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Thank Goodness You’re Here! | Recensione

A Barnsworth tutti hanno bisogno di una mano: c’è chi si è incastrato in un tombino, non si sa bene come, e piange e strepita per essere tirato fuori dall’impiccio. C’è chi è costretto a letto ma ha un braccio estendibile all’infinito, per procurarsi la spesa perfetta e fare colazione. C’è chi vive nel terrore di fiori apparentemente innocui, ma in grado di riprodursi a vista d’occhio grazie a delle spore particolarmente prolifiche.

E noi, vi chiederete, chi siamo per aiutare tutti questi strambi? Dei supereroi, forse. E invece no, siamo solo dei generici “salaryman” sfaccendati. Ma… grazie a dio, siamo qui!

Scopriamo insieme cos’è Thank Goodness You’re Here!, l’irriverente videogioco sviluppato da Coal Supper ed edito da Panic (sì, sono gli stessi di Untitled Goose Game, e questo già dovrebbe dirvi qualcosa).

Versione provata: PC

Aiutare gli altri con cazzotti e dispetti

Il nostro protagonista non ha nome, è un semplice stempiato dalla carnagione gialla come i Simpson, camicia e cravatta. Durante un viaggio di lavoro ci troviamo a Barnsworth, in attesa. Perché non farsi quindi un bel giro per la ridente cittadina?

Inizia così questa avventura divertente e assurda, dove ci perderemo in un vortice di eventi inaspettati, gag, scenette esagerate e personaggi caricaturali, che impareremo a conoscere passando più e più volte da una zona all’altra della cittadina. Ogni volta che “completeremo un quadro”, spostandoci nell’area successiva (gli spostamenti sono obbligati dalla trama, non potremo muoverci poi tanto liberamente), troveremo sempre qualcosa di diverso. Nuovi personaggi, nuove situazioni comiche, nuovi disastri ai quali dedicarci. Scorrazzeremo in lungo e in largo per la città, arriveremo sui tetti, in cunicoli sotterranei, nella stanza di poveri malcapitati, nei negozi e nei retrobottega. Sembrerebbe la struttura di un divertente punta e clicca, ma la particolarità è che non potremo far altro che saltare e… dare pugni.

Il nostro protagonista interagisce con l’ambiente esclusivamente attraverso rapide mazzate, che potremo (e dovremo!) infliggere a chiunque, a seconda del nostro livello di “dispettosità”. Sarà la risoluzione stessa delle varie situazioni a imporci, per lo più, di essere impietosi (ci sono anche dei trofei dedicati, come ad esempio quello legato al bullizzare un malcapitato). Come resistere all’istinto di schiaffeggiare un enorme sedere traballante?

Alcune situazioni saranno uniche, altre invece si trasformeranno in gag ricorrenti, tra pesci fumatori e due tizi che si contendono un bidone della spazzatura. Tra le più riuscite, c’è sicuramente quella del camino: per passare da una zona all’altra, verremo spinti dentro una canna fumaria, caracollando nel salotto di un pover’uomo, che ogni volta dovrà ripulire tutto dalla cenere che gli porteremo in casa, con il conseguente degenerare del suo stato emotivo. Crudele ed esilarante.

Due ore e mezza di sferzante comicità

Thank Goodness You’re Here! dura poco più di due ore, non molto per gli standard di oggi, ma si tratta del giusto compromesso per tenere alto il livello di comicità di questa esperienza. Tra slapstick comedy e continui doppi sensi (anche sessualmente espliciti, come quello del fruttivendolo che “l’aveva troppo grosso”… il cranio), si evita di incappare in una eccessiva ripetitività.

Avremmo apprezzato una minor linearità, o la possibilità di risolvere le situazioni in diversi modi, anche se in generale l’esperienza scorre che è un piacere e non abbiamo riscontrato bug. Le musiche, lo stile cartoon e il doppiaggio danno a questo breve titolo una personalità unica: badate bene, però, al momento il gioco è privo di una traduzione italiana, anche per quanto riguarda i testi, e potrebbe risultare decisamente ostico da comprendere a fondo per chi non mastica la lingua inglese. Fa ridere lo stesso, ma si perderebbero gran parte dei giochi di parole e a volte anche la direzione da seguire: in tal senso, ci siamo bloccati solo una volta a causa di un salto non intuitivo, per il resto per comprendere cosa fare basta esplorare un po’ e avere un pizzico di apertura mentale.

Abbiamo particolarmente apprezzato i vari cambi di prospettiva e di inquadratura, che contribuiscono a rendere il tutto ancor più grottesco ed estraniante: a volte il nostro omino ha dimensioni medie, altre volte diventa minuscolo per entrare in un boccale di birra o saltellare sul panzone di qualcuno. Insomma, se non siete troppo politically correct, di sicuro vi divertirete un mondo con Thank Goodness You’re Here!

7.8
Riassunto

In Thank Goodness You’re Here! passeremo un paio d’ore abbondanti a tirare cazzotti alla gente. L’obiettivo è aiutarli, e ci riusciremo in effetti, anche se giungeremo alla soluzione dei vari inghippi attraverso situazioni assurde e gag ricorrenti. Tra personaggi grotteschi, allusioni sessuali, dispetti e giochi di parole, abbiamo ritrovato un po’ quell’atmosfera alla Untitled Goose Game, anche se qui il tutto è decisamente più sferzante e meno “chill”. Se cercate un titolo breve, cartoonesco ed esilarante... Oh, grazie a dio sei qui!

Pro
Fa obiettivamente scompisciare Lo stile e le animazioni sono fantastiche Dura troppo poco per essere ripetitivo
Contro
Un passaggio poco intuitivo C'è poca libertà d'azione Se non conoscete l’inglese, potreste perdervi gran parte dell’esperienza
  • Concept e Trama8
  • Gameplay7.5
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico7.5
Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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