Il mese scorso il piccolo paese di Pontelangorino, situato in provincia di Ferrara, è stato scosso da un duplice omicidio compiuto da due ragazzi di sedici e diciassette anni.
Sul settimanale Oggi, è apparso un articolo in cui si parla di alcuni dettagli riguardanti quello che è accaduto. Nell’intervista fatta a Rudi Sartori, papà di Manuel, emergerebbe che i videogiochi hanno plagiato suo figlio, venendo descritti come una overdose di sangue e morte:
“Ha avuto troppa libertà. La discoteca, le morose, gli amici, Era sempre in giro e non studiava mai. Alla fine ha sempre fatto quel che voleva, ma rimaneva un bravo ragazzo: non beveva, non si drogava. Se penso a quello che può avergli fatto davvero male, dico che è stata quella robaccia qua” – indicando i videogiochi disposti sul letto del figlio, Call of Duty, Grand Theft Auto V, Fear, Halo tra tutti.
“Al loro interno vi è una violenza continua: sangue, morti, stragi. – prosegue Sartori – Il brutto è che Manuel non riusciva a staccarsi, era dentro il gioco e non riusciva più a venirne fuori. I pomeriggi interi, le notti, sempre a sparare e uccidere. Ho sbagliato dovevo buttargli via tutto, forse avrebbe capito.”
“Il problema è che Manuel non era solo. – conclude la madre, rincarando la dose – Condivideva la sua passione con amici vicini e lontani. Gente che magari non aveva nemmeno mai visto in faccia. Di notte lo sentivamo urlare, si collegava con altre persone per battere gli avversari. Mi alzavo e gli chiedevo di smettere, ma lui non ascoltava, era nel suo mondo”.
Dunque i videogiochi sembrerebbero essere stati usati come capro espiatorio da questi genitori che vedono questo mondo come un demone ed una giustificazione per spiegare le azioni di violenza insensata. Abbiamo trattato questo argomento delicato in maniera approfondita cercando di fare un po’ di luce, visto che noi videogiocatori, redattori e appassionati del mondo video ludico ci siamo sentiti tirare in causa. Inoltre un recente studio, aveva smentito la correlazione tra violenza e videogiochi. La stampa in questo caso si è limitata a riportare dichiarazioni senza esprimere giudizi in merito.
Fonte: Eurogamer
Punto primo: il padre cosa pensava facesse il figlio in discoteca? Mettersi in un angolo e bere acqua liscia?
Punto secondo: la colpa va ai genitori se questo ragazzo è diventato un delinquente e questo concetto lo riassume la frase “…ha sempre fatto quello che voleva…”
Sareste dovuti stare più vicini a vostro figlio e prendervi le vostre responsabilità, invece di gettare accuse su qualcosa che non conoscete…..