Fin dal suo lancio nel 2004, World of Warcraft ha da sempre dominato la scena degli MMORPG, sopravvivendo al tempo e a varie problematiche che lo hanno accompagnato, mantenendo una base di irriducibili giocatori e continuando a evolversi attraverso le sue numerose espansioni, che con The War Within arriva ben a quota dieci.
Blizzard sembra voler tracciare la rotta per un ritorno alle sue origini, cercando di convogliare la trama iniziata dalle ultime espansioni, non accolta con particolare gioia dal pubblico, recuperando elementi che hanno fatto la storia del gioco stesso e come di consueto integrando nuovi sistemi di gameplay per tenere vivo l’interesse dei veterani e attrarre nuovi giocatori.
Ma quindi, com’è The War Within? Grazie della domanda, ne parliamo qui nella nostra recensione.
Una nuova narrazione, profonda e coinvolgente
Uno degli aspetti più discussi e attesi di The War Within è sicuramente la sua narrazione. Dopo la tumultuosa conclusione di Shadowlands, ampiamente discussa, i giocatori avevano molte domande sul futuro di Azeroth. Questa espansione risponde con una trama che scava nelle radici del mondo stesso, esplorando gli aspetti più profondi del pianeta. La narrazione si concentra su una minaccia interna, una guerra interiore che non si combatte solo contro nemici esterni, ma anche contro demoni personali e minacce nascoste all’interno delle stesse fazioni di Azeroth.
Blizzard ha chiaramente imparato dalle pesanti critiche mosse verso lo storytelling delle precedenti avventure, spesso considerato confuso, complesso e a volte poco sensato, con nuovi cattivi tirati fuori dal cappello e senza fondamenta. In The War Within, la trama è più coesa e focalizzata, con una forte attenzione allo sviluppo dei personaggi. L’esplorazione delle motivazioni e delle storie personali dei protagonisti aiuta a creare quel senso di profondità che era stata percepita come mancante in precedenza. Approccio che non solo arricchisce la narrativa, ma crea anche un legame emotivo più forte tra i giocatori e i loro avatar virtuali.
Zone e ambientazioni
Una cosa che Activision Blizzard non ha mai mancato sono invece le meravigliose ambientazioni del mondo di World of Warcraft, e anche stavolta non ci si può lamentare.
Le nuove zone introdotte in The War Within sono tra le più affascinanti e visivamente impressionanti della ormai ventennale attività del titolo. Blizzard spreme nuovamente al limite le capacità del suo motore grafico per creare ambienti immersivi e diversificati tra loro; ogni zona si percepisce come unica, con un tema e un’atmosfera ben distinti che riflettono gli aspetti della storia e dei clan che la compongono, mantenendo però comunque un senso di unità grazie ad elementi ricorrenti che aiutano a percepirle quasi come una “nazione”, nel loro complesso.
Da paesaggi tetri a sotterranei oscuri, boschi, scogliere, città e quant’altro, l’esplorazione non annoia grazie anche alla loro progettazione non lineare. I giocatori sono incoraggiati a navigare liberamente l’ambiente di gioco, scoprendo segreti nascosti e storie laterali che arricchiscono ulteriormente l’immersione. Un approccio che ricorda, per chi ha avuto la fortuna di giocarle ai tempi d’oro, le prime espansioni come The Burning Crusade e Wrath of the Lich King, quando ancora WoW non era stato invaso dalle critiche di una community diventata col tempo sempre più critica.
Da menzionare assolutamente la zona di Hallowfall, quella che ci è probabilmente rimasta più impressa e che riesce ad armonizzare level design e spettacolarità per creare un paesaggio pazzesco.
Nuovi sistemi di gioco e meccaniche
Come già introdotto nella precedente espansione Dragonflight, Blizzard prosegue nella sua idea di non creare più feature esclusive di una singola espansione, ma si concentra invece su alcune ricorrenti che, supponiamo, utilizzeranno come base anche per il futuro.
Sicuramente la più importante sono le Warbands, un sistema a livello di account che consente ai giocatori di condividere la progressione tra vari personaggi e trasferire oggetti, equipaggiamenti e valute con facilità. Ciò permette di velocizzare esponenzialmente il leveling di vari personaggi, che quindi non dovranno ripartire da zero ogni volta ma potranno affrontare in modo sempre diverso l’esperienza di gioco.
Chiaramente questo a beneficio sia di giocatori di vecchia data, dato che aumenta la rigiocabilità e quindi l’apprezzamento dell’espansione, ma anche nuovi giocatori che sono magari curiosi di provare più classi ma non vogliono rimanere indietro; quello diventa un concetto del passato, e portare avanti più personaggi non significa più lasciare indietro quello principale.
Proseguono anche sistemi di gioco come lo Skyriding, introdotto in “Dragonflight” con il nome di Dragonriding, che fornisce un notevole boost all’esplorazione della mappa assegnando delle skill specifiche alle mount voltanti che potranno raggiungere velocità ben superiori al passato.
Una critica va forse fatta al nuovo albero dei Talenti Eroici. Questo nuovo sistema prometteva di andare a stuzzicare i giocatori che avrebbero potuto ruolare i loro personaggi in una maniera che doveva assomigliare a classi uniche assegnati a grandi eroi del mondo di World of Warcraft (vedi la classe del Dark Ranger di Sylvanas), ma che poi nel pratico si traduce in veramente poche scelte possibili dal giocatore, che molto spesso si troverà semplicemente a sbloccare nuove abilità passive; non cambiano quindi il modo di giocare una classe in modo radicale, ma sono un’aggiunta divertente in certi casi. Ci aspettiamo sicuramente delle patch da parte di Blizzard per bilanciare alcuni di questi talenti che, per il momento, si sono dimostrati ben al di sotto delle loro alternative.
Il ritorno delle classiche Istanze e delle nuove sfide
Blizzard ha anche prestato molta attenzione all’aspetto PvE del gioco, con un ritorno anche in questo caso alle classiche istanze e raid che richiedono coordinazione e strategia nei party; le istanze sono ben progettate, con una varietà di meccaniche e boss che richiedono ai giocatori di lavorare insieme per avere successo. Rimane, come ormai succede dal 2016 Legion”, la difficoltà avanzata composta dalle Mythic Keyston, cioè la possibilità di affrontare le normali istanze ma tramite sfide a tempo di difficoltà crescente, con l’obiettivo di acquisire equipaggiamenti sempre più potenti.
Al momento non è ancora stato rilasciato il primo raid di The War Within, Nerub-Ar Palace, che arriverà il 10 Settembre, per dare tempo a tutti i giocatori di prepararsi alla sfida. Non so voi, ma personalmente siamo grandi fan delle Race to World First e non vediamo l’ora.
Un confronto col passato…
Se confrontiamo The War Within con le espansioni precedenti, è evidente che Blizzard ha fatto tesoro delle lezioni apprese. Le espansioni come Legion e Battle for Azeroth avevano introdotto innovazioni importanti ma avevano anche ricevuto critiche per alcuni aspetti, come la ripetitività delle missioni mondiali o la complessità eccessiva dei sistemi di potenziamento. In The War Within, Blizzard ha cercato di trovare un equilibrio, combinando la profondità narrativa e la complessità di gioco con un’esperienza più accessibile e meno macchinosa.
Rispetto a Shadowlands, che aveva portato i giocatori in un regno completamente nuovo e ultraterreno, The War Within si sente più radicata in Azeroth, un ritorno a un mondo che i giocatori conoscono e amano. Questa scelta aiuta a ristabilire una connessione emotiva con il mondo di gioco e a recuperare il senso di avventura che aveva caratterizzato le prime espansioni. L’attenzione alle storie personali e ai conflitti interiori conferisce inoltre alla narrazione una profondità che a volte era stata percepita come mancante in Shadowlands.
Un altro punto a favore, che ci teniamo a sottolineare, è che almeno questa volta il lancio è andato bene, senza intopi o particolari problemi. Non era scontato, poiché Blizzard ha introdotto la possibilità, per chi ha acquistato la Epic Edition, di accedere ai contenuti con 3 giorni di anticipo. Mossa che potrebbe sembrare solo l’ennesimo escamotage per guardagnare di più sull’impazienza dei giocatori, non ci sentiamo di escluderlo, ma ha anche un grande beneficio, e cioè quello di separare la playerbase in 2 gruppi, andando anche ad ammorbidire il carico sull’infrastruttura dietro World of Warcraft.
In ogni caso, i primi giorni della nuova espansione sono andati decisamente bene. Nelle precedenti espansioni, i giorni del debutto sono sempre stati un tripudio di server lag, disconnessioni, rubberbanding e qualsiasi altro artefatto network. The War Within invece, dalla nostra esperienza, non ha risentito di questi problemi, o comunque in minima parte su server molto affollati, confermando ancora una volta come Blizzard sembra star andando nella direzione giusta.
Il futuro di World of Warcraft
The War Within rappresenta un’importante pietra miliare per World of Warcraft. È una dimostrazione che Blizzard è ancora capace di innovare e sorprendere, pur rimanendo fedele agli elementi che hanno reso il gioco un successo globale. La combinazione di una narrativa coinvolgente, nuove meccaniche di gioco e un rinnovato senso di esplorazione e avventura segna un nuovo capitolo nella storia di World of Warcraft.
Questa espansione non è solo un invito ai veterani a tornare e rivivere l’emozione delle prime avventure, ma anche un’opportunità per i nuovi giocatori di entrare in un mondo ricco di storia e di opportunità. Con The War Within, Blizzard ha creato un’esperienza che è al tempo stesso familiare e nuova, unendo il meglio del passato con una visione audace per il futuro.
Review Overview
Riassunto
In conclusione, The War Within è al momento una delle espansioni più complete e soddisfacenti, al momento del suo lancio, di World of Warcraft degli ultimi anni. Solo il tempo ci dirà se Activision Blizzard riuscirà a mantenere l’asticella alta.
- Concept & Trama8
- Gameplay7.5
- Comparto Artistico8.5
- Comparto Tecnico8
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