I The Game Awards 2020 non sono stati solo lo show dei grandi assenti, degli annunci mancati e del Covid: durante le tre ore abbondanti di premiazioni, sono state annunciate diverse chicche interessanti, tra cui anche alcuni giochi indie particolarmente ispirati, ma soprattutto abbiamo avuto la prova tangibile della strada che il mondo dell’intrattenimento videoludico sta continuando a percorrere con estrema velocità: il videogame e il cinema sono due media che si stanno fondendo con sempre maggior decisione.
Così come il cinema vuole diventare sempre più coinvolgente (pensiamo al cinema 3D o a Black Mirror: Bandersnatch, su Netflix), anche il videogame negli ultimi anni sta proponendo uno stile sempre più cinematografico.
The Last of Us parte 2 ha rappresentato in questo senso il picco massimo raggiunto da un videogame in termini di narrativa cinematografica (anche se non è stato l’unico a eccellere, pensiamo ad esempio a God of War o Red Dead Redemption 2). Oltre a presentare un gameplay accattivante, l’opera di Naughty Dog ha esplorato l’universo post-apocalittico già delineato dal gioco originale per approfondirne ulteriormente dinamiche e protagonisti: grazie a performance attoriali di tutto rispetto e a una scrittura densa, coerente e mai banale, la storia di vendetta e rimorsi di The Last of Us parte 2 ha colpito anche i The Game Awards aggiudicandosi non pochi premi.
In particolare il titolo ha trionfato in ben sette categorie: “Game of the Year”, “Best Game Direction”, “Best Narrative”, “Best Audio Design”, “Innovation in Accessibility”, “Best Action/Adventure” e “Best Performance”. È proprio su quest’ultimo premio che ci vogliamo soffermare in questo articolo, esaminandone valori e significati.
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Durante lo show sono intervenute diverse stelle del cinema come Keanu Reeves, Tom Holland, Gal Gadot, Brie Larson e il regista Christopher Nolan, oltre ad altri veterani che lavorano da anni come interpreti nell’industria del videogame.
Per questo il riconoscimento “Best Performance” di quest’anno assume un significato ancora più centrale, andando a premiare con la statuetta alata la miglior performance attoriale per un personaggio videoludico. Il riconoscimento, annunciato dal premio Oscar Brie Larson (Captain Marvel), è andato all’attrice Laura Bailey, l’interprete di Abby in The Last of Us parte 2. Specifichiamo però che la fortissima combattente ha il volto della modella Jocelyn Mettler e il corpo della body-builder Coleen Fotsch, mentre la Bailey ha prestato la sua voce dopo aver già interpretato altri personaggi videoludici come Cait Diaz in Gears 5 e Catherine in Catherine: Full Body.
Abby è davvero un personaggio sfaccettato e complesso, in tutti i sensi. Criticatissimo per le sue azioni all’interno della trama di The Last of Us parte 2 e anche per il suo aspetto fisico, considerato “irrealistico perché troppo muscoloso e poco femminile”, Abby ha fatto parlare di sé, rendendo il titolo ancor più discusso e ferocemente attaccato dai fan più accaniti. Abbandonare la protagonista Ellie per diverse ore, rivestendo invece i panni della guerriera Abby, è stata una scelta molto coraggiosa da parte di Naughty Dog, che puntava a descrivere “l’altra faccia della medaglia”, per portare il giocatore a riflettere più approfonditamente: cosa è giusto o sbagliato? Cambiando punto di vista, la sottile linea tra buono e cattivo si deforma fino a scomparire, mettendoci davanti a dilemmi morali non indifferenti.
È proprio questa la magia creata da Naughty Dog, una profondità narrativa che non è descritta palesemente ma che va afferrata riflettendo in modo più attento sulle motivazioni dei vari personaggi: non tutti i videogiocatori erano pronti ad affrontare una sfida del genere.
Nonostante di fatto il personaggio di Abby sia stato costruito da tre diverse persone, Laura Bailey ha il merito di averlo caratterizzato dal punto di vista dell’interpretazione e dell’espressività. L’attrice in passato è stata aspramente criticata fino a ricevere minacce di morte verso di sé e la sua famiglia da parte di alcuni facinorosi avversi al personaggio che interpretava, che quindi hanno deciso di scaricare con violenza la propria rabbia e frustrazione sull’interprete di Abby. Laura Bailey ha denunciato questo assurdo comportamento sui social, ricevendo il giusto supporto dell’intera industria. Partendo dal fatto che Abby può sì essere un personaggio controverso, questo non toglie che l’incapacità di separare attrice/attore dal proprio ruolo è a dir poco disarmante.
Viste le avversità che sono piovute ingiustamente sulle spalle dell’attrice, il premio “Best Performance” suona doppiamente importante e diventa simbolo di una rivalsa che era decisamente dovuta e doverosa. L’attrice ha battuto la collega Ashley Johnson (Ellie in The Last of Us Parte 2), oltre agli altri ottimi interpreti Daisuke Tsuji (Jin Sakai, Ghost of Trushima), Logan Cunningham (Hades, Hades) e Nadji Peter (Miles Morales, Spider-Man Miles Morales).
Siamo tutti d’accordo che anche Ashley Johnson abbia dimostrato una capacità attoriale fenomenale nel dare vita a un personaggio così amato e complesso come Ellie, ma alla fine la Bailey ha avuto la meglio. Questo premio è un chiaro messaggio da parte dell’industria, che premia non solo il coraggio di Naughty Dog nel creare personaggi non convenzionali, emancipati, interessanti, di spessore, ma anche il talento di un’attrice che ha ricevuto odio ingiustificato solo per aver compiuto un lavoro magistrale: perché questo tipo di comportamento infantile e violento non va più accettato, in nessun tipo di contesto.
Laura Bailey, commossa, ha accettato il premio con queste parole: “Sono sempre stata una grandissima fan del primo The Last of Us e mi sono innamorata di Joel ed Ellie e dei loro interpreti. Non mi sono quindi stupita quando il ruolo di Abby ha ricevuto una accoglienza così “appassionata” dai fan, ma poter interpretare un personaggio così incredibilmente sfidante, in grado di trovare il perdono e imparare l’empatia durante la storia, è qualcosa di cui sono infinitamente grata. Il giorno in cui finii le riprese, dissi al team che ciò che volevo più di ogni altra cosa era riuscire a dare una performance in grado di veicolare il grandissimo impatto che il gioco originale ha avuto su di me, quindi questo premio significa molto”.
Tanti complimenti a tutti i vincitori dei The Game Awards 2020!
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