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The Plucky Squire | Recensione

Avete un libro che ha influenzato in modo significativo voi, la vostra vita e chi siete in quanto persone? Lo avete riposto su uno scaffale inaccessibile alla vista e alle vostre mani, e ormai giace sotto uno spesso strato di polvere? Trattare in questo modo le opere letterarie e i personaggi all’interno del mondo rappresentato può essere fatale. Se vengono abbandonati all’oblio perdono il loro potere. Smettono di interessare, intrattenere, sviluppare storie o ispirare. Triste, ma vero, come vedremo nella nostra recensione di The Plucky Squire, il nuovo gioco dei developer All Possible Futures pubblicato da Devolver.

Versione provata: PC

La storia oltre il libro

Il protagonista di The Plucky Squire, lo scudiero Jot, si trova ad affrontare una minaccia simile. Non solo lui, ma l’intero regno di Mojo! Nel consueto finale di una storia emozionante e avventurosa, invece di combattere il suo eterno nemico, lo stregone Humgrump, Jot si ritrova ad assistere a qualcosa di più del classico discorso del cattivo. Si scopre che l’antagonista ha acquisito inaspettatamente la consapevolezza di far parte di un libro per bambini. Si sente una vittima del suo destino. È stufo del circolo vizioso di fallimenti infiniti, sforzi infruttuosi e umiliazioni. Utilizzando una potente magia, bandisce il nostro eroe dalle pagine del racconto, cambiando così irrimediabilmente la storia che i lettori delle avventure di Jot hanno conosciuto e amato.

Se per ovvie ragioni avete iniziato a simpatizzare con Humgrump, vale la pena dare un’occhiata più da vicino alla sua caratterizzazione. È un artista arrogante, ma che si sente rifiutato dal mondo, e che per questa ragione decide di dare una lezione a tutti diventando il più grande cattivo del regno.

Più citazioni che in Tarantino

The Plucky Squire, come si addice a un gioco con una predilezione per i contenuti meta, è pieno di riferimenti a varie opere artistiche, alla cultura pop e alla nostra realtà in generale. In primo luogo, è impossibile non notare quanto si rifaccia alle produzioni Nintendo, sia concettualmente che visivamente o musicalmente; le citazioni si sprecano, passando da Super Mario, la serie Pokémon e The Legend of Zelda, ma non solo. Nel gioco si possono trovare temi tratti da Shrek, Il Signore degli Anelli e persino Austin Powers!

Un vero e proprio festival di citazioni è la visita ad Artia, la sede della regina e, come suggerisce il nome, la capitale degli artisti. Qui incontrerete individui e oggetti presi direttamente da un libro di storia dell’arte, come la figura rappresentata ne L’Urlo di Edvard Munch, gli orologi che si sciolgono de La Persistenza della Memoria di Salvador Dalì e Banksy stesso che scarabocchia sui muri.

Ma torniamo all’antagonista. La consapevolezza di partecipare alla trama di una storia per bambini è solo la punta dell’iceberg. Humgrump scopre di essere fisicamente bloccato in un libro che giace sulla scrivania di un adolescente. Decide quindi di evadere dalla terra di carta che lo imprigiona e, fuggendo nella nostra realtà, svela una delle principali caratteristiche del gioco: il passaggio senza soluzione di continuità da un mondo piatto e fittizio a uno tridimensionale e un po’ meno fiabesco. Le aspirazioni metagaming di All Possible Futures sono fin troppo evidenti. Basti pensare che il potere usato dall’antagonista è la cosiddetta metamagia, e che durante il tutorial Jot chiede “Cos’è il tasto Y?”, rispondendo con un’alzata di spalle e uno sguardo diretto alla quarta parete.

A livello di narrazione, The Plucky Squire è, da un lato, una creazione rivolta direttamente a un pubblico più giovane, ma dall’altro ha così tanti contenuti intertestuali, ambigui e intriganti da poter essere messo sullo stesso piano di opere Pixar come entrambe le parti di Inside Out. Sebbene il gameplay di The Plucky Squire sia originale quanto il livello narrativo, va detto che nessuna delle meccaniche del gioco è eccessivamente sviluppata. A giudicare dall’accessibilità, dal livello di complessità e dal grado di difficoltà generale, è chiaro che la produzione è stata creata per un pubblico più giovane, magari accompagnato dai genitori, che riconosceranno le varie citazioni, e sotto questo punto di vista si rivelerà eccellente.

Le parole vanno pesate e pensate

La già citata originalità è legata soprattutto al fatto che il nostro protagonista riesce a uscire dalle pagine bidimensionali della propria storia. In 3D, il gioco si trasforma in un platform, semplice ma brillantemente progettato, mentre nella fase in 2D, è più simile ad uno Zelda. La scrivania del piccolo Sam, così come tutto ciò che si trova sul tavolo, è un luogo di meraviglia, che intreccia una varietà di utensili e giocattoli quotidiani con le creazioni della fervida immaginazione di un bambino.

I suoi schizzi e i suoi disegni offrono agli sviluppatori un enorme margine di manovra. In una singola sequenza, possiamo saltare fuori da un libro, inserire una nota adesiva per spostarci a un livello inaccessibile, tornare tridimensionali, salire su alcuni blocchi per scivolare giù da una ghirlanda bidimensionale per poi passare ad un percorso a ostacoli disegnato da un bambino o in un adesivo di una tazza. Tutto questo è davvero impressionante ed è solo l’inizio del divertimento.

L’essere al di fuori dal mondo del libro permette a Jot di interagire fisicamente con il volume stesso, con conseguenze concrete nel regno bidimensionale. Una scatola di metallo blocca il passaggio? Che ne dite di girare leggermente il libro in modo che si muova in accordo con la gravità? Abbiamo bisogno di un oggetto che abbiamo visto poco prima? Basta ripercorrere la storia fino al passaggio che ci interessa.

La seconda importante meccanica legata al fatto di interagire con un’opera scritta risulta essere l’interferenza del giocatore nelle descrizioni delle pagine che esploriamo. Questo ci fa venire in mente l’eccellente Baba Is You e Alan Wake 2. Ad esempio, in una frase su una ninfea, sostituendo la parola “piccola” con “enorme” si ottiene un ponte sul fiume. Questo non richiede una genialità eccezionale, ma aggiunge una piacevole varietà al gioco.

Tutti questi meccanismi offrono agli sviluppatori grandi opportunità di creare sfide ed enigmi ambientali, e loro sfruttano con entusiasmo questa possibilità. The Plucky Squire può quindi essere definito un puzzle game a tutti gli effetti? Niente affatto.

Non giudicate un libro dalla copertina

L’opera di All Possible Futures non è solo un platform 3D e 2D o un gioco d’avventura con elementi logici: il titolo dedica anche parecchio tempo alle battaglie arcade, in entrambe le varianti di “dimensione”, ovviamente. Il titolo è poi inframmezzato da numerosi mini-giochi basati su QTE, sequenze che escono direttamente dai beat ‘em up, e dai giochi stealth.

Graficamente è una festa per gli occhi. In ogni momento, sullo schermo possiamo vedere diversi stili visivi distinti. Dall’ambientazione pastello e fiabesca che domina il libro, agli scarabocchi infantili stilizzati di Sam, dalle ambientazioni all’aria aperta orientate al realismo del mondo reale, fino alle occasionali deviazioni grafiche sotto forma di tazze e puzzle. Questo eclettismo onnipresente crea un’atmosfera unica e l’accuratezza con cui viene presentato nel gioco ricorda i classici del cinema come Chi ha incastrato Roger Rabbit?. È importante notare che, nonostante l’ambiente grafico o la dimensione di gioco cambino dinamicamente, la produzione funziona in modo impeccabile. Dobbiamo giusto segnalare alcuni casi in cui il nostro scudiero si incastra tra oggetti tridimensionali, ma smanettando un po’ siamo comunque riusciti a liberarlo.

The Plucky Squire è un’avventura meravigliosa, che difficilmente dimenticheremo come un libro lasciato sullo scaffale troppo a lungo. Di certo il gioco d’esordio All Possible Futures ha le carte in regola per stimolare la creatività di chi prende parte alla sua avventura. Ci siamo divertiti molto, assorbendo l’energia positiva emanata dalla produzione e sorridendo costantemente per la freschezza dell’esperienza.

Ringraziamo Cosmocover per il codice review fornitoci.

8.5
Riassunto
Riassunto

The Plucky Squire è un gioco in grado di sorprendere senza voler per forza reinventare la ruota. Lo stratagemma del libro come base per le avventure di Jot è una grande idea e apre la strada ad interessanti meccaniche di gioco. Gli All Possibile Futures hanno sfruttato a dovere queste possibilità, offrendo un titolo fresco e divertente.

Pro
Ottimo stile grafico L'idea del salto tra libro e realtà è sfruttata a dovere Citazioni divertentissime
Contro
Difficoltà piuttosto bassa Qualche problemino tecnico
  • Concept & Trama9
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico9
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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