Home Videogiochi Rubriche Xbox ha la possibilità di cambiare nel 2024, ma non deve fare l’errore di Hellblade 2 | Wasabi

Xbox ha la possibilità di cambiare nel 2024, ma non deve fare l’errore di Hellblade 2 | Wasabi

Chi ha una buona memoria storica, ricorderà benissimo come sei anni fa Microsoft annunciò l’acquisizione di Ninja Theory e, un anno dopo, la società svelò al mondo Senua’s Saga: Hellblade 2, posizionandolo all’epoca come titolo di punta per la nuovissima Xbox. Non stupisce quindi che il sequel, non appena annunciato, fu capace di generare un’altissima aspettativa dal pubblico, data l’accoglienza positiva del primo gioco e l’impressionante curriculum vantato dalla casa di Cambridge. Tale condizione crebbe poi nel corso dei mesi, mano a mano che gli sviluppatori condividevano informazioni e video sul prodotto.

Dopo anni di sviluppo, Hellblade 2 è finalmente disponibile e, per quanto riguarda la grafica, la narrazione e i risultati tecnici, non c’è assolutamente alcun dubbio che questo gioco di azione e avventura sia un’esperienza degna di essere celebrata. Allo stesso tempo, tuttavia, il titolo presenta un rovescio della medaglia, rappresentata dal fatto che l’ultima fatica di Ninja Theory non è la versione first-party sorprendente, impattante ed accattivante che molti si aspettavano.

Attesa disattesa?

“Atteso” è, ovviamente, la parola chiave in questo caso, visto il macchinario promozionale mosso da Microsoft fin dai primi momenti. Nel corso degli ultimi mesi però, il colosso di Redmond è sembrato fare di tutto per sminuire la propria creatura, ad esempio lanciandola unicamente in via digitale, e senza nessun tipo di edizione speciale che, chiariamoci, non è assolutamente un male ed il costo minore va a beneficio di tutti, ma queste mosse dichiarano molto su quanto Xbox puntasse sull’avventura di Senua recentemente.

In precedenza infatti, Microsoft sembrava voler dipingere Hellblade 2 come qualcos’altro. A tutti gli effetti, questo è stato il gioco con cui è stata rivelata Xbox Series X e, per tutti gli anni successivi al suo annuncio, la leadership di Xbox ha pubblicizzato fortemente il titolo come il grande gioco cinematografico per giocatore singolo. Alcuni affermarono senza troppi patemi che Ninja Theory sarebbe stata la Naughty Dog di Xbox.

Chiunque abbia giocato a Hellblade: Senua’s Sacrifice del 2017, probabilmente rimarrà sorpreso (fino ad un certo punto) da quanto sia simile questo nuovo secondo capitolo. Attenzione, questo non deve essere necessariamente un male, visto che comunque le qualità tecniche sono fuori discussione, ma sostanzialmente ciò che colpisce fin dai primi momenti è la sostanziale mancanza di modifiche/migliorie rispetto al suo predecessore, anche dal punto di vista del gameplay.

Proprio in merito a questo ultimo punto, Hellblade 2 non ha praticamente toccato nulla rispetto a sette anni fa, al punto da essere indistinguibile il più delle volte. La nuova avventura di Senua rimarca perfettamente le meccaniche del passato, proponendo un gameplay sorprendentemente conciso e diretto. È uno dei titoli più belli graficamente? Assolutamente. Vanta un design audio stellare che eleva l’esperienza in modi inimmaginabili? Certo. È un’esperienza cinematografica avvincente con una storia interessante e narrata in modo accattivante? Sicuramente si.

Tuttavia, anche in questo caso, Hellblade non è abbastanza “gioco”. Per quanto infatti le esperienze videoludiche più brevi siano nella maggior parte dei casi veramente soddisfacenti, il titolo di Ninja Theory avrebbe potuto utilizzare le sue 6-7 ore molto meglio. A causa infatti di un’esplorazione limitata, enigmi ripetitivi e troppi corridoi, all’utente viene chiesto uno sforzo davvero minimo, attivato sporadicamente solo nelle fasi di combattimento.

La maggior parte del titolo si gioca quasi da solo, il che rende sicuramente la sua durata un problema più grande di quanto sarebbe stato se avesse richiesto una partecipazione più attiva e diversificata all’utilizzatore. Ovviamente è ingiusto dire che Hellblade 2 è stato al di sotto delle aspettative,  ma dopo tutte le informazioni e le attese generate nel corso degli ultimi anni, indubbiamente qualche tratto differente rispetto al 2017 lo si poteva anche contemplare.

Microsoft ha la possibilità di cambiare, ora

C’è, ovviamente, qualcosa da dire sui messaggi confusi di Microsoft relativi al gioco nel corso del suo periodo di sviluppo sorprendentemente lungo (altro fattore che ha fatto generare aspettative elevate), ma a questo punto la domanda più pertinente per molti sarebbe: qual è il grande gioco first-party a cui Xbox può rivolgersi per ottenere quella vittoria radicale e da capogiro che continua a rimanere sfuggente per la piattaforma? Hellblade 2 non ha potuto, Starfield non è riuscito, Halo Infinite non è stato in grado, quindi cosa potrebbe invertire la tendenza?

Ebbene, ad essere onesti, fortunatamente guardando al futuro non c’è carenza di candidati su questo fronte. Quest’anno la multinazionale di Redmond vedrà il rilascio sia di Indiana Jones e l’Antico Cerchio che di Avowed, e dato il pedigree degli studi dietro entrambi i giochi, ci sono buone probabilità che uno dei due possa rivelarsi la vera perla verdecrociata (se non entrambi, intendiamoci). Oltre a ciò, ci sono una serie di giochi Xbox first party di alto profilo attualmente in sviluppo in diversi studi, tra cui Fable, Perfect Dark, Contraband e quanto di nuovo può portare la neo entrata Activision Blizzard.

Senza troppi dubbi il palcoscenico dove tali domande saranno probabilmente risolte è l’imminente Xbox Games Showcase, il che significa che ci sono buone probabilità che avremo un quadro molto più chiaro di quali giochi dovremmo osservare con maggior attenzione nei prossimi due anni. Tale periodo sarà mai come ora in grado di giudicare se la line-up first-party di Xbox sarà in grado di definire finalmente una propria essenza o continuerà inutilmente ad inseguirla.

Guardando gli ultimi ventiquattro mesi, non c’è assolutamente alcun dubbio che in termini di produzione pura, le cose sono migliorate in modo significativo per la divisione guidata da Phil Spencer (anche se ci sono stati difetti significativi sotto forma di licenziamenti diffusi e chiusure di studi).

Insomma, Xbox potrebbe essere vicina a voltare finalmente pagina dopo anni di stasi e malumori da parte del pubblico, che mai come ora deve essere fiducioso della potenzialità di Microsoft, a patto che l’azienda cambi, e non solo aggiungendo un numero dopo il titolo come fatto con Hellblade.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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