giocato? No, perché il trailer di presentazione provocò polemiche tali da costringere Ubisoft a rinviare il gioco per poi assegnarlo in seguito a un altro team, che ha fatto ripartire da capo la produzione. Risultato: l’atteso remake non è ancora uscito, e Ubisoft Montreal ha dichiarato a novembre che l’attesa sarà ancora lunga.

Non è ancora finita. The Division: Heartland e XDefiant, annunciati da anni, sono ancora oggetti del mistero; il secondo, uno sparatutto curato da alcuni ex veterani di Call of Duty, era previsto per settembre 2023, ma ha subito un nuovo rinvio per circostanze poco chiare. Secondo il report, anche in questo caso i dipendenti non sono soddisfatti, poiché lo studio di Ubisoft San Francisco sta continuamente posticipando internamente l’uscita chiedendo di inserire funzionalità aggiuntive, non decise in precedenza.

Probabilmente ne abbiamo dimenticati altri, ma il più clamoroso esempio di pessima gestione è ovviamente Beyond Good & Evil 2. La prima produzione del gioco risale a più di 15 anni fa, ma solo nel 2016 il progetto è ripartito. O forse no? Ancora oggi, più di 7 anni dopo il secondo annuncio del gioco, non sappiamo se e quando Beyond Good and Evil 2 arriverà sul mercato, e i gameplay messi a disposizione dagli sviluppatori si riducono a una manciata di secondi. La promessa di aggiornamenti costanti con la community è venuta meno dopo pochissimi mesi, e il silenzio stampa dura da tempo.

Va ricordato che il progetto è stato anche colpito da varie sfortune, se così vogliamo definirle. Michel Ancel, creatore del franchise, è stato costretto a dimettersi dopo essere stato coinvolto in alcuni scandali. Lo scorso anno è poi morto Emil Morel, il creative director di Beyond Good and Evil 2, ma le cose non andavano bene già da tempo, considerando che all’inizio del 2023 un lungo report parlava di Ubisoft Montpellier come uno studio immerso nel caos più totale. L’ultimo aggiornamento risale a dicembre 2023, e anche in quel caso non è stato nulla di positivo.

A tal proposito, siamo ancora in attesa dei dettagli sulla riedizione del primo capitolo, caricata per errore a novembre sui server di Ubisoft+. Un altro esempio di gestione molto sommaria da parte della compagnia.

Un futuro, forse, più roseo

L’esaustivo report di Henderson, che parla anche delle condizioni di lavoro dopo la pandemia, conferma insomma quello che già sapevamo da tempo: Ubisoft naviga in acque non tranquille, i suoi ultimi progetti più importanti non sono andati bene, e il malcontento all’interno dell’azienda continua a crescere anche a causa della chiusura di vari giochi in favore di grandi franchise – sembra che siano in sviluppo più di dieci videogiochi di Assassin’s Creed, tra cui Red, Hexe e il remake di Black Flag.

Se non altro, l’azienda prevede che i suoi prossimi giochi in uscita avranno maggiore fortuna. Grandi aspettative sono riposte su Star Wars: Outlaws, a quanto pare previsto per la prima metà del 2024, e Assassin’s Creed Red, ma tra il 2025 e il 2026 sono previste altre grandi uscite e alcune sorprese.

Se Ubisoft dovesse avere successo con questi giochi in arrivo, è probabile che il sentimento sia all’interno che intorno all’azienda cambi, ma per i dipendenti intervistati nel corso del report è necessario un forte cambio di direzione.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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