Una torre misteriosa sta corrompendo i suoi dintorni. Accorrono le guardie reali di Joseon, tra cui spicca l’abile spadaccino Kim Rip, che nel tentativo di epurare questo male, ottiene poteri soprannaturali da usare nelle battaglie che dovrà affrontare.
Così si introduce The Devil Within: Satgat, un metroidvania che spicca per il suo gameplay, forte di alcune meccaniche per ora inesplorate da altri titoli nel genere, rese estremamente soddisfacenti dagli sviluppatori di Newcore Games.
Versione provata: PC.
Recensione e testo a cura di: Giuseppe Lombardo.
Un sacrificio futile?
L’incidente della torre ha avuto conseguenze gravi per Kim Rip, in coma per un anno, si sveglia in uno stato di amnesia; dovrà quindi scoprire insieme al giocatore i dettagli del suo passato, e come esso si incastra nel mondo circostante, oramai drasticamente alterato.
Caratterizzato da un’ambientazione futuristica fortemente ispirata alla cultura orientale, si racconta in profondità attraverso appunti collezionabili, i quali per chi fosse interessato, descrivono i tratti chiave della società di Joseon, e come si sia adattata alla presenza della torre durante il coma del protagonista.
L’atmosfera solitaria che solitamente accompagna l’esplorazione di scenari post-apocalittici viene abilmente smorzata dai paesaggi poetici e da un comparto audio sopraffino, all’interno del quale spiccano la soundtrack prodotta in parte da Matt Heafy dei Trivium e il coinvolgente doppiaggio in lingua coreana, che valorizza il cast di personaggi non giocabili, seppur piuttosto ridotto nei numeri.
Anime bullet time
Il fiore all’occhiello del gioco è indubbiamente il modo in cui riesce ad adattare la velocità e scenograficità dei combattimenti in stile “anime” su controller: parate, schivate o backstep eseguiti perfettamente consumano una delle barre viola (che vengono riempite durante gli scontri con i nemici) per attivare un bullet time, durante il quale si potrà strategicamente scegliere una tra le 3 mosse che comparranno a schermo (in base alla tecnica difensiva che è stata effettuata, per un totale di 9 abilità tra cui scegliere); è anche possibile muoversi durante lo slow motion, utile soprattutto una volta preso confidenza con il sistema di combattimento, per sfruttare al meglio la varietà dei contrattacchi.
Il gameplay loop non si distacca molto da ciò a cui ci hanno abituato i metroidvania, aree da esplorare a suon di nemici e platforming, lootando casse in cerca di talismani, nuove armi o punti esperienza, prima di arrivare ai boss, che ovviamente danno la possibilità di sfoggiare tutto il proprio arsenale in scontri davvero belli da vedere.
Sebbene siano presenti alberi abilità che danno accesso a combo potenzialmente creative(e respec), personalmente abbiamo apportato modifiche alla build quasi esclusivamente attraverso l’inventario, anche se sono disponibili solo 2 slot, è possibile trovare alcuni talismani che alterano totalmente il modo in cui approcciare i nemici; la maggior parte dei quali è ottenibile affrontando nuovamente i boss principali, cosa che abbiamo gradito molto, in quanto va a sopperire alla mancanza di un vero e proprio new game+.
A differenza della maggioranza dei titoli simili, è possibile modificare la difficoltà tra facile, normale e difficile; il divario tra le opzioni è molto vasto, stimiamo che per completare il gioco in modalità easy ci vogliano 7-8 ore, mentre 15 ad hard.
Memorabile, ma non perfetto
Una volta terminato il periodo di early access, e quindi rilasciato sul mercato, il team non ha smesso di apportare modifiche di quality of life, o banalmente di risolvere i pochi bug comuni, portando a un prodotto finale decisamente solido.
Ciò non significa che non ci siano grandi passi avanti da fare, soprattutto riguardo le cutscene in cgi: la telecamera è decisamente troppo vicina ai modelli per non far notare all’utente quanto poco fluidi e naturali siano i loro movimenti, andando ad inficiare molto sull’immersione e quindi sul pathos di momenti narrativi a cui molte persone hanno chiaramente contribuito a creare con cura.
Purtroppo il grazioso worldbuilding di questo gioco è fruibile nella sua interezza soltanto a chi parla inglese, in quanto manca un adattamento in italiano.
Ringraziamo Newcore Games per il codice review fornitoci.
The Devil Within: Satgat | Recensione
Riassunto
The Devil Within: Satgat è un metroidvania con influenze soulslike, che grazie ad alcune intelligenti implementazioni, offre al giocatore abilità vistose e sopratutto divertenti da usare dopo parry e schivate. Molto ben curato a livello artistico e di design, un po' meno nei modelli e nei puzzle ambientali. Consigliato a chi sta ancora aspettando un codice morse da Silksong.
Pro
Combattimento con slow motion Ispirato a livello artistico Una gioia per le cuffieContro
Cutscene poco curate Puzzle ambientali banali- Concept & Trama8
- Gameplay9.5
- Comparto artistico8
- Comparto tecnico7