Malgrado non sia assolutamente perfetta, la macchina di Sony che risponde al nome di PlayStation Studios ha saputo far registrare successi incredibili quando si tratta di titoli first-party. Gli ultimi anni hanno visto infatti il lancio su vasta scala di giochi del calibro di Ghost of Tsushima, Horizon Forbidden West, Marvel’s Spider-Man 2, God of War Ragnarok, The Last of Us Part 2, Dreams, Gran Turismo 7, Ratchet and Clank: Rift Apart e altri.
Anche se alcuni prodotti hanno ottenuto risultati migliori di altri dal punto di vista finanziario, l’ampio panorama della casa giapponese è stato in grado di offrire eccellenti esperienze per giocatore singolo, che in molti ricordano con gioia e nostalgia, visti i tempi attuali.
Naturalmente, nonostante tutti i titoli first party di successo che PlayStation ha prodotto, ci sono alcune IP ben noti che sono caduti nell’oblio nel tempo. No, non Killzone, il cui ultimo capitolo, Shadow Fall, è stato lanciato nel 2013 per PS4. Neppure Bloodborne, che è ancora considerato il miglior lavoro di FromSoftware dai fan più accaniti e non ha ancora ricevuto una rimasterizzazione o un remake. Nemmeno Knack, che rappresenta ancora una sorta di meme anche dopo il più apprezzato secondo capitolo targato 2017.
Sic Parvis Magna
Parliamo invece di Uncharted, un franchise che ha visto la propria alba nel 2007 su PlayStation 3 e che ha dato vita a quattro grandi titoli e relativi spin-off. Per chi non conoscesse appieno la saga, questa ruota le proprie vicende attorno al carismatico cacciatore di tesori Nathan Drake. Per quanto la derivazione strizzi molto più di un occhio ad un certo Indiana Jones (pronto a tornare quest’anno grazie all’intervento di Bethesda), il prodotto creato da Naughty Dog presenta anche una sana dose di media del calibro di National Treasure (Il Mistero dei Templari, in Italia) ed altri, utili a donare al gioco un alone di azione ed avventura carichi di mistero.
Uncharted ha fatto il suo grande successo nel 2009 con Uncharted 2: Among Thieves, un seguito che molti considerano uno dei migliori giochi di sempre. Per quanto non acclamato come il suo predecessore anche Uncharted 3: Drake’s Deception del 2011, ha saputo coinvolgere una buona fetta di pubblico, vedendo milioni di copie in un lasso di tempo abbastanza contenuto. Come è naturale che accada, il franchise ha segnato mano a mano un evoluzione qualitativa tangibile, proponendo scene sempre più impattanti e ad alto budget, senza mai distogliere (fortunatamente) l’attenzione sull’azzeccato protagonista e le sue vicende interpersonali così come sul brivido dell’inseguimento o sull’esplorazione.
Anche se l’intera IP fosse terminata con il terzo capitolo, Uncharted sarebbe stata una delle migliori trilogie di videogiochi mai realizzate, entrando nell’Olimpo di produzioni come Mass Effect, God of War, Metroid Prime, e tanti altri. Tuttavia, Naughty Dog ha voluto alzare ulteriormente l’asticella nel 2013, annunciando Uncharted 4: A Thief’s End. Il titolo ha fin da subito evocato nelle genti l’idea (nemmeno troppo complessa da elaborare) che il quarto capitolo segnasse il termine delle vicende dell’avventuriero e, con molta probabilità, anche della proprietà intellettuale.
Al momento del lancio nel maggio 2016, lo sviluppatore californiano ha infatti voluto incentrare l’esperienza di Uncharted su un viaggio molto più personale di Nathan Drake il quale, accompagnato dal fratello Sam, si è imbarcato in una nuova caccia al tesoro. Nonostante ci siano stati alcuni dissapori riguardo alla sua narrativa, Uncharted 4 è stato elogiato universalmente per la sua grafica, le scene, il combattimento, i livelli più aperti, le performance e l’appropriata conclusione di una serie amata.
A Thief’s End?
Ebbene, proprio in merito al termine “Conclusione” vale la pena fare un piccolo punto della situazione. Naughty Dog ha difatti affermato senza sosta negli ultimi anni di aver chiuso con il franchise. Recentemente, nel gennaio 2023, il co-presidente Neil Druckmann ha dichiarato a Buzzfeed:
In Naughty Dog siamo molto felici che il nostro editore sia Sony, in quanto ci ha sempre supportato in ogni fase del percorso produttivo, consentendoci di seguire le nostre passioni. Questo significa che se qualcosa ha successo, non deve per forza continuare all’infinito. Per noi, Uncharted è un capitolo chiuso.
Tutto finito quindi? Ni. Per quanto i cagnacci abbiano infatti chiuso le porte alla speranza al pubblico, alcuni nello studio, come Shaun Escayg (direttore creativo dello spin-off Uncharted: L’Eredità Perduta) hanno successivamente affermato che la saga di Nathan Drake sia molto amata internamente e che si potrebbe vedere qualcosa in più in futuro. Nel gennaio 2022, Escayg ha infatti dichiarato a GamesRadar:
Uncharted? Mai dire mai. È un franchise che amiamo e a cui lo studio è molto legato. È un mondo di cui vogliamo vedere di più.
Tale considerazione è avvenuta dopo che il co-presidente Evan Wells ha dichiarato a Game Informer nell’agosto 2021:
Naughty Dog ha ancora un sacco di affetto per Uncharted e The Last of Us. Penso che vedrete per entrambi nuovi progetti in futuro.
Andando per un attimo nella via delle indiscrezioni, secondo quanto riferito da Jason Schreier di Bloomberg, un titolo multiplayer di Uncharted era in lavorazione nell’aprile 2021 presso Bend Studio con la supervisione di Naughty Dog. Con molta probabilità il progetto è stato cancellato parimenti a quello di The Last of Us (il tanto vociferato Factions).
Tuttavia, nell’aprile 2022, la casa di sviluppo americana ha assunto una nuova figura incaricata di “costruire futuri team non solo per i nuovi titoli ma per l’eredità di Uncharted”. A questo si aggiunge poi il fatto che Sony avrebbe fondato diversi mesi fa un nuovo studio tripla A a San Diego, i cui annunci di lavoro sembravano chiaramente indirizzare l’obiettivo sul riportare alla luce un amato franchise di Naughty Dog.
Come ben sappiamo da tutto questo non è venuto fuori nulla di ufficiale, anche se nel dicembre 2022 TheLeak.co ha riferito che un possibile reboot di Uncharted era in lavorazione presso un “nuovo studio sconosciuto” e che Naughty Dog non era a capo del progetto (il che bene si adatta al team poco sopra menzionato). Per quanto si sia poi riferito che il progetto fosse alle fasi embrionali, è possibile che Sony abbia spostato o dato il via libera a un altro titolo del franchise che, secondo XboxEra può essere addirittura un remake del primo capitolo.
Indipendentemente da tutte queste considerazioni, è plausibile pensare che vi sia un certo interesse da parte di Sony nel fare qualcosa con Uncharted. Non è noto come questi piani siano cambiati nel tempo (soprattutto dopo il film del 2022), tuttavia, come franchise, il mondo di Nathan Drake identifica pienamente il brand PlayStation, ed è quindi ipotizzabile pensare che la major giapponese non accetti di buon grado di lasciarlo morire.
La proprietà intellettuale ha infatti rappresentato una sorta di cambiamento per la multinazionale nipponica e Naughty Dog, con quest’ultima che ha poi deciso di spostarsi verso concept più realistici e storie più profonde. Nathan Drake ovviamente potrebbe non tornare come protagonista principale, ma è stato senza dubbio la mascotte di Sony durante i suoi tempi d’oro su PlayStation 3, distinguendola dalla concorrenza come destinazione principale per i titoli che incentravano la loro essenza sulle esperienze per giocatore singolo di fascia alta.
Per concludere, sulla base di tutte queste voci non è quindi noto se ci sarà mai un seguito diretto di Uncharted 4: Fine di un ladro. Uncharted 5 potrebbe benissimo essere un riavvio graduale che presenta un nuovo personaggio principale e che lo stesso finale del gioco suggerisce. Se ciò accadesse, non sarebbe affatto strano per Sony riproporre in una veste più moderna le interazioni più vecchie ed inaugurare al contempo la nuova strada. Indipendentemente dalla direzione, l’eredità di Drake continua a sopravvivere, conducendo il franchise sempre più verso l’imperitura gloria.
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