In occasione dei 20 anni di Xbox, Sarah Bond ha sostenuto un’intervista con GQ, in cui è emerso un interessante retroscena circa la nascita di Xbox Game Pass e la sua natura iniziale, ben diversa da quella di oggi.
Prima che il Game Pass venne presentato al mondo, scopriamo oggi, Microsoft aveva infatti iniziato la progettazione di un servizio chiamato Arches, che si sarebbe basato sul noleggio di videogiochi. Il parallelo, in poche parole, è quello con la catena ormai fallita di Blockbuster, che permetteva ai suoi clienti di noleggiare film e serie TV per alcuni giorni prima di riportarli in negozio.
A quanto afferma Bond, Arches avrebbe avuto esattamente questa funzione, anche se a un certo punto Microsoft ha cambiato idea e ha evoluto il suo servizio.
Osserando l’evoluzione del mercato videoludico e la nascita di piattaforme come Netflix, con un modello di fruizione dei contenuti più massiccio e invasivo, il gigante di Redmond ha deciso di adottare un sistema ben diverso da che era in origine per il suo Xbox Game Pass, che poi è anche quello che troviamo ancora oggi.
La motivazione di questa scelta arriva anche dal profondo cambiamento nella concezione dello sviluppo e nel supporto dei giochi, che oggi possono durare più e più anni. Un esempio? Rainbow Six Siege, ma anche Destiny, Sea of Thieves e così via.
Nell’intervista viene inoltre spiegato che il concept di Xbox Game Pass inizialmente non era visto di buon occhio dai publisher, poiché temevano che il servizio avrebbe svilito il valore economico dei giochi.
Sappiamo oggi che non è così, e che Xbox Game Pass si è dimostrata essere la mossa più brillante di Microsoft nella passata generazione videoludica, capace di risollevare i primi disastrosi anni di Xbox One con una buona risalita.
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