Quella di oggi non è una recensione. Non è neppure una news, né una raccolta di prime impressioni. Questo breve editoriale vuole esprimere quello che per noi ha significato That Dragon, Cancer, il gioco che sta facendo parlare di sé ormai da diversi giorni. Non tanto per la realizzazione tecnica o per l’alto budget o per le vendite stratosferiche. Ma questo non era neppure l’obiettivo del gioco. Il suo vero scopo? Raccontare in tutta franchezza e in tutta sincerità il dolore più grande che può subire una famiglia: perdere il proprio figlio.
Ryan e Amy Green. Due genitori, che ad un certo punto della loro vita riescono a coronare il più grande dei sogni, quello di avere un bambino. Il piccolo Joel cresce, fino ad una scoperta terrificante: il bambino ha un cancro al cervello, e la giovanissima età non lo aiuterà in questa battaglia. E’ così che, all’età di 5 anni, si spegne il piccolo Joel, nel dolore straziante dei due genitori, che però decidono di omaggiare splendidamente quello che per loro è stato un momento fondamentale della loro vita. A capo di un piccolo team di sviluppatori, Ryan e Amy creano infatti un videogioco, That Dragon, Cancer, che ripercorre la vita di Joel dalla nascita fino alla tragedia. Il tutto con una capacità narrativa ed emotiva davvero con pochi eguali.
In That Dragon, Cancer non dovrete superare un livello. Non dovrete raccogliere monete, liberare principesse, sconfiggere boss o sbloccare contenuti aggiuntivi. That Dragon, Cancer è una storia, una splendida seppur tragica storia. Il gioco in realtà ha ben poco di interattivo, e la maggior parte del tempo la passerete a osservare la vita del bambino, così come la vita in famiglia: il dolore di Ryan e Amy, nonostante cerchino di nascondere le proprie preoccupazioni, è tanto, e tutto viene splendidamente reso prima di un finale tanto doloroso quanto inevitabile. E che non può far altro che commuovere chiunque si pari davanti a questo titolo.
That Dragon, Cancer è attualmente disponibile su Ouya, MAC e PC al prezzo di 14.99 €, la maggior parte dei quali andrà in beneficienza a favore della ricerca contro il cancro. Sebbene il titolo non offra molto di più di un’ora o due di intrattenimento, resta un’opera che va ben al di là della semplice arte videoludica. E che dimostra che anche i videogiochi, spesso attaccati dai media, sanno regalare emozioni che poche altre forme d’arte riescono a trasmettere.
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