È di questi giorni la notizia che rivelerebbe le grandi ostilità tra la più famosa app di messaggistica istantanea Whatsapp e una tra le sue rivali, Telegram, utilizzata da un numero minore di persone. Moltissimi utenti hanno infatti riportato che il colosso acquistato da Facebook bloccherebbe i link dell’avversario inseriti nelle chat.
Lo strano caso, divulgato inizialmente tramite Reddit e poi su Twitter dal CEO di Telegram Pavel Durov, fa riflettere. La popolare applicazione blocca, al momento solo su Android, i link scritti o incollati in una chat qualsiasi che si riferiscono a Telegram, impedendo di cliccarci sopra e di copiarli. Insomma, Facebook vede in questi indirizzi qualcosa di negativo, proprio perché richiamano il rivale Telegram, e li contrassegna come “spam”. L’avversario azzurro, effettivamente, ha registrato una rapida crescita negli ultimi mesi, specialmente durante i guasti di Whatsapp: la ragione principale di questa “migrazione” risiede nella gratuità di Telegram, al contrario di Whatsapp, che dopo un anno richiede il pagamento di un abbonamento.
Verrebbe quindi naturale pensare ad una mossa strategica di quest’ultimo, che desidera ostacolare, o almeno arginare, la perdita di utenti. Ma è davvero così? Un’applicazione di portata mondiale metterebbe così in mostra le ostilità nei confronti della concorrenza? Forse. Facebook non è nuova a critiche per motivazioni simili: in passato bloccò ogni riferimento a Pirate Bay, sito dedicato allo scaricamento illegale di contenuti a pagamento, e, più recentemente, a Tsu, social network che si propone di pagare gli utenti per la pubblicazione di contenuti.
In conclusione, quindi, possiamo dire che l’azienda americana è solita impostare filtri automatici al fine di non mostrare determinati contenuti agli utenti, ma questa volta il baricentro si è spostato sulle applicazioni di messaggistica istantanea. Telegram ha ironicamente commentato la vicenda sostenendo che Facebook, dopo l’onda mediatica, ha sempre fatto un passo indietro incolpando i propri filtri intelligenti, e lo farà anche questa volta.
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